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Il Vangelo della domenica

“Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Mc 1,11).

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Il tempo del Natale del Signore è insieme il tempo della Rivelazione del Figlio di Dio nell’uomo Gesù, concepito per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria nella notte di Betlemme. Questa rivelazione, o epifania, si compie agli occhi dei pastori che vengono la notte stessa al luogo dove è nato il Bambino e trovano presso di lui la Madre con Giuseppe, il carpentiere di Nazaret. E si compie poi agli occhi dei Magi di Oriente; i quali furono condotti da paesi lontani a Betlemme dalla luce della stella ed ancor più dall’ispirazione interiore della fede. La Chiesa medita con amore e con trasporto sui particolari che accompagnano quella Nascita-Rivelazione, sui primi giorni del Figlio di Dio sulla terra. Essa ritornerà ancora agli altri avvenimenti trasmessi nel Vangelo dell’infanzia. Essi sono, tuttavia, poco numerosi, così che quasi subito dopo la Natività incomincia il periodo della vita nascosta di Gesù a Nazaret. Su tale sfondo acquista un particolare significato quel momento, che la liturgia della Chiesa include nell’insieme dell’Epifania. è il momento del Battesimo di Gesù al Giordano, al quale la Chiesa d’Occidente, e particolarmente quella d’Oriente, dedicano una festa speciale, che ricorre proprio nell’odierna domenica. Dopo aver terminato la vita nascosta, Gesù viene da Nazaret al Giordano e li è indicato da Giovanni Battista come l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (cf. Gv 1,29). Oltre alla testimonianza di Giovanni aleggiano le parole dall’alto, che confermano la figliolanza divina di Gesù: “Tu sei il figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Mc 1,11). Nel battesimo Gesù è visibilmente consacrato Messia. Al Giordano avviene anche la sua manifestazione quale Figlio prediletto, nel quale il Padre si compiace. Oggi è l'investitura pubblica, ufficiale, di Gesù come Messia e Signore del genere umano. Lo Spirito di Dio scende su di Lui, sulla sua umanità in modo visibile e vi prende stabile dimora. Si compie la profezia, il Messia di Dio è nel mondo, abita sulla terra, inizia lo svolgimento della sua missione. Cristo Gesù è Messia, è il Messia, lo attesta lo Spirito che discende visibilmente su di Lui, lo conferma il Padre dei cieli, chiamandolo pubblicamente e dichiarandolo suo Figlio prediletto, nel quale si è compiaciuto. Il Padre e lo Spirito sono i testimoni della verità di Cristo, Figlio di Dio, e della Missione del Figlio, Servo del Signore per il compimento della salvezza. Quello di Cristo è battesimo messianico, non di conversione, non di penitenza, poiché Egli è il Santo e il Giusto, ma vero ed autentico battesimo, poiché viene immerso nello Spirito, unto per il compimento della salvezza nel mondo. Da questa unzione il suo nome, Cristo, Messia, Unto; in Lui, in questa sacra unzione, ogni uomo deve divenire "cristo", "messia", "unto", "figlio" nel quale il Padre si compiace. Il Padre si compiace in Lui, perché in Lui trova quanto Egli ha sempre desiderato: essere glorificato dalla sua creatura, attraverso il culto dell'obbedienza, o la religione del mettere in pratica la sua Parola. Cristo Gesù è il Figlio che si fa servo per amore, ma il suo servizio è la vita nella volontà del Padre. Non è il fare, non è l'opera che causa il nostro compiacimento da parte di Dio; questi si compiace di una sola cosa: dell'ascolto pieno, totale, integro, per sempre, della sua volontà. Egli è il Dio che desidera solo questo servizio, il resto lo effonderà Lui dal cielo, in beni materiali e spirituali, in abbondanza per le cose della terra, ma soprattutto in ricchezza per le realtà dal cielo. In Cristo Dio si deve compiacere di ogni uomo, poiché Egli è l'unico uomo di cui si può compiacere, poiché Lui solo è il suo Figlio prediletto. Gli altri sono e devono essere figli nel Figlio, in Lui, con Lui e per Lui. è questo il segreto del vero apostolato: far sì che il Signore, attraverso la nostra obbedienza ed il nostro ascolto fedele della sua Parola, possa trovare in noi il suo compiacimento come lo trovò nel suo Figlio diletto, il suo servo fedele, che compì la sua volontà fino alla morte e alla morte di croce. La nostra fede è la storia di Cristo nel suo essere e nella sua opera di Redenzione nel dono dello Spirito, per la mediazione della Chiesa, fino alla consumazione dei secoli. La storia, per essere atto umano, deve nascere dalla coscienza, da essa accettata, voluta, determinata. Senza coscienza non c'è opera meritoria presso Dio, quindi non può esserci salvezza. Cristo non solo possedeva la coscienza messianica, Egli aveva anche piena conoscenza della sua divinità; ogni suo atto, gesto, parola promanava dal suo “Io Divino”, anche se operato attraverso la sua natura umana. Chiunque veniva a contatto con Lui lo constatava e lo riconosceva; poteva, nella sua buona volontà, accoglierlo come inviato di Dio e aprirsi alla salvezza che egli offriva nel suo nome.