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La parola del Vescovo

Discorso di S.E. Mons. Cantafora ai Direttori degli uffici di Curia e ai Vicari Foranei

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Il 27 giugno, il Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme si è voluto incontrare al termine dell’anno pastorale, con tutti i direttori degli uffici di curia e i vicari foranei per un momento di preghiera. Si propone di seguito il messaggio che Sua Eccellenza ha voluto indirizzare al termine di un momento di preghiera comune

Carissimi, ci ritroviamo a conclusione dell’anno pastorale con il desiderio anche di condividere insieme il frutto della nostra fatica a servizio della Chiesa. Ritrovarsi insieme per raccontare il cammino che abbiamo percorso ci aiuta a riconoscere il valore del proprio lavoro, ma anche il lavoro dell’altro. Questi momenti devono servirci soprattutto a far crescere la stima vicendevole. L’anno pastorale è iniziato con l’attivazione del Laboratorio di formazione permanente dei laici, che ha trovato una buona risposta presso il nostro laicato, insieme a due momenti di grande spessore spirituale come il pellegrinaggio in Terra Santa e la Peregrinatio della Madonna di Dipodi in città, a chiusura dell’Anno della Fede. Il cammino diocesano è poi proseguito con il ricordo del mio decennale di consacrazione. Al di là della mia persona, ricordare questi momenti, significa rinsaldare la comunione tra di noi e rendere presente un volto di Chiesa unito e fraterno. Anche quest’anno abbiamo vissuto poi il mese di maggio che è stata la cornice in cui si sono celebrati diversi eventi. L’arrivo della Croce dei Giovani, la conclusione del concorso per la Concattedrale, il Convegno regionale delle Famiglie numerose, l’incontro con i cardinali Sgreccia e Piovanelli, la rassegna dei cori in Cattedrale e la festa dei popoli. Giusto per citare qualche appuntamento. Tutto questo “straordinario” si inserisce nell’ordinario cammino già consolidato della formazione offerta dalla Caritas, dall’Ufficio catechistico, liturgico e dalla Scuola di Dottrina Sociale e dall’Ufficio famiglia. Oltre che all’attività degli altri uffici e di tutta la Curia. Quest’anno, l’esperienza dei ritiri mensili è stata molto fruttuosa, grazie agli spunti offerti dalla professoressa Virgili. Così anche per la formazione del clero giovane e dei seminaristi, anche se alcune cose possono essere oggetto di ulteriore discernimento, possiamo ritenerci molto soddisfatti. L’anno che si prospetta sarà dedicato alla vita consacrata, la cui presenza in Diocesi, ha un grande valore e una speciale importanza. Per questo motivo ascolteremo con piacere le proposte sia di Padre Gianni che di Suor Emanuela. Ma, è importante ricordare che l’inizio del prossimo anno segna lo scadere naturale di alcune nomine curiali oltre al rinnovo dei Vicari Foranei e dei Membri del Consiglio Presbiterale e del Consiglio Pastorale. Per questo motivo, pubblicamente, desidero che giunga il più sentito ringraziamento a ciascuno di voi. Non si prevedono stravolgimenti, ma una normale alternanza di servizio - questo sì – con un discernimento attento che tenga conto dei talenti e delle disponibilità di ciascuno. Del resto più che dei singoli uffici, è importante sapersi inserire in una forma di pastorale sinodale e sinergica, come ci siamo prefissati nel Progetto Pastorale. Il Papa, incontrando i sacerdoti della Diocesi di Cassano ha sottolineato come il vero lavoro a servizio della Chiesa, debba essere svolto nella comunione e nella fraternità. Certo questo non è immediato e scontato. Cito il Papa: “Prima di tutto perché anche noi preti siamo immersi nella cultura soggettivistica di oggi, questa cultura che esalta l’io fino a idolatrarlo. E poi a causa di un certo individualismo pastorale che purtroppo è diffuso nelle nostre diocesi. Perciò dobbiamo reagire a questo con la scelta della fraternità”. La fraternità, secondo il Papa, è una scelta d’azione. Una modalità che non può essere riservata al caso o alle circostanze favorevoli. Essa va cercata, desiderata, amata e costruita con l’aiuto della preghiera e con la lotta personale di ciascuno. Nessuno è esente da questo sforzo. è il Signore che lo chiede. E la nostra Chiesa ne ha uno estremo bisogno. Certo, le parole del Papa a Cassano interrogano noi in prima battuta per una testimonianza chiara e luminosa della verità del Vangelo. Penso che dovremmo esaminarci e intraprendere una seria strada di conversione su come dare voce e seguito a quanto affermato dal Papa sulla scomunica ai mafiosi e il nostro continuo lavoro nella formazione delle coscienze. Per ora, chiediamo al Signore di benedirci e illuminare il nostro lavoro perché tutto avvenga alla sua presenza.