La profezia del Papa che, già gesuita, sceglie il nome di Francesco, è talmente evidente che non ha bisogno di commenti.
L’intelligenza, l’essenzialità, l’Amore decodificato e vissuto nella spontaneità più sincera, l’evangelo compreso, assimilato e trasmesso fanno di questo pontificato una risposta e, contemporaneamente, una provocazione a tutti i battezzati. Ci sono stati tempi, anche non troppo lontani, in cui si poteva cadere nella tentazione di credersi al sicuro, e di pensare che ogni esortazione alla conversione, fatta da predicatori zelanti o prelati diligenti, valesse solo per “gli altri” perché “noi siamo quelli che pratichiamo”…
Non ce n’è per nessuno: Papa Francesco, senza pensarci due volte, indice l’Anno della Vita Consacrata (che durerà ben 15 mesi), tutt’altro che celebrativo, con chiare indicazioni di:
Memoriale di fedeltà
Gioia piena e appassionata
Speranza attiva che predispone il futuro
Il Bergoglio interpreta un sentire comune, che mi appartiene in pieno, e motiva così la decisione:
«Facendomi eco del sentire di molti di voi e della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, in occasione del 50° anniversario della Costituzione dogmatica Lumen gentium sulla Chiesa, che nel cap. VI tratta dei religiosi, come pure del Decreto Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita religiosa, ho deciso di indire un Anno della Vita Consacrata. Avrà inizio il 30 novembre corrente, I Domenica di Avvento, e terminerà con la festa della Presentazione di Gesù al tempio il 2.2.2016.»
Molte antiche Congregazioni ristagnano nella rutine devitalizzata e, per contro, il proliferare di nuove forme di vita religiosa, (ci sono studi dettagliati, in merito) non sempre sono sinonimi di novità carismatiche, capaci di feconda estensione di Nostro Signore Gesù Cristo al mondo contemporaneo. Il disagio, spesso vera e propria confusione, è quanto mai palese.
Ma il grande Papa Francesco detta gli obiettivi, per non farci cadere nel piglio autocelebrativo e autoreferenziale che rischia solo di ribadire “guarda come sono presente e pieno di potere”.
Il primo capitolo della Lettera Apostolica (genere letterario del Magistero che ha precise indicazioni definitorie, ma con il tono paterno e parenetico) è tutto dedicato agli obiettivi per l’Anno della Vita Consacrata:
Ø Il 1° obiettivo è guardare il passato con gratitudine…
…..In quest’Anno sarà opportuno che ogni famiglia carismatica ricordi i suoi inizi e il suo sviluppo storico, per ringraziare Dio che ha offerto alla Chiesa così tanti doni che la rendono bella e attrezzata per ogni opera buona.
Ø 2° Quest’Anno ci chiama inoltre a vivere il presente con passione…
… Per i Fondatori e le Fondatrici la regola in assoluto è stata il Vangelo, ogni altra regola voleva essere soltanto espressione del Vangelo e strumento per viverlo in pienezza…. La domanda che siamo chiamati a rivolgerci in quest’Anno è se e come anche noi ci lasciamo interpellare dal Vangelo; se esso è davvero il "vademecum" per la vita di ogni giorno e per le scelte che siamo chiamati ad operare. Esso è esigente e domanda di essere vissuto con radicalità e sincerità. Non basta leggerlo (eppure lettura e studio rimangono di estrema importanza), non basta meditarlo (e lo facciamo con gioia ogni giorno). Gesù ci chiede di attuarlo, di vivere le sue parole.
Ø Abbracciare il futuro con speranza vuol essere il 3° obiettivo di questo Anno.
… La speranza di cui parliamo non si fonda sui numeri o sulle opere, ma su Colui nel quale abbiamo posto la nostra fiducia (cfr 2 Tm 1,12) e per il quale «nulla è impossibile»… Mi rivolgo soprattutto a voi giovani. Siete il presente perché già vivete attivamente in seno ai vostri Istituti, offrendo un contributo determinante con la freschezza e la generosità della vostra scelta. Nello stesso tempo ne siete il futuro perché presto sarete chiamati a prendere nelle vostre mani la guida dell’animazione, della formazione, del servizio, della missione. Quest’Anno vi vedrà protagonisti nel dialogo con la generazione che è davanti a voi.
Simpaticamente, nel secondo capitolo, Papa Francesco elenca le attese che auspica da questo Anno di Grazia: che ci sia gioia costante, dove sono dei religiosi, per testimoniare che Dio è capace di riempire il nostro cuore e renderci felici. Come non sentirsi provocati:
«In una società che ostenta il culto dell’efficienza, del salutismo, del successo e che marginalizza i poveri ed esclude i "perdenti", possiamo testimoniare, attraverso la nostra vita, la verità delle parole della Scrittura: «Quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Cor 12,10)…. Mi attendo che "svegliate il mondo", perché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia».
Si aspetta da noi: ….quello che chiedo a tutti i membri della Chiesa: uscire da sé stessi per andare nelle periferie esistenziali. «Andate in tutto il mondo» fu l’ultima parola che Gesù rivolse ai suoi e che continua a rivolgere oggi a tutti noi (cfr Mc 16,15). C’è un’umanità intera che aspetta: persone che hanno perduto ogni speranza, famiglie in difficoltà, bambini abbandonati, giovani ai quali è precluso ogni futuro, ammalati e vecchi abbandonati, ricchi sazi di beni e con il vuoto nel cuore, uomini e donne in cerca del senso della vita, assetati di divino…
Il terzo capitolo amplia lo spettro degli orizzonti dell’Anno della Vita Consacrata, rivolgendosi a laici, monaci di altre tradizioni religiose, Vescovi… ad ognuno nel suo specifico ruolo, il Papa chiede di sostenere, pregare, aiutare ogni religiosa e religioso a vivere bene questo anno, per rendersi più consapevoli del dono ricevuto e favorire il flusso dello Spirito Santo, che chiama anche nella società odierna.
Infine l’immancabile e irrinunciabile affidamento a Maria:
«Affido a Maria, la Vergine dell’ascolto e della contemplazione, prima discepola del suo amato Figlio, quest’Anno della Vita Consacrata. A Lei, figlia prediletta del Padre e rivestita di tutti i doni di grazia, guardiamo come modello insuperabile di sequela nell'amore a Dio e nel servizio al prossimo».
Grazie Papa Francesco, mentre ci offri l’occasione di esortare il cuore alla conversione, ci fai sentire amati e appartenenti alla Chiesa di Dio, fondata dal Signore Risorto e affidata alla Madre e al Discepolo. Maria che è forma del Verbo e modello di consacrazione.
emanuela ciccomartino sjbp
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