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Vita diocesana

Progetto Policoro

Paolo Emanuele · 10 anni fa

14 dicembre 1995. E’questa la data della nascita di questa idea lungimirante, il Progetto Policoro, nato dal sognodi don Mario Operti per i giovani disoccupati del Sud. Un sogno ormai divenuto realtà e ben radicato nel nostro territorio, germogliando come speranza nei cuori di tanti giovani del Paese (da www.progettopolicoro.it). L’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale di pastorale giovanile e la Caritas Italiana si incontrano a Policoro (MT) subito dopo il Convegno ecclesiale nazionale di Palermo nella speranza di poter aiutare quella moltitudine di giovani che avevano e che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, «Il Paese non crescerà se non insieme» (La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, 8).

Il Progetto Policoro si basa dunque sulla cooperatività di tre uffici promotori che con l’AdC, Animatore di Comunità e le varie associazioni, tra cui Coldiretti, Movimento lavoratori di Azione Cattolica (Mlac), Giovani delle Acli (GA), Gioventù Operaia Cristiana (GiOC), Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli), Confcooperative - Inecoop, Banche di Credito Cooperativo, Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (Ucid), Cisl, promuovono percorsi di evangelizzazione ed educazione e mirano alla realizzazione di Gesti Concreti come la nascita di nuove imprese ad astrazione cristiana.

La Chiesa, grazie al Progetto è rivolta alla «cura e responsabilità per l’uomo» (centesimus annus, 53), è volta a dare speranza a tutti i giovani sfiduciati cattolici e non solo.

Punto a favore del Policoro è il lavoro di squadra, dove non arriva un ufficio si inserisce l’altro, con il supporto dell’animatore di comunità; gli AdC sono laici responsabili che in profonda sintonia con le tre pastorali e le filiere delle associazioni agiscono per un’adeguata promozione del Progetto nella diocesi. Appare opportuno verificare che i giovani abbiano una formazione valoriale di base e sensibilità umana e sociale per attivare reti sul tema del lavoro. L’animatore di comunità è in sinergia e fa rete con le varie associazioni, divise in due filiere: la prima costituita dalle realtà di evangelizzazione, la seconda dedita ai settori economici, ma anche a quelli sociali, «Nel Sud è esigenza primaria una nuova carica di fiducia per un cammino di speranza. Bisogna moltiplicare i soggetti, i contenuti e gli spazi per una “ministerialità” di servizio e di liberazione» (Chiesa italiana e Mezzogiorno, 29). Don Mario affermava che «Se tutti fanno tutto, alla fine si entra in rotta di collisione. Se ognuno fa ciò per cui è nato e se ognuno mette a disposizione di tutti la propria identità e missione, allora nasce veramente un mosaico che è icona della Chiesa»

Ciò che sta a cuore al Progetto Policoro è quello di generare un cambiamento di mentalità e di cultura; è qui che si inseriscono, infatti, corsi di formazione per creare una nuova concezione di lavoro, un lavoro pulito, che rispetti la dignità umana e che sia in un’ottica di cooperazione e collaborazione, solidarietà e aiuto reciproco.

Ciò che sta a cuore al Progetto sono i Giovani, del Nord e del Sud che devono «farsi costruttori di una nuova società, […] immettersi concretamente nell’esperienza del sociale, attraverso forme di volontariato, di aggregazione culturale, di cooperazione, perché propongano, esperimentino, incidano sul futuro della loro terra» (Chiesa italiana e Mezzogiorno, 30).

Il “nuovo” valore che si vuole proporre ai giovani è dunque quello della Cooperazione; l’apertura di un’impresa è importante, ma il cambio di mentalità e di prospettive è fondamentale, in quanto i nuovi imprenditori facciano della loro impresa un esempio, che tutti con volontà e dedizione Possono e che non si deve ricorrere necessariamente a frodi e sotterfugi per vivere… per Vivere bene.

Concludo con una citazione di Papa Benedetto XVI (riportata anche nel nostro sito) nel discorso ai Dirigenti della CISL il 31 gennaio 2009 che esprime perché il Progetto Policoro si amalgama bene nel contesto che viviamo, nella realtà di tutti i giorni, in cui entra per generare un cambiamento benefico: «Per superare la crisi economica e sociale che stiamo vivendo, sappiamo che occorre uno sforzo libero e responsabile da parte di tutti; è necessario, cioè, superare gli interessi particolaristici e di settore, così da affrontare insieme ed uniti le difficoltà che investono ogni ambito della società, in modo speciale il mondo del lavoro. Mai come oggi si avverte una tale urgenza; le difficoltà che travagliano il mondo del lavoro spingono ad una effettiva e più serrata concertazione tra le molteplici e diverse componenti della società. […] nel libro del Qoèlet leggiamo: “Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi” (4,9-10). L’auspicio è quindi che dall’attuale crisi mondiale scaturisca la volontà comune di dar vita a una nuova cultura della solidarietà e della partecipazione responsabile, condizioni indispensabili per costruire insieme l’avvenire del nostro pianeta».

Giuseppe Caruso, Adc Progetto Policoro