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La parola del Vescovo

Discorso el Vescovo per la Solennità dei Santi Pietro e Paolo

Paolo Emanuele · 10 anni fa

“Dare alla nostra città un sussulto di speranza”, è stato questo l’augurio con il quale il Vescovo di Lamezia Terme, al termine dell’annuale processione dei Santi Pietro e Paolo, ha voluto congedare tutti i fedeli che dopo la celebrazione eucaristica hanno seguito le statue dei Santi Patroni lungo le vie cittadine. Di seguito si propone il messaggio del Vescovo.

Carissimi, la nostra processione, con le effigi dei Santi Patroni, offre un’immagine di Chiesa, che prega e che cammina. Il Santo Padre Francesco, a Cassano pochi giorni fa, ha detto che la Chiesa vive adorando il Signore e camminando dietro a Lui e con Lui. Sì, perché la Chiesa è un popolo che prega e adora il Signore e che cammina. Per questo motivo, ogni gesto di devozione, di preghiera e di vicinanza a Dio, anche tramite il culto dei santi, ci spinge a camminare con Dio nell’amore verso il prossimo. Noi veneriamo con particolare onore, i Santi Pietro e Paolo, Principi degli Apostoli, Colonna e fondamento della Chiesa. E li veneriamo perché nel loro ministero apostolico vediamo il Buon Pastore. Per questo motivo, in questa festa diocesana, la prima parola va al clero della Diocesi, sul quale chiediamo , con animo grato, l’abbondanza della benedizione divina. Carissimi sacerdoti, l’intercessione e l’esempio dei Principi degli Apostoli ci invitano ad essere pastori come Gesù, che “non era né un fariseo casistico moralista, né un sadduceo che faceva gli affari politici con i potenti, né un guerrigliero che cercava la liberazione politica del suo popolo, né un contemplativo del monastero. Gesù era un pastore! Un pastore che parlava la lingua del suo popolo, si faceva capire, diceva la verità, le cose di Dio: non negoziava mai le cose di Dio! Ma le diceva in tal modo che il popolo amava le cose di Dio. Per questo lo seguiva” (Papa Francesco). L’appello che si fa preghiera è proprio questo: facciamo crescere i laici, onoriamoli del nostro rispetto e serviamoli perché abbiano una coscienza adulta per poter aderire veramente all’evangelo. No ai cristiani da sagrestia. Desiderate essere invece, laici, battezzati seriamente protagonisti della missione della Chiesa, capaci di dire la buona notizia del Vangelo, non nei convegni, ma nella strada, nel posto di lavoro e ogni luogo. E a tutti i battezzati laici, in questa sera, voglio ricordare le parole del Signore: «I re delle genti le governano e coloro che esercitano il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Voi però non così (Vosautem non sic)!

Ma chi è il più grande tra voi si faccia come il più piccolo e chi governa come colui che serve» (Lc 22,25-26). Questo monito forte: «Voi però non così!» è rivolto a noi tutti, chierici e laici. Cari fedeli laici, il Battesimo ci ha consegnato una dignità grande e uno stile che vieta ogni forma di appiattimento e adeguamento con la mentalità mondana. Per questo motivo, davanti ai nostri Santi, condividiamo anche noi con il Santo Padre il forte grido di scomunica agli uomini del malaffare, una parola inequivocabile e di grande conforto per tutte le vittime della mafia. Pertanto siamo invitati a distinguere il bianco dal nero e ad evitare la zona grigia del compromesso e della sottomissione. Questo significa assumersi la responsabilità del bene comune. Io vorrei ricordare che il Papa ha definito mafiosi, non solo chi adora il male, ma anche come coloro che disprezzano il bene comune e che fanno da padroni, mutando i diritti dei cittadini e dei poveri in puri favori. Chiediamoci siamo disposti a mettere da parte le lotte di parte, gli intrighi di potere per guardare al vero bene comune dell’intera città e di tutto il territorio? I cristiani quali cittadini della civitas, sono chiamati a distinguersi per uno stile nuovo di vita, vissuto secondo la Buona Notizia del Vangelo. “Gesù ci ha insegnato a prenderci cura del fratello e ad avvicinarci a lui nella gratuità e nell’amore. Ma questo amore deve avere anche una manifestazione chiara, concreta e sociale, perché altrimenti mancherebbe alla città qualcosa di decisivo nei rapporti sociali e sarebbe certamente evasa una grave responsabilità cristiana”. A questa grave responsabilità chiamiamo tutti gli uomini di buona volontà. Date forma visibile all’amore fraterno perché non ci siano esclusi, emarginati e poveri a causa dell’indifferenza e del nostro egoismo. “Non dimentichiamolo: Gesù ha ammonito che il giudizio per la vita o per la morte avverrà proprio sul rapporto avuto nella vita e nella storia, qui e ora, con l’uomo nel bisogno, affamato, assetato, straniero, nudo, malato, prigioniero” (cfr. Enzo Bianchi). I nostri Santi Apostoli Pietro e Paolo ci insegnino a camminare nella carità, sostengano particolarmente i nostri sacerdoti e i nostri laici perché siano protagonisti nella missione della Chiesa e seriamente impegnati nella società per dare forma concreta al bene comune e perciò dare alla nostra città un sussulto di speranza, di impegno per il lavoro dei giovani e una giusta attenzione agli anziani. Con questi voti augurali, di cuore imparto su di voi e su tutta la Diocesi la solenne benedizione.