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Vita diocesana

Apertura anno pastorale. Cantafora: “liste di tutti i partiti siano pulite, con uomini e donne capaci”

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Apertura anno pastorale. Cantafora: “liste di tutti i partiti siano pulite, con uomini e donne capaci” “Tra non molto, tutta la nostra Regione vivrà il delicato appuntamento delle elezioni regionali. Il nostro augurio è che nelle liste di ogni partito, trovi posto chi vuole veramente impegnarsi con gratuità e coraggio nel far crescere la nostra terra. I partiti sono importanti, non si può pensare di farne a meno. Ogni cristiano attende liste pulite, ma anche liste con uomini e donne capaci.” Lo ha detto il Vescovo di Lamezia Terme, Mons.Luigi Cantafora, intervenendo ieri in Cattedrale al convegno ecclesiale di apertura del nuovo anno pastorale della Diocesi lametina.

Parlando dell’impegno sociale e politico dei cattolici, Mons. Cantafora ha ricordato che “il nostro Battesimo ci chiede il dovere della testimonianza e dell’impegno civile e sociale” ed è “urgente che la società civile, unitamente ai cattolici, si ritrovi nella ricerca del bene comune, perché nasca una massa critica, capace di indicare una via d’uscita per questo momento difficile e riscoprire la democrazia alta, degna di questo nome”.

Una Chiesa Diocesana che sia “madre dal cuore aperto”, una Chiesa “in uscita” che va incontro agli ultimi, un’attività pastorale capace di “osare continuamente per far uscire le persone dalle paludi esistenziali in cui sono immobilizzate”. Queste alcune delle indicazioni programmatiche per il nuovo anno pastorale della Chiesa lametina, dedicato alla vita consacrata, in comunione con l’Anno della Vita Consacrata indetto da Papa Francesco.

“Una vera chiesa diocesana, come dice Papa Francesco, è una Chiesa che è Madre dal cuore aperto, dove tutti si sentono a casa, amati e non discriminati da alchimie pastorali o da pregiudizi”, ha affermato il presule: “nel Vangelo abbiamo un orientamento molto chiaro: non tanto gli amici e vicini ricchi bensì soprattutto i poveri e gli infermi, coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da ricambiarti”.

Una Chiesa “viva”, per il Vescovo di Lamezia, “è una Chiesa capace di andare in cerca dei poveri, dei peccatori e degli infermi, non “al traino” della storia, passiva spettatrice di quanto accade”; una Chiesa contraddistinta da “una vera pastorale che non consiste nell’accontentare, ma nell’osare continuamente per far uscire le persone dalle paludi esistenziali in cui sono immobilizzate”.

Cantafora ha ribadito la scelta di dedicare il nuovo anno pastorale alla vita consacrata per risvegliare nella Chiesa lametina “il desiderio di osare decisioni evangeliche con frutti di rinascita, fecondi nella gioia”. Nei prossimi mesi, il Vescovo scriverà una lettera alla Diocesi per ringraziare per il dono della presenza dei religiosi e delle religiose nella nostra Chiesa, mettendo in evidenza la gioia e la bellezza della vita consacrata:“i religiosi e le religiose, con il segno della loro consacrazione, sono la testimonianza della gioia e della bellezza di Dio, che fluisce tra le pieghe e le piaghe della nostra storia”.

Anche la Chiesa di Lamezia si prepara al Convegno Ecclesiale della Chiesa Italiana in programma a novembre 2015. In vista di quello che sarà “un importante appuntamento per la Chiesa Italiana che vuole riproporre l’esperienza di sinodalità, di comunione e di discernimento già sperimentata nel 2006 con il Convegno di Verona”, Mons. Cantafora ha annunciato alcuni momenti preparatori: la tre giorni di riflessione e laboratorio dal 22 al 24 maggio 2015 che si concluderà con la Giornata Diocesana dei Giovani; il Laboratorio di formazione permanente per i Laici, al via martedì prossimo. “Non abbiamo la preoccupazione di dare nozioni - ha concluso Cantafora - ma sentiamo l’urgenza di richiamare tutti a un’autentica conversione, a un cambiamento di direzione, verso Dio, tale che incida nella vita e smuova anche la società civile.”

A parlare del dono della vita consacrata, la biblista suor Elena Bosetti e il prof. Luigi Guccini. Per la Bosetti, che ha commentato un passo del profeta Isaia, la vita consacrata “è una questione di amore, è un lasciarsi afferrare dall’Amore che ci porta a seguire Cristo povero, celibe e obbediente”. La biblista ha ricordato che “se è vero che tutti i battezzati sono chiamati a seguire le orme di Cristo, i consacrati sono chiamati a seguire il Vangelo alla maniera di Cristo, donando alla Chiesa la dono della sponsalità verginale, della vita fraterna e della testimonianza profetica”.

Sull’esigenza che i consacrati si sentano parte dell’unica Chiesa, si è soffermato Luigi Guccini invitando le religiose e i religiosi a “mettere in pratica il monito di Papa Francesco che ci invita ad uscire, ad abitare la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo”. Il sacerdote dehoniano ha messo in guardia i consacrati dai rischi dell’“autoreferenzialità e del narcisismo teologico” ricordando che la missione dei religiosi è quella di “aiutare gli uomini nelle cose che veramente contano veramente, essere per loro un punto di riferimento nella fede”