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Parrocchie news

LA FESTA DELL’OSPITALITA’A NOCERA TERINESE MARINA

Antonio Pittella · 10 anni fa

Come negli anni passati, l’ultima domenica del mese di agosto, in Nocera Terinese Marina, anche quest’anno, il parroco della Parrocchia, don Maurizio Mete, ha celebrato la Santa Messa e proclamato la parola di Dio nel più bel santuario che possa accogliere migliaia di fedeli provenienti da diverse località d’Italia e dall’estero: il meraviglioso e artistico ANFITEATRO che sorge sul lungomare. Questo Tempio all’aperto, avente per soffitto la volta celeste e per pareti la natura verdeggiante e l’immensità del mare, è stato, per l’occasione, addobbato, con una grande croce fatta da oltre un migliaio di pani e di altrettante bottigliette di vino, con la presenza della statua di S. Francesco di Paola, di dodici persone vestite con tuniche di apostolo, con drappi di vari colori, di bandiere e di luci, luci… Don Maurizio, con le sue numerose e significative iniziative, messe in atto nei mesi di luglio e di agosto, riesce sempre a trasmettere ai fedeli grandi emozioni e sentita partecipazione alla celebrazione delle messe vespertine. E’da ritenere che tali avvenimenti sono sicuramente di alto valore spirituale, di aggregazione sociale e di fratellanza cristiana che si attuano, cosa veramente rara, in periodo estivo, in un luogo di villeggiatura: luogo riservato a divertimenti mondani e, spesso, a futili passatempi. Una Signora presente alla celebrazione di fine agosto dell’estate 2012, al temine della celebrazione della messa delle ore 21 nel ringraziare don Maurizio affermava: “Caro Don Maurizio le tante iniziative religiose e sociali che hanno caratterizzato questo cammino di vita, nel periodo estivo, hanno avuto come impegno fondamentale di trasmettere nei cuori di tutti i fedeli la solidarietà e la condivisione, rendendoci più vivaci nell’amore e nella fraternità cristiana; il vostro sorriso che sa di purezza, la vostra umiltà, la spontanea e trainante semplicità favoriscono in ciascun credente l’accostamento ai Sacramenti e riescono anche a smuovere la durezza dei cuori che sono lontani da Cristo Gesù”.Anche al termine di questo periodo estivo non possiamo dimenticare la commozione, la gioia, la grazia e la speranza che dirompenti invadono la nostra vita e, la grandezza del Signore da Voi espressa nell’Omelia di questo giorno che chiude gli incontri dell’estate 2014.Caro Don Maurizio ci piace ricordare la Vostra Omelia perché è poesia di amore, di grazia e di speranza.

Omelia proclamata nella messa delle ore 19 celebrata nell’ANFITEATRO domenica 31 agosto 2014.

“Contemplo, con l’ottica del mio cuore pieno di gioia, il mosaico dei vostri bei volti, mirabilmente realizzato e incastonato dallo Spirito Santo in questa basilica a cielo aperto.

Balza subito ai nostri occhi l’arcobaleno di colori, una incantevole policromia che ben si armonizza con i colori variopinti del creato: l’immensità del cielo blu, il fascino infinito del mare azzurro e i raggi del sole che volgono al tramonto, mentre scende la sera.

Siamo qui perché, come il profeta Geremia, abbiamo percepito nel cuore, la seduzione e l’attrazione di Dio, nostro Padre, che ci affascina con il suo amore.

Ci sentiamo, come San Paolo, afferrati e conquistati da Cristo, che ci ha rapito il cuore e ci invita a seguirlo, ad andare dietro a Lui, non dietro a favole, artificiosamente inventate, non seguendo semplicemente precetti o un universo valoriale, sicuramente pregevole ed encomiabile.

Ma di più! Il cristiano è alla sequela di una Persona, Vivente, con un nome e un volto: Gesù Cristo, il quale detta le condizioni per seguirlo:

1. RINNEGARE SE STESSI, non vuole dire mortificarsi, punirsi, avvilirsi, autoflagellarsi; Gesù non vuole al suo seguito volti angosciati e tristi. Dunque rinnegare te stesso vuol dire: non sei tu il centro dell’universo, non sentirti padrone della vita perché il tuo respiro è un dono di Dio.

E allora, spazza via l’alterigia, la sicumera e l’arroganza e diventa piccolo come i bambini, abbassati, convertiti in persona modesta, semplice, mite, dolce.

2. PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA. Non è una esortazione alla rassegnazione come a dire: soffri con pazienza, accetta, sopporta le inevitabili croci della vita.

PRENDERE, sinonimo di accogliere, abbracciare con amore, stringere, afferrare la Croce.

Nella concretezza della vita, la croce si presenta con malattie, lutti, disagi, incertezze, angoscia, mancanza di lavoro, di una casa, di un pezzo di pane.

Non ci accada mai di allontanarci da queste croci, o scaricarle sugli altri, o lavarcene le mani come Pilato.

Dobbiamo, al contrario, assumerla, accoglierla e condividerla, perché diventi un giogo dolce e un carico leggero.

Davanti a noi campeggia una grande croce che accoglie migliaia di ampolle di vino e di pane, tanti quanti siete voi, perché ognuno di voi è tesoro prezioso agli occhi di Dio, perla di inestimabile valore.

Questo è un gesto di amore, di accoglienza e di ospitalità che abbiamo voluto esprimere per voi.

è l’abbraccio del nostro cuore perché ci siete diventati cari.

La vostra vita, idealmente è qui, rappresentata dal pane e dal vino che offriamo al Signore

Anche noi, dunque, siamo inseriti come membra vive, nella Croce di Cristo che è il letto di amore dove Dio sposa l’umanità.

Sia, dunque, benedetta la Croce, e siate benedetti anche voi, amatissimi, con le vostre famiglie, ora e sempre – Amen.”

Caro don Maurizio, nel ringraziarVi per il vostro impegno missionario, preghiamo il Signore affinché ci dia la gioia di percorrere, insieme a Voi, negli anni avvenire, il cammino che nutre il cuore di amore, addolcisce le “croci” della vita e spalanca la via che conduce alla felicità eterna.

Antonio Pittella