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Cultura e Società

San Francesco e la questione meridionale

Paolo Emanuele · 13 anni fa

Presentati due libri sul Santo di p. Giovanni Cozzolino e Filippo D’Andrea Domenica 13 novembre 2011 nel decennale di fondazione della Parrocchia del Redentore a Lamezia Terme guidata da mons. Armando Augello si è svolto un convegno sul Santo della Carità Sociale presentando il volume “San Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi a Corigliano Calabro” di Padre Giovanni Cozzolino, delegato generale dell’Ordine dei Minimi ed il libro “Eremita Viandante. Laicità e contemporaneità di san Francesco di Paola” del prof. Filippo D’Andrea, filosofo e teologo laico.

Ha introdotto e moderato i lavori l’editore e fondatore dell’Editoriale Progetto 2000, casa editrice di ambedue le opere, il dott. Demetrio Guzzardi, tracciando la bibliografia e l’impegno intellettuale e cristiano degli autori, ponendo in risalto la questione meridionale come questione morale, così come viene intesa dal documento Cei “Per un paese solidale”. Padre Giovanni Cozzolino ha esposto il libro di Filippo D’Andrea rilevando la novità della lettura antropologica e sociale del Santo paolano. “Un santo di equilibrio tra eremitismo e missionarietà in mezzo alla gente calabra, siciliana e francese del XV secolo. La laicità dell’Eremita, non prete e non diacono, ha espresso la dimensione esistenziale dentro una vita ascetica colta e vissuta nella piena unitarietà testimoniale. “Il volume di Filippo D’Andrea – ha detto padre Cozzolino – fonda una teologia della radicalità tanto urgente nella realtà contemporanea per riaccendere quel paradigma di valori, molla di una risurrezione di tutto il Sud: carità sociale, giustizia, libertà, impegno politico”.

Il prof. Filippo D’Andrea ha presentato il libro di padre Cozzolino cogliendo il rapporto tra san Francesco e Corigliano Calabro fin dal 1476 – 1478, biennio in cui ha costruito il convento locale avviando un rapporto spirituale e di prossimità umana con la popolazione, durato e cresciuto fino ai nostri giorni. “La ricerca della memoria collettiva forgia e salda l’identità, consapevole che è una dimensione straordinaria per elevare l’ordinario di una comunità e della sua coscienza civile” ha affermato Filippo D’Andrea. “Dove la storia è muta, è sordo il presente e cieco il futuro” ha continuato. “ e la ricerca della fede della gente nel suo vissuto significa costruire la speranza di un sogno da realizzare quotidianamente nel piccolo di un paese meridionale”. “Convivono tuttora nella fede popolare elementi evangelici con scorie antievangeliche: la croce con la superstizione, le madonne ed i santini con le armi dell’odio”. Il libro che ha focalizzato la pietà popolare nell’interno della religiosità devozionale verso il santo paolano, rivela la tipologia di fede alla radice dell’animo interiore bruzio e del Sud in generale. Certamente non si intende l’eliminazione della pietà popolare ma proseguire nella sua coraggiosa e radicale purificazione evangelica. “Il cuore malato si deve curare non sopprimere, perché si uccide la vita”.

Mons.Armando Augello, parroco e dovente di esegesi biblica all’Istituto Teologico Calabro “San Pio X”, ha posto tutto il discorso convegnistico nella teologia dell’incarnazione che può rialzare la coscienza cristiana nella dimensione della dottrina sociale così da vivere il personale di fede dentro il comunitario di fratellanza civile. La città di Dio sorgente nell’anima edifica la città dell’uomo: figura di storia di risurrezione civile del Meridione, ha affermato mons. Augello.