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Movimenti e Associazioni

“La Calabria che vince è la Calabria che si unisce e che combatte contro le sterili contrapposizioni e gli individualismi”.

Gigliotti Saveria Maria · 10 anni fa

“La Calabria che vince è la Calabria che si unisce e che combatte contro le sterili contrapposizioni e gli individualismi”. E’questo il memorandum che il Presule della Diocesi di Lamezia Terme ha voluto lasciare a tutti i partecipanti all’incontro della Coldiretti. Di seguito il messaggio di Sua Ecellenza il Vescovo

Ringrazio di cuore per l’invito che avete avuto rivolgermi e che mi consente di essere in mezzo a voi, in questa Assemblea. Saluto il presidente Pietro Molinaro e tutti i soci e convenuti in questo teatro. Il titolo che avete dato a questo incontro mi affascina particolarmente: “Calabria bella e vera, che piace e vince”. Cosa fa bella la nostra regione? Diversi potrebbero essere gli spunti per rispondere a questa domanda. Io vorrei richiamare quanto abbiamo appena vissuto, sabato scorso, destinato a restare come indelebile nella storia della nostra regione. Siamo ancora carichi dell’entusiasmo e della gioia che la visita di Papa Francesco ha portato a tutti noi. E, leggendo alcune agenzie di stampa, ho trovato questa affermazione: “Il Papa ha dato voce alla Calabria bella”. In effetti possiamo dire che è così. Penso che sia quanto mai necessario, cominciare, noi per primi, a parlare in maniera diversa della nostra terra. Senza negare, ovviamente i suoi problemi, ma senza ridurre la sua importanza alle sue emergenze. La Calabria non è un problema per l’Italia! La Calabria non è un’emergenza, anzi più consideriamo tutto un’emergenza e più la Calabria affonda insieme all’Italia. Eppure di Calabria non se ne parla mai. E tanti calabresi, diventati quasi degli idoli intoccabili, amano parlare della nostra terra come una matrigna per comparire loro, invece, degli eroi. Così facendo, il volto della Calabria, non appare mai bello, ma sempre infelice e ingrato. Che Calabria ha incontrato il Papa? Una Calabria bella e gioiosa che ha voluto far vedere i suoi giovani, l’importanza della sua fede, il radicamento della sua identità cristiana. Una Calabria che non ha solo ombre, ma che ha anche luci. E le ombre si disperdono nella misura in cui conquista spazio la luce. E non ci è difficile vedere quelle parole del Papa contro i mafiosi, che ha pubblicamente scomunicato, come un colpo d’ascia, un fascio di luce che separa il bianco dal nero e fa arrossire le tante zone grigie in cui può annidarsi la società per paura o per compromesso. La posizione della Chiesa è chiara da questo punto di vista. Non c’è spazio per ulteriori fraintendimenti. La Calabria bella e vera è la Calabria che ricorda l’eroismo dei suoi figli che hanno pagato con il sangue la lotta contro la ‘ndrangheta e ogni forma di ingiustizia. Ma la Calabria bella è anche la Calabria che vuole riscattarsi dai sistemi di corruzione, di clientelismo e di incompetenze burocratiche che spesso non la fanno crescere, anzi la bloccano. La Calabria che piace è la Calabria che non si arrende, che non cede alla tentazione del pessimismo, come aveva detto Benedetto XVI a Lamezia Terme nel 2011. La Calabria che vince è la Calabria che si unisce e che combatte contro le sterili contrapposizioni e gli individualismi. Per questo la lotta quotidiana che la Calabria vive, non può essere affrontata se le sue forze si disperdono e se cediamo alle contrapposizioni che hanno come unico effetto, quello di lanciare discredito gli uni contro gli altri. Mi piace pensare alla Calabria che si mette a ricercare il bene comune, nelle tante scuole di dottrina sociale e che tenta percorsi virtuosi per la crescita e lo sviluppo nell’orizzonte ampio delle istituzioni dell’Italia e dell’Europa. La Coldiretti con il suo grande patrimonio civile e spirituale che si fonda nel Magistero sociale della Chiesa, ha tanto da dare alla nostra regione. La ruralità è un valore che non può essere misconosciuto, anzi deve essere riscoperto come uno dei migliori tratti del bel volto della Calabria. Grazie per tutto quello che fate, e perché con questa assemblea avete contribuito a parlare e far conoscere la bellezza della nostra terra.