«Andate avanti con tanto coraggio ed entusiasmo. Prendendo come modello la Sacra Famiglia -Gesù, Giuseppe e Maria-, noi sappiamo cosa fare e dove andare. Auguri ». Con questo augurio il cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, intervenuto nella serata del 10 novembre u.s. a Lamezia, in occasione di un incontro pubblico, ha benedetto -poco prima del momento in Cattedrale- i nuovi locali dell’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare -denominato “Tobia e Sara” (nda, dal nome di alcune figure bibliche)-, ubicati al pian terreno del palazzo vescovile.
«La missione che la Chiesa vi affida –ha evidenziato il Cardinale, rivolgendosi agli operatori- va inserita nel vostro essere cristiani, ossia di rappresentare quanto Cristo ci ha insegnato con la sua vita sul valore della famiglia, sulla necessità imprescindibile di un’azione spirituale e sociale» . Sepe si è poi soffermato sulla famiglia, che «oggi subisce maremoti, tsunami; e se la famiglia non è autenticamente cristiana, la deriva è irreparabile… Ed ecco, allora, la gioia di una missione».
Oltre a mons. Cantafora, vescovo diocesano, e a numerosi sacerdoti, tra cui don Pino Angotti, direttore dello stesso ufficio, c’erano numerosi operatori della pastorale familiare. A nome di tutti loro Paolo Barberio -dopo aver ringraziato Sua Eminenza, il cardinale Sepe e Sua Eccellenza, il vescovo Cantafora- ha paragonato l’apertura dell’ufficio di pastorale familiare ad «una sorta di traguardo volante, strumento strategico necessario –però- per proseguire, mediante il lavoro costante di ognuno, verso il cammino di evangelizzazione della nostra amata Diocesi».
«Le attività diocesane di pastorale familiare –ha spiegato don Pino Angotti- che saranno avviate al più presto, comprendono, tra l’altro: un itinerario permanente di formazione per il matrimonio e la famiglia; un Centro di mediazione familiare (consultorio familiare); e il Centro di aiuto e sostegno alla vita».
Per il vescovo Cantafora si chiude felicemente un percorso di 4 anni, e diventa realtà «l’itinerario diocesano di formazione permanente per il matrimonio e la famiglia, che ha come destinatari –come evidenziato dal presule nella Lettera alla diocesi in preparazione alla venuta del Papa- alcune coppie di coniugi che possano assumere il compito di animazione e servizio verso altre coppie, in diocesi, nelle parrocchie, sul territorio, rispondendo in modo evangelico e competente alle tante sfide nel campo della famiglia e della vita».