Dal 20 al 23 novembre 2014 si terrà a Verona il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, che giunto ormai alla quarta edizione avrà come tema: “oltre i luoghi dentro il tempo”. Lamezia Terme ha avuto la possibilità di ospitare la presentazione di questo importante evento, e ai partecipanti, S.E. il Vescovo L.A. Cantafora ha voluto indirizzare le seguenti parole.
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Ringrazio di cuore don Davide Vicentini, per la sua presenza in mezzo a noi e le appassionanti suggestioni che ci ha offerto, presentando il IV Festival della Dottrina Sociale della Chiesa. Il tema scelto “Oltre i luoghi, dentro il tempo” come ha avuto modo di dire già don Davide, prende spunto dalle quattro polaritàche Papa Francesco riporta nell’EvangeliiGaudium (nn.222-227). Le parole del Papa sono dirette e per questo motivo si avverte anche un po’di difficoltà nel commentarle. Don Davide nel suo intervento ci ha offerto spunti validissimi e dobbiamo ringraziarlo per la sua capacità di condividere con noi il pensiero e la visione che stanno dentro questa IV edizione del Festival. Che cosa significa andare oltre i luoghi e stare dentro il tempo? In parole molto semplici: coloro che sono preoccupati di conservare la poltrona. non fanno crescere il bene, in tutte le sue forme. I veri educatori, i veri servitori del bene comune, che lasciano un segno nella storia, nella loro “missione”, non decidono di occupare uno spazio, non abitano un palazzo, non si sono impossessati di uno stato, non elaborano una forma di governo, ma abitano il tempo. Nell’introduzione all’Evangelii Gaudium il Santo Padre dice che «Giungiamo ad essere pienamente umani quando siamo più che umani, quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi. Lì sta la sorgente dell’azione evangelizzatrice» (n.8). Dobbiamo essere consapevoli che ogni realtà, che si chiude in se stessa, prima o poi diventa meno di se stessa. Chi non cresce, diminuisce! Per questo motivo, «Quando la Chiesa chiama l’impegno evangelizzatore, non fa altro che indicare il vero dinamismo della realizzazione personale» (9). In cosa consiste la realizzazione personale, ovvero la crescita? Io realizzo me stesso quanto divento qualcosa “in più” . ma questo qualcosa “in più” che mi fa crescere non ce lo diamo da noi stessi, lo riceviamo! è un dono! Ebbene, scegliere di abitare il tempo significa tendere al “di più”, preoccuparsi di occupare gli spazi, significa invece accontentarsi dello status quo e mantenere ciò che già si ha. La stessa idea del “di più” viene espressa da papa Francesco verso la fine dell’Esortazione, in uno dei passi più belli della EvangeliiGaudium: «Non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare. Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione. Sappiamo bene che la vita con Gesù diventa molto più piena e che con lui è più facile trovare il senso di ogni cosa. E’per questo che evangelizziamo» (n. 266). In questo passo il “di più” diventa “una vita molto più piena” e il “senso di ogni cosa” viene illuminato da questo “di più” e ogni cosa, ritrova più pienamente se stessa. La polarità – tempo e spazio – ci dice che «Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi» (n. 223). Nel nostro mondo dinamico ha la meglio chi innesca processi, atteggiamenti, comportamenti. Si può stare dentro il palazzo ma senza governare veramente e limitare l’azione politica a convalidare le conclusioni di processi messi in moto da altri. Il dinamismo non riguarda solo i processi economici, politici e sociali! Il dinamismo è una caratteristica del Regno di Dio, appartiene al Vangelo, perché il Regno come il lievito fa fermentare e accresce la pasta. Un lievito che non fermenta la pasta, è un lievito andato a male. Ogni vita cristiana che non si spende è una vita andata a male. Concludo dicendo che tutta l’Esortazione EvangeliiGaudium è un invito ad uscire, ad andare incontro a Cristo, al povero e aprirsi a quello che Papa Benedetto XVI, chiamava il “futuro di Dio”. Ma questo uscire è anche un rientrare! Non è un uscire secondo strategie pastorali, impostazioni sociologiche o all’insegna del nuovismo. Infatti lo stesso Papa Francesco che dice di uscire, invita anche a «valorizzare la storia della Chiesa come storia di salvezza, a fare memoria dei nostri santi che hanno inculturato il Vangelo nella vita dei nostri popoli, a raccogliere la ricca tradizione bimillenaria della Chiesa, senza pretendere di elaborare un pensiero disgiunto da questo tesoro, come se volessimo inventare il Vangelo» (n. 176). In tal senso, il Magistero Sociale della Chiesa è l’esempio lampante di come l’anelito umano alla giustizia e al bene, incontrando il Vangelo e la sapienza da esso promanata, possa essere un faro per la costruzione di una società giusta che non si preoccupa di conservare se stessa, ma di incamminarsi “laddove è Cristo, assiso alla destra del Padre” (cfr. Col 3,1-2).
La parola del Vescovo
Ogni vita cristiana che non si spende è una vita andata a male
Paolo Emanuele · 10 anni fa