Il vescovo ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica coi Missionari Religiosi Padre Paulin Alamanoh, 32 anni, primo anno di Ingegneria informatica e Biomedica all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Campus di Germaneto; e padre Bernard Assima Kpatcha, 33 anni, iscritto al primo anno di Farmacia, sempre all’Università di località Germaneto.
Sono i primi due missionari Camilliani, provenienti dall’Africa –il primo dal Benin, l’altro da Togo-, che hanno fatto il loro ingresso nella diocesi lametina, e che opereranno secondo il carisma di S. Camillo de Lellis.
Sono stati presentati nel corso di una solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal vescovo di Lamezia, mons. Luigi Cantafora, nella chiesa di “Maria SS. delle Grazie” (Lamezia ovest), nella domenica di Cristo Re (20 novembre), a conclusione dell’anno liturgico.
“I padri Camilliani –ha detto il presule all’omelia- aprono qui a Lamezia la loro
Oltre al vescovo hanno concelebrato il superiore provinciale dei Camilliani perla Provinciasiculo – napoletana, padre Rosario Messina, assieme agli altri padri camilliani che nella settimana scorsa hanno svolto la loro missione nel territorio parrocchiale; il parroco di “Maria SS delle Grazie” don Pino Pezzo e don Angelo Cerra.
“La parrocchia Le è riconoscente, Eccellenza –ha detto il parroco don Pino Pezzo, nel suo indirizzo di saluto al vescovo-, per il dono di grazia che ci ha mandato: i missionari di San Camillo de Lellis. La presenza dei padri Camilliani ci lascia la nascita di un gruppo di nostri laici, pronto ad impegnarsi nel ministero della Consolazione, secondo il carisma di San Camillo”.
La funzione religiosa è stata poi scandita, oltre che dalla consegna del mandato ai missionari laici per il ministero della Consolazione, dalla consegna di una targa per la parrocchia, come segno del grande evento missionario.
A conclusione della Messa, anche il superiore provinciale dei Camilliani, padre Messina ha voluto ringraziare il vescovo e augurare un fruttuoso ministero pastorale ai primi due padri camilliani che opereranno nella diocesi lametina.
L’ingresso della comunità religiosa Camilliana era stato preceduto da una settimana di loro missione, avviata il 14 novembre u.s. con la consegna del mandato, avvenuta nel corso di una S. Messa, presieduta dal vicario generale della diocesi lametina, mons. Pasquale Luzzo, sempre nella chiesa “Maria SS delle Grazie”, retta da don Pino Pezzo, coadiuvato da don Angelo Cerra. Nei giorni successivi, i missionari camilliani hanno visitato gli infermi nelle loro case, accompagnati da alcuni laici della stessa parrocchia di viale Stazione. Ma la loro missione si è snodata attraverso una serie di appuntamenti, quali i centri di ascolto presso i locali parrocchiali, con la presenza di un sacerdote missionario;la S. Messae l’Adorazione Eucaristica;la Lectiodivina; gli incontri con le Associazioni; e, ancora, incontri specifici con i catechisti, i bambini, i ragazzi e i giovani. Ovviamente, non poteva mancare la proiezione di un filmato sulla vita di S. Camillo de Lellis. Per tutti questi incontri, si sono alternati: padre Rosario Messina, superiore provinciale della Provincia siculo-napoletana; padre Umberto Ruffino; suor Veronica Tondini; padre Vincenzo Ruggiero.
“La missione dei camilliani, una benedizione di Dio alla nostra comunità –ci hanno evidenziato don Pino Pezzo e don Angelo Cerra, al termine della Messa-. Abbiamo vissuto una bella settimana insieme ai missionari, che sono stati accolti nelle famiglie della nostra parrocchia e ascoltati con gioia, condividendo con loro le nostre gioie e le nostre sofferenze”.
I missionari hanno visitato in maniera particolare gli ammalati e incontrato tutta la comunità; “sono stati per noi presenza del Signore che cammina con noi –hanno aggiunto i due sacerdoti locali-. Abbiamo aperto il nostro cuore all’incontro con Lui, con la certezza che ci ama di un amore gratuito”.
Don Pino e don Angelo hanno concluso rimarcando di aver “affidato, nella preghiera, al Signore la settimana della missione appena trascorsa, ringraziandoLo per questo momento di grazia che ci ha fatto vivere”.