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Cultura e Società

Organizzazione del sapere : un’innovazione cristiana

Rosario Dara · 10 anni fa

La storia della civiltà occidentale non può essere compresa in pieno , se non si considera il grande contributo che la Chiesa cattolica ha infuso in essa. In questo secolo nostro, in cui il processo di secolarizzazione è giunto all’apice della soglia consentita e in cui il vecchio continente non trova né l’unità politico-pratica né le basi da cui ripartire, i luoghi comuni vengono scambiati per vera ricerca storiografica. La magnifica storia di tutto il Cristianesimo non si verifica solamente in un discorso dai presupposti ideali o trascendentali bensì si verifica, per l’appunto, nella storicità, nell’esistenza temporale. In questo piccolo spazio ci vogliamo occupare di ricerca piena della verità, attraverso l’analisi e l’interpretazione del contributo che la Chiesa tutta, ha donato alla nascita di istituzioni che hanno avuto e hanno l’obiettivo di organizzare e di ricercare il sapere : stiamo parlando dell’Università, centro sociale, culturale in cui l’uomo può incontrare una grande verità del suo essere: la sapienza. La nascita delle università si colloca in un grande arco temporale che convenzionalmente viene chiamato Medioevo ed il periodo da prendere in considerazione, in cui esse sorsero riguarda, i secoli XI-XII. L’università fu un fenomeno del tutto nuovo nella storia europea: nulla di simile era infatti esistito né nell’antica Grecia né in Roma. è al Medioevo ,infatti, che dobbiamo il maggior contributo intellettuale alla civiltà occidentale. Il termine latino universitas designava qualsiasi comunità organizzata e dotata di un proprio statuto giuridico, in cui le affinità intellettuali sfociavano nella conservazione e nella coltivazione del sapere. Sebbene le origini siano avvolte nel mistero le prime forme della grande istituzione medievale sorsero a Parigi, Bologna, Oxford e Cambridge. Vi è una distinzione da segnalare: alcune erano università così dette “di studenti” in cui essi si associavano e pagavano un maestro affinché spiegasse loro i testi essenziali, altre assunsero la forma di organizzazione portata avanti da professori, è il caso di Parigi massima espressione della Teologia e poi della Scolastica medievale. I cambiamenti e le conseguenze della nascita dell’Università furono molteplici: le città si popolarono di studenti che ben presto avrebbero messo in disquilibrio l’intero ordine sociale, il commercio ebbe un grande incentivo dal punto di vista economico , quindi la circolazione del denaro aumentò notevolmente; è molto significativo quanto afferma un grande studioso moderno : “ Gli abitanti delle città universitarie amavano il denaro ma odiavano gli studenti”! Che poteva succedere dunque? Poteva verificarsi una soppressione della nuova istituzione? Il Papato e l’Impero erano favorevoli alla crescita di essa o auspicavano, per paura di matrice politico-religiosa, il decesso di essa? Lowrie Daly, grandissimo storico di fama mondiale, afferma : “ Il protettore più sistematico e potente delle università fu il papa della Chiesa di Roma. Fu lui che in un mondo di giurisdizioni spesso in conflitto l’una con l’altra concesse, accrebbe e protesse il loro status privilegiato”. La domanda sorge spontanea: in che modo? Innanzitutto, in diverse occasioni il Papa intervenne per obbligare le università a pagare i professori: dovettero prendere queste misure Bonifacio VIII, Clemente V, Clemente VI e Gregorio XIV. Un grande studioso, Thomas E. Woods Jr. , ci fornisce dettagli ancora più importanti per comprendere l’attività di difesa della cultura dei vari pontefici, infatti afferma: “ I Papi intervennero a difendere l’università in numerose occasioni, come quando nel 1220 Onorio III prese le parti degli studenti di Bologna allorquando furono violati alcuni loro privilegi. Quando il cancelliere di Parigi si imputò nella pretesa di ricevere un giuramento di lealtà, scese in campo Papa Innocenzo III. Quando, nel 1231, gli ufficiali diocesani parigini lesero l’autonomia istituzionale dell’università, Papa Gregorio IX emanò la bolla “ Parens Scientiarum” a sostegno dei maestri di Parigi. In questo documento il Papa garantiva all’Università di Parigi, il diritto all’autogoverno attraverso il quale avrebbe potuto imporre le proprie regole in merito ai corsi e agli studi.” Possiamo dedurre che la Chiesa ha contribuito fortemente alla rinascita culturale dell’Europa, definita da alcuni studiosi rinascita del XII secolo, ha contribuito ad importanti lavori di traduzione che hanno poi permesso lo sviluppo di quella che sarà la Scolastica Medievale e la Filosofia tomista in genere, ma sopra tutto non si può non considerare la riscoperta del mondo antico. è significativo quanto afferma San Tommaso in uno dei suoi scritti : “ Una strada percorsa a metà non è una strada sbagliata”! Bisogna interpretare questa frase, oggi, in pieno XXI secolo, affinché si possa comprendere a partire dal mondo occidentale, appunto, la riscoperta della sua stessa essenza che sgorga dal cuore sempre nuovo della Chiesa cattolica.

Giovanni Gigliotti