·

Vita diocesana

"Imparare da loro la bellezza della vita consegnata totalmente a Dio e i fratelli"

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Un cammino, come quello che è stato simbolicamente percorso sabato sera dalla parrocchia di San Domenico alla Cattedrale, quello che la Chiesa lametina è chiamata a fare in occasione dell’anno della vita consacrata che, inaugurato appunto sabato scorso, si concluderà il 2 febbraio 2016. Un percorso nel corso del quale i religiosi dovranno avere un ruolo fondamentale per la vita sociale di Lamezia e del suo hinterland diventando, come sollecitato dal vescovo, Luigi Antonio Cantafora, <>. Sì, perché, mentre da un lato <>. Ecco perché quello che si apre è un anno importante, non solo <> e <>, ma anche per <> in quella <>. Una riflessione quella del vescovo della diocesi lametina, giunta a poche ora dall’abbraccio di Papa Francesco con il Patriarca Bartolomeo avvenuto in Turchia. Un gesto simbolico, certo, che, però, ha dato un segnale chiaro su quella che dovrà essere la testimonianza della Chiesa nei prossimi anni. Una Chiesa sempre più ad immagine del Cristo come dovrebbe essere la vita dei consacrati che, come sottolineato da Cantafora, devono sapere indicare <>. Il Cristo, quindi, protagonista della vita di ciascuno ma che nei consacrati deve essere identificabile <>. Un modo nuovo e più concreto di evangelizzazione, quindi, non certo semplice specie in una città, quale è Lamezia sempre più chiusa su se stessa e soffocata dai tanti problemi che la attanagliano, con la presenza di una “economia malata” che ogni giorno emerge sempre più e che fa da contraltare ad una disoccupazione ormai dilagante con sullo sfondo la presenza della criminalità organizzata.

Saveria Maria Gigliotti