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Vita diocesana

Festeggiata nella parrocchia S. Francesco di Paola la Virgo Fidelis

Giovanni Maria Cataldi · 13 anni fa

Saluto del capitano della Compagnia, Bove e “Preghiera del Carabiniere” Festeggiata nella chiesa parrocchiale “S. Francesco di Paola” di Lamezia Terme, la “Virgo Fidelis”. Il culto per la celeste Patrona dell’Arma (la cui icona, opera dello scultore Giuliano Leopardi, raffigurala Vergine in atteggiamento raccolto, intenta -alla luce di una lampada- a leggere in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse: <>;

e l’Arma dei Carabinieri ha, difatti, per motto “Nei secoli fedele”, una caratteristica propria di ogni soldato che servela Patria) iniziò subito dopo l’ultima guerra mondiale, per iniziativa di S.E. mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia, e di P. Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo.

L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII, accogliendo l’istanza di mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissandone la celebrazione il 21 novembre, ricorrenza della battaglia di Culqualber.

Alla Santa Messa, officiata da padre Antonio Bonacci, superiore e parroco moderatore dei padri Minimi del locale convento e animata liturgicamente dal gruppo storico “Padre Giovanni Vercillo”, costituitosi in parrocchia lo scorso anno, hanno presenziato il capitano dei CC della Compagnia lametina Stefano Bove, il luogotenente Domenico Medici, comandante della Stazione CC di Sambiase; assieme a numerosi graduati e militari della Benemerita delle altre Stazioni che fanno capo alla Compagnia lametina, con i loro familiari; ad una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri/Sezione Lamezia; e ad una rappresentanza degli altri Corpi territoriali. Alla Messa hanno assistito il vicesindaco di Lamezia, Francesco Cicione; il presidente del Consiglio provinciale di Catanzaro, Peppino Ruberto; il consigliere regionale Mario Magno.

Padre Antonio Bonacci all’omelia ha tenuto una vera e propria sulla “Virgo Fidelis”,la Verginefedele.

“Maria –ha detto padre Bonacci- è un esempio splendido di fede per tutti noi. Il suo consenso da il via al piano della salvezza per tutto il mondo e per tutti i secoli”. Padre Bonacci ha messo in guardia dal fatto che “viviamo in un società dove corriamo sempre, tutti, indistintamente. Tante volte noi cerchiamo come esseri umani di imboscarci per condurre una vita dispersiva, lontana dai valori cristiani che ci sono stati tramandati. Dio guarda a Lei, a Maria, per iniziarela Storiadella salvezza”.

Il superiore dei locali padri Minimi si è poi soffermato sulla letteratura che riguardala Madonna.“Voi, carabinieri –ha aggiunto padre Antonio Bonacci-, invocatela Madonnacome Virgo Fidelis ma il titolo più alto, più bello, più antico è quello di /Madre di Dio”. Quindi, ha evidenziato due privilegi della Madonna: “il suo , la disponibilità di mettere la sua vita nelle mani di Dio, è l’atteggiamento che fa di Lei la più grande per essere noi salvi; e poi c’è il privilegio della verginità perfetta di Maria, invocata comela Vergine Santa”. Bonacci ha ancora insistito che “nella nostra vita spirituale non può mancare la presenza di Maria”, per poi indicare tre vie per arrivare alla Madonna: avvicinandoci sempre più a Gesù; liberando la propria anima dalle scorie del peccato; intensificando la conoscenza e la preghiera a Maria”.

L’omelia di padre Antonio Bonacci è stata volutamente basata sulla spiritualità mariana. “Non vi ho proposto un messaggio sociale –ha puntualizzato il sacerdote dell’Ordine dei Minimi, rivolgendosi ai militari della Benemerita-, in quanto voi conoscete molto bene il problema, le situazioni, i drammi, le gioie della città di Lamezia e del territorio limitrofo”. A tal proposito, il padre superiore ha voluto ricordare anche un’espressione tanto cara al vescovo emerito di Lamezia, mons. Rimedio, e cioè <>, che padre Bonacci ha così spiegato: “la città dell’uomo si realizza con l’apertura all’altro, alla solidarietà; la città di Dio richiede il riconoscimento al Suo primato”. E ha concluso l’omelia, formulando un augurio di serenità e progresso della Città e del territorio lametino.

Durante l’Eucaristia si è pregato anche per i colleghi carabinieri che hanno perso la vita nel compimento del loro lavoro. E prima di ricevere la benedizione finale, c’è stato un breve saluto dall’altare da parte del capitano della Compagnia CC Stefano Bove, che ha ringraziato tutti i militari dell’Arma, intervenuti coi loro familiari. “La Virgo Fidelis–ha detto Bove- vuole essere anche un momento per ritrovarci insieme e ogni anno preferiamo cambiare chiesa, dove celebrare questa ricorrenza”. Il capitano si è poi soffermato storicamente sulla “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, nella ricorrenza del 70° anniversario della battaglia di Culqualber (e della giornata dell’orfano dei militari dell’Arma), combattuta in Abissinia (l’attuale Etiopia) dal 6 agosto al 21 novembre 1941 fra italiani e britannici. In quella battaglia, il 1º Gruppo Mobilitato dei Carabinieri diede luogo ad un’eroica difesa, con il sacrificio dell’intero reparto; fatto per il quale alla bandiera dell’Arma dei Carabinieri venne concessa una Medaglia d’Oro al valor militare.

Dopo la lettura della “Preghiera del Carabiniere”, con i militari dell’Arma irrigiditi sull’attenti, c’è stata la consegna da parte di padre Antonio Bonacci di un quadro di S. Francesco di Paola ad ogni rappresentante delle varie Stazioni CC e degli altri Corpi. Poi il luogotenente Mimmo Medici ha omaggiato padre Antonio di un artistico quadretto con su scritta la “Preghiera del Carabiniere” e impressa l’immagine della “Virgo Fidelis”.

Alla fine, tutti nel salone parrocchiale per un momento di agape fraterna, con la degustazione di ottime crespelle, preparate da un ormai collaudato staff parrocchiale.