Presso la sala convegni ‘Giovanni Paolo II’del Seminario Vescovile, gremitissima per l’occasione, si è dato il via al nono anno della Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa della Diocesi di Lamezia Terme. Ospite della serata il Ministro agli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta Don Giacomo Panizza ha aperto i lavori del convegno presentando l’idea del Vescovo Mons.Cantafora che ha scelto il tema “Noi come cittadini, noi come popolo’. Questo tema si rifà al titolo di un discorso pronunciato dall’allora Arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio in occasione dei 200 anni dell’indipendenza dell’Argentina. Il tema è rivolto al bene comune che riguarda non un singolo individuo ma tutta l’umanità. Esso non può quindi essere circoscritto.” Questo principio vale anche per la politica, ha detto don Panizza, motivo per cui alla dottrina della Chiesa invitiamo un Ministro”. “Dal bene comune - conclude don Panizza - bisogna anche imparare e al bene comune deve ispirarsi la nostra Calabria;la Repubblica e l’apparato statale non devono abbandonare i cittadini”, e sottolinea nel concludere che i temi toccati non sono legati solo alla Chiesa ed alla Religione ma sono temi civili, dell’umanità. Don Fabio Stanizzo, Direttore della scuola di dottrina sociale della Chiesa, nel suo intervento ha specificato che “ la preparazione al nuovo anno scolastico ci ha portati a riflettere sul ruolo dei cattolici nella società civile, nella politica e nel mondo”. L’intervento di don Fabio è stato rivolto a sostegno del ruolo dei cattolici nella politica, racchiuso in una esortazione:”bisogna essere parte attiva, contribuire al benessere della città, si deve passare dallo stato di abitanti a quello di cittadini, impegnandosi per il bene comune. Per avere un’identità è fondamentale il senso di appartenenza al territorio e si deve promuovere e valorizzare lavoro e istruzione per raggiungere la giustizia sociale,riscoprendo l’identità societaria e l’appartenenza alla comunità,in un passaggio da abitanti a cittadini, dall’io all’uomo”. Interessante è stato l’intervento del Ministro agli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta. Nella sua prolusione la Lanzetta ha sottolineato come sia fondamentale “aprire le porte al bene comune grazie alla presenza di persone guidate da sani principi morali,una classe politica competente e responsabile che punti alla preparazione dei giovani, al bene comune, alla sussidiarietà, alla legalità, etc. E’importante una classe politica onesta che creda e punti sui giovani rafforzando la società. E’necessario formare una classe dirigente ‘giusta’, non individualista,non di parte,dove prevalga la lealtà. I politici non devono scendere a compromessi morali,valorizzando l’identità e considerando il potere come servizio verso gli uomini. Il Ministro Lanzetta ha concluso il suo intervento con un pensiero anche all’importanza ed alla responsabilità dell’imminente elezione del prossimo Presidente della Repubblica lanciando uno slogan: “bisogna fare della legalità e del rispetto per le regole una scelta di vita”. Il Vescovo di Lamezia Terme ha chiuso i lavori del convegno sottolineando il tema scelto per il nono anno della Scuola di Dottrina Sociale ,”noi come cittadini e noi come popolo”. Esso sia di preponderante importanza per la città. Il popolo lametino deve recuperare la consapevolezza del proprio valore. Riferendosi alle prossime elezioni comunali,Mons. Cantafora ha auspicato che colui che guiderà la città sia attento al bene comune e offra una prospettiva di speranza e di rinascita a Lamezia ed ai lametini”. “La politica deve mettere in atto la carità sociale, deve fare il bene di tutti e di ciascuno. Deve avere cura e deve offrire orizzonti autentici. Bisogna diffidare dei venditori di fumo. Disoccupazione, criminalità, le difficoltà economiche danno alla politica il dovere di svolgere il proprio ruolo con impegno, dedizione e responsabilità”. Monsignor Cantafora nel suo messaggio Natalizio esorta tutti ad apprezzare “i doni del Natale come una luce che guida il popolo al bene comune”. Incita poi l’accogliente popolo lametino, che già sa convivere con il 6% di immigrati , a prendere coscienza di ciò che possiede e valorizzare le sue risorse. Tante cose che si potevano fare non si sono fatte - dice il Vescovo - perché è prevalso il bene singolo e non quello comune”. Qui Monsignor Cantafora ha fatto esplicito riferimento ad alcuni problemi che affliggono Lamezia, quali il depotenziamento dell’Ospedale e della sanità lametina. Al termine della serata lo scambio degli auguri del vescovo con i rappresentanti della Curia, i politici intervenuti e i cittadini che non sono voluti mancare a questo interessante appuntamento.
Giampiero Scarpino
Vita diocesana
“Noi come cittadini, noi come popolo”
Paolo Emanuele · 10 anni fa