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Cultura e Società

Coraggio e onore

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Mafia capitale sembra una blasfemia. La parola commissariamento suona solo per i comuni calabresi come un triste primato. Oggi c’è chi ne parla anche per Roma. Dove sono finite le leggi anticorruzione? O gli addetti della morale pubblica? La vita smonta le ingenuità dei puritani di sempre. Non esistono salvatori e rimedi definitivi, fuori dalla coscienza degli uomini. C’è un battuta di un film, The blinde side, dove il regista fa dire al protagonista Michael: «Qualunque stupido può avere coraggio, ma è l’onore che ti spinge a fare o non fare qualcosa, dipende da chi sei tu, da chi decidi di essere! Sperare nel coraggio e perseguire nell’onore». Di quanto coraggio c’è bisogno per lasciarsi corrompere? Di quanto coraggio c’è bisogno per uccidere? Di quanto coraggio c’è bisogno per rubare? è vero, anche uno stupido può avere coraggio, ma è l’onore che alla fine decide, quel sentimento che uno ha dentro di sé, dove la reputazione diventa l’immagine di chi sono e di chi voglio essere. Non si sa in quale girone, Dante avrebbe collocato i nostri corrotti di ieri e di oggi. Forse l’ottavo cerchio, quello delle Malebolge, non sarebbe stato male.

Il custode di questo cerchio è Gerione, che Dante descrive come un individuo con la faccia di uomo giusto, ma col corpo di serpente. è un’immagine forte questa di Gerione. Ma, il deficit di fiducia che si respira in questi giorni, aumenta la sofferenza per uno stallo sociale ed economica che attanaglia le famiglie. Perché fa tanto male la corruzione? Perché la povertà è cresciuta. è questa la risposta. Già San Tommaso Moro nella sua Utopia, avverte che «dove tutto si misura col denaro non è possibile che la vita dello stato sia svolga giusta e prospera». Infatti se ciò che conta è il denaro, allora non resta da fare che rubare oppure mendicare. C’è un paragone de I miei ricordi, opera postuma (1867) di Massimo d’Azeglio che dice: «Se le navi vanno generalmente meglio degli Stati, ciò accade per la sola ragione che in esse ognuno accetta la parte che gli compete, mentre negli Stati, generalmente, meno se ne sa, e più si ha smania di comandare». Eppure come ricorda Democrito «Se è salvo lo Stato, tutto si salva». Qui nasce il bisogno di trovare donne e uomini giusti non solo di faccia. Donne e uomini che non strisciano e mangiano polvere per il solo amore di avanzare. Donne e uomini che oltre il coraggio che anche agli stupidi e ai malvagi viene richiesto, sappiano “perseguire nell’onore”. Sappiano custodire l’identità del loro volto. è facile metter la faccia su una pubblicità, in un partito, su un manifesto oppure davanti a un altare. è difficile metter la faccia in strada, incontrando un povero, un padre disoccupato, una famiglia sfrattata, un bambino senza libri. E di queste strade con questi incontri, il nostro centro è pieno. Quando la brama della prevaricazione che fa trionfare l’incompetenza, lascerà il passo alla passione per il bene comune che sa valorizzare il compito di ciascuno, allora avremo uomini e donne, non solo giusti di faccia, ma con quel po’di coraggio che l’onore richiede. Per finire, San Tommaso Moro continuava a scrivere: «Demoliscono case, distruggono i borghi e risparmiano le Chiese solo per farne stalle per i maiali». I corrotti di ieri e di oggi possono avere la faccia da giusti e sembrare anche cattolici, ma se risparmiano le Chiese è solo per farne stalle da porci. Lo ha detto il Santo patrono dei politici.