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Cultura e Società

IL MATRIMONIO: LA NATURALE UNIONE TRA L'UOMO E LA DONNA

Paolo Emanuele · 10 anni fa

E' stato più volte sottolineato, nei decenni successivi alla nascita della Carta Costituzionale nel 1948, la magnifica opera, giuridicamente parlando, realizzata dai padri costituenti nell'intento di dare un ordine democratico ad una nazione che usciva da una guerra mondiale con relativa dittatura fascista. Pongo l' attenzione all' art. 29 che recita così: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare. La famiglia è indicata come società naturale, in quanto insito nella natura voluta da DIO, che avvenga l'incontro "naturale" tra l'uomo e la donna la cui unione carnale porta a realizzare quel misterioso e meraviglioso miracolo chiamato " VITA ". La storia millenaria della umanità, dall'età arcaica fino ai giorni nostri, insegna come ci sia stata un evoluzione nel campo politico, economico, sociale e culturale senza confini, se si considerano i moderni sistemi di comunicazione ed informazione. Riconoscendo come questi cambiamenti hanno prodotto un miglioramento della qualità della vita, non si può non ammettere che nulla è cambiato in relazione alla famiglia, fulcro dell'umanità intera, il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana dove si coltivano i rapporti tra genitori, ( l'uomo e la donna) e la prole, dove si costruisce il dialogo che serve a formare la personalità. L'Uomo, pater familias, l'essere forte a protezione degli interessi dei suoi cari in stretta collaborazione con la Donna, alla quale viene riconosciuto quel compito stupendo di accudire con amore infinito i propri figli, mantenendo unita la famiglia, nella sua più profonda intimità. La naturale superiore forza fisica dell' uomo si compensa con la straordinaria forza mentale della donna che contribuisce a mantenere saldo il tetto coniugale, non vi è famiglia dove l' amore, la pazienza infinita della donna, non risulti determinante per il mantenimento della stabilità nel rapporto di coppia, grazie alla sensibilità spirituale e lo stile relazionale che contraddistingue il suo essere. Da ciò si desume come l' eguaglianza morale e giuridica tra i sessi, arrivata tardivamente per un arcaica mancanza di sensibilità, sia da inquadrare non tanto come una forma di emancipazione della donna, ma come un naturale riconoscimento degli stessi diritti , che il Nostro Signore Dio ha voluto creando l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza come ci ricorda il libro della Genesi. Preme sottolineare che tra uomo e donna non vi sia un uguaglianza universalmente riconosciuta. La donna negli stati medio-orientali vive in condizioni di servilismo, in virtù del fondamentalismo religioso, con l'applicazione della sharia, viene vista come soggetta all'autorità dell'uomo con relativa negazione dei diritti fondamentali, in tal contesto il tessuto sociale risulta fortemente compromesso, in quanto la violazione dei diritti produce effetti che non solo si riflettono nel contesto familiare, non venendosi a creare quell'armonia di cui sopra, ma anche nel contesto sociale, poiché nessun essere umano può accettare che gli venga calpestata la dignità. I sentimenti di pace e di amore che si provano nel profondo dell' animo, non dovrebbero trovare come ostacolo la prevaricazione di chi pensa che violando l'intimo di una donna afferma una legittima superiorità riconosciuta da una legge, che rappresenta la negazione della volontà di Dio, da ciò ne deriva un arretratezza che mal si concilia con una visione paritaria del rapporto.La cultura occidentale ha manifestato in tema dei diritti fondamentali della donna enormi progressi nell'ultimo secolo trascorso portando ad una perfetta equiparazione tra i sessi. Da ciò notevoli riflessi positivi sul piano dei rapporti tra uomo e donna all'interno della famiglia, dove entrambi i coniugi in condizione di uguaglianza, nell'assoluto rispetto reciproco del proprio essere trasmettono amore e gioia ai propri figli. Il matrimonio come unione naturale tra uomo e donna basato sulla parità morale e giuridica, è cosi riconosciuto dallo stato italiano come dalla Chiesa, grazie ai "patti lateranensi", siglati a roma il 1929 successivamente confermati con gli "accordi di villa madama" del 1982, mediante i quali è possibile celebrare il matrimonio concordatario con validità sul piano civile e canonico. La visione del matrimonio, come unione consacrata a Cristo è sempre stato il cardine della nostra società Cristiana. Oggi la secolarizzazione ha messo in discussione alcuni principi e valori riconducibili a questo istituto, molti preferiscono le unioni di fatto e quindi non sentirsi legati dal quel vincolo indissolubile che, come dimostrato nei secoli ha prodotto continuità nel rapporto formando una coscienza collettiva che vede nella famiglia un modello di stabilità, a differenza del contesto attuale dove tra i conviventi la precarietà dell' unione si evidenzia in principio, negando la consacrazione a Dio e rivendicando libertà ed autonomia gestionale. Inevitabilmente si minano i rapporti della comunità familiare dalle fondamenta, rendendo i figli vulnerabili e vittime dell'egoismo di chi preferisce tutelare i propri interessi ed abbandonarli al proprio destino, dimenticando che l' affetto e l' amore dei genitori sono necessari per coloro che rappresentano il futuro, deputati a portare avanti la società. Il cammino di vita percorso sulla via del Vangelo, parola di verità, orienta il nostro cuore che deve essere intriso di amore verso il prossimo, tutto ciò porta ad una trasmissione di valori che si addensano nei rapporti interpersonali per un mondo di pace.