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Il Vangelo della domenica

Riflessione sullaLiturgia della II Domenica di Avvento

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Nella liturgia della seconda domenica di Avvento, come di solito, parla prima Isaia, profeta del grande avvento. Il suo messaggio è gioioso, pieno di fiducia: “Ecco il Signore Dio viene”, ci è detto, ma al tempo stesso la voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore... ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà la gloria del Signore...” (Is 40,3-5). Il Dio dell’alleanza va incontro all’uomo nonostante il peccato e l’infedeltà, e in questa alleanza che conclude con il popolo eletto Egli prepara le vie della venuta al Redentore del mondo. Ecco, Isaia grida: “Consolate, consolate il mio popolo. Dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità, perché ha ricevuto dalla mano del Signore doppio castigo per tutti i suoi peccati” (Is 40,1-2). L’Avvento significa quindi “consolazione”. Il peccato fa nascere la tristezza. E retaggio del peccato sono la tristezza e l’avvilimento. Il profeta si rivolge al “cuore di Gerusalemme” annunziando la liberazione dal peccato. Dio è Colui che libera: libera dal peccato. è il Redentore. In Colui che verrà ogni iniquità sarà scontata. Egli porta in sé la giustificazione. è il Messia, cioè l’Unto di ogni giustizia. La sua venuta significa quindi consolazione. Viene per sollevare l’uomo da quella tristezza, in cui lo immerge il peccato. Contemporaneo a questo messaggio, è l’appello a “preparare” e ad “appianare” la strada, quello stesso che farà suo, nei pressi del Giordano, Giovanni Battista, ultimo profeta della venuta del Signore. Ma chi sta per venire non è un puro e semplice uomo. è invece uno così alto, così eccelso, così elevato che il più grande tra i nati di donna non si reputa degno neanche di chinarsi dinanzi a Lui per sciogliere i legacci dei suoi sandali. La sublimità di Colui che sta per venire non è di natura terrena e neanche solo di vocazione e di missione. è “altezza” di essenza. Ci troviamo dinanzi ad una natura diversa da quella umana e questa non è neanche angelica. Colui che sta per venire è di sostanza divina. Chi viene è lo stesso Dio. Viene però nella carne. Sta per venire il Dio che si è fatto carne, vero uomo. Anche la missione è infinitamente differente. Giovanni battezza con acqua, Colui che viene invece con lo Spirito Santo. Egli immerge gli uomini non nel fiume Giordano, ma in Dio, nello Spirito che consuma con il suo fuoco di amore l’uomo vecchio, il cuore di pietra e al suo posto crea l’uomo nuovo, con un nuovo cuore, un cuore di carne capace di amare. Lo Spirito che verserà sull’umanità, l’Atteso delle genti compie ogni promessa fatta da Dio per mezzo dei profeti, anche quella di scrivere la nuova Legge nel cuore di ogni redento. Sapendo chi viene è giusto preparare mente, cuore, spirito, corpo in modo da accoglierlo in pienezza di conversione. Prepara la via al Signore chi aiuta l'uomo a ritornare a Dio, conducendolo per mano, essendogli modello, spronandolo con ogni mezzo affinché accetti il Signore come il Dio della sua vita. Nella seconda lettura, l’apostolo Pietro, testimone della prima venuta del Signore, attesta che l’Avvento del Signore è orientato soprattutto verso gli ultimi tempi, verso “il giorno del Signore”; coloro che hanno sperimentato la prima venuta, giustamente vivono in attesa della seconda, conforme alla promessa del Signore. La sua seconda venuta sarà sulle nubi del cielo, quando Egli verrà a giudicare il mondo. Ma il Signore, intanto, viene ogni qualvolta un uomo muore. è questa venuta del Signore che l'uomo deve preparare, purificandosi da ogni macchia di peccato per essere trovato irreprensibile. Viene nella celebrazione del mistero del della sua prima venuta nella carne ed ha posto la sua perenne presenza in mezzo a noi. Anzi, in noi. Ma affinché abiti in noi è necessaria l'osservanza della sua Parola ed essere puri, come Egli stesso è puro, ci ammonisce S. Giovanni. “Chi mi ama osserva i miei comandamenti. Io ed il Padre mio verremo e prenderemo dimora presso di lui”. Saremo in lui. L’uomo diviene così tempio di Dio. Preparate la via al Signore! Confessate i vostri peccati! Ogni uomo cammini una vita santa nella giustizia e nella rettitudine. Così il terreno accidentato del nostro cuore si trasforma in via santa ed in pianura. Il Signore viene in noi e stabilisce per sempre la sua dimora. La sua venuta è stata nella carne, quando Egli nacque in Betlemme da Maria, la sempre Vergine. La sua venuta è nei doni di santificazione e di grazia, nel suo Corpo e nel suo Sangue, attraverso i sacramenti della Chiesa. Ogni giorno per l'uomo cristiano è Avvento, perché egli, ogni giorno, invoca il Signore che venga a dare il suo perdono e la sua misericordia, a infondere l'olio della sua unzione di santità e di conversione. Che le preoccupazioni di questo mondo non ci disorientino e che l'occupazione per procurarci il pane con il sudore della fronte non sia di inciampo per l'altro lavoro di colmare le valli e di abbassare i colli e i monti del peccato e dell'egoismo, della superbia e di una vita senza parola del Signore.