Lamezia NuovaPeriodico di informazione edito dalla Diocesi di Lamezia Terme
Vita diocesana
Cristo è la novità assoluta, e Lui fa nuove tutte le cose!
Paolo Emanuele· 10 anni fa
Carismi antichi e nuovi, in una Chiesa perennemente vivificata dal Suo Spirito, che la rinnova, per renderla sempre più santa e bella, nella misura in cui ci lasciamo rinnovare da Lui!
Questo è stato lo spirito che ha animato la giornata diocesana dedicata alla vita consacrata, coordinata dal CISM e dall’USMI, svoltasi nel santuario della Madonna di Visora a Conflenti domenica 14 dicembre 2014, in una clima di gioiosa fraternità che ha visto riuniti il Vescovo mons. Luigi A. Cantafora e le religiose sin dal mattino, con i religiosi e una porzione del popolo di Dio nel pomeriggio.
Dalla memoria grata per san Nicola Saggio, religioso dell’Ordine dei Minimi da poco canonizzato da papa Francesco, alla presentazione di tre nuove comunità religiose di recente fondazione, accolte nella diocesi lametina, quali i Missionari e missionarie della Via, i Servi della Parola e la comunità Missione Belém, la testimonianza vocazionale di due Suore Missionarie del Verbo Incarnato le fino ai preziosi spunti dati dal Vescovo per un futuro aperto alla speranza e alla gioia del dono di sè!
Perché la vita religiosa splenda in tutta la sua bellezza, manifestando quella forma di vita che Gesù Cristo ha abbracciato, riassumiamo in tre parole l’intervento del Vescovo: gioia, radicalità, fraternità.
Gioia: La gioia è fondamentale: se manca la memoria grata per la propria vocazione, se viene meno la vita interiore nell’intimo rapporto con il Signore e il dono generoso di sé, la tristezza ha il sopravvento e ci si spegne, e così il Vangelo attraverso di noi non attrae. è importante coltivare la gioia che viene dal sapersi amati, scelti e inviati dal Signore per la salvezza del mondo e la diffusione del Vangelo! Quanto fa bene vedere religiosi gioiosi, come ci ha detto anche papa Francesco: «Dove ci sono i religiosi c’è gioia. Siamo chiamati a sperimentare e mostrare che Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici, senza bisogno di cercare altrove la nostra felicità; che l’autentica fraternità vissuta nelle nostre comunità alimenta la nostra gioia; che il nostro dono totale nel servizio della Chiesa, delle famiglie, dei giovani, degli anziani, dei poveri ci realizza come persone e dà pienezza alla nostra vita» (Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i consacrati in occasione dell’Anno della Vita Consacrata, Vaticano, 21 novembre 2014).
2. Radicalità: è essenziale che la vita religiosa sia vissuta in quella radicalità capace di testimoniare che Dio è davvero il nostro tutto. Attenzione all’imborghesimento, alla mancanza di entusiasmo capace di accendere il cuore dei giovani per il Signore e il Suo Vangelo, giovani capaci di scelte importanti e radicali se ben indirizzati e posti davanti ad esempi di autentica sequela: «La radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico». è questa la priorità che adesso è richiesta: «essere profeti che testimoniano come Gesù ha vissuto su questa terra … Mai un religioso deve rinunciare alla profezia» (Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i consacrati in occasione dell’Anno della Vita Consacrata, Vaticano, 21 novembre 2014).
3. Fraternità: Perché le comunità siano focolari d’amore capaci di attrarre a Cristo, è importante che ritornino ad essere luoghi del Vangelo, segno e rimedio all’individualismo che sta frammentando la nostra società: «Da questo riconosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35), dice il Signore. Oggi c’è quanto mai bisogno di comunità accoglienti, sante, di famiglie religiose che siano realmente famiglie dove Cristo è al centro, nelle quali i membri si amano e si aiutano reciprocamente cercando di convergere a Lui, vivendo il santo Vangelo, secondo il carisma ispirato al fondatore della propria comunità. Il tutto, come sempre in sintonia con il santo Padre che ci ha ricordato che: «I religiosi e le religiose sono stati definiti esperti di comunione… Mi aspetto pertanto che la "spiritualità della comunione", indicata da san Giovanni Paolo II, diventi realtà […] non mi stanco di ripetere che critiche, pettegolezzi, invidie, gelosie, antagonismi sono atteggiamenti che non hanno diritto di abitare nelle nostre case. Ma, posta questa premessa, il cammino della carità che si apre davanti a noi è pressoché infinito, perché si tratta di perseguire l’accoglienza e l’attenzione reciproche, di praticare la comunione dei beni materiali e spirituali, la correzione fraterna, il rispetto per le persone più deboli… è la "mistica" di vivere insieme, che fa della nostra vita un “santo pellegrinaggio”» (Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i consacrati in occasione dell’Anno della Vita Consacrata, Vaticano, 21 novembre 2014).
L’augurio è che tutti i consacrati della Diocesi possano rinnovarsi giorno dopo giorno, per svegliare il mondo, contagiando chi ci incontra della gioia del Signore Risorto, memori delle parole di papa Francesco: «Con Benedetto XVI vi ripeto: “Non unitevi ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e indossate le armi della luce – come esorta san Paolo (cfr Rm 13,11-14) – restando svegli e vigilanti”. Continuiamo e riprendiamo sempre il nostro cammino con la fiducia nel Signore» (Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i consacrati in occasione dell’Anno della Vita Consacrata, Vaticano, 21 novembre 2014).
Frà Umile mdv