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Vita diocesana

Sfida educativa e non solo, tra le sollecitazioni date dal Card. Sepe a Lamezia Terme

redazione · 13 anni fa

Inaugurati anche i nuovi locali dell'ufficio diocesano di pastorale familiare “Il grande Giubileo del 2000 è ancora attuale nella società e nella Chiesa di Dio? Oppure rimane soltanto un buon ricordo?” : questi i primi interrogativi che hanno iniziato ad innervare il forte, significativo e più volte applaudito intervento del Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, giunto a Lamezia come momento vivificante per ricordare la recente e storica visita pastorale di Papa Benedetto XVI e, parallelamente, per rinverdire un altro storico ricordo , come lo fu il grande Giubileo del 2000, di cui lo stesso Sepe ne fu il Segretario Generale.

Per poter dare delle indicazioni valide, l’Arcivescovo di Napoli ha sottolineato che “il Giubileo ha rappresentato un trapasso storico con cui Giovanni Paolo II sentiva l’urgenza di dare alla Chiesa un qualche cosa che la spingesse nel nuovo millennio a vivere con profonda responsabilità il cammino che la Provvidenza le ha assegnato”. In tale contesto, allora, “è stato certamente un forte messaggio di speranza nel cammino della Chiesa e dell’uomo. La moltitudine di persone, non meno di 25 milioni- di cui ben tre milioni erano i giovani -, cosa in effetti voleva? Cosa cercava? La risposta, oggi come ieri e come sempre è una sola: venivano per incontrare Gesù Cristo, il Dio fatto carne che è venuto per riscattarci dal peccato e dalla morte”. Un cristianesimo liberalizzante, in quanto ha liberato l’uomo dalle tante paure, dalle tante incognite che s’erano create in tragici avvenimenti della storia, proponendo la vita bella del Vangelo, la sua notizia di giustizia e di libertà. Se così è , come non potrebbe essere diversamente, allora per il cardinal Sepe si interpone un’altra domanda di fondo: “Quanti hanno accolto quella buona notizia?”

Certo è, ha poi ripreso, “il Giubileo ha marcato in qualche modo la vita di tante persone e, così come l’ha voluto Giovanni Paolo II, è stato un grosso grido di speranza per tutta l’umanità. Il Giubileo del2000 hasegnato inoltre la storia, alla quale ha dato una svolta, quasi un punto e a capo di un tempo nuovo, facendo affiorare di nuovo la speranza dopo i gravi eventi tragici della storia”.

Dalla storia, dagli interrogativi, si trasborda subito alla realtà dell’oggi, per cui il cardinale Sepe ha ripreso a far riflettere con questa richiesta di approfondimento ed insieme di collaborazione: “Come la Chiesa deve comunicare Cristo in questo contesto; come voler mettere in cammino una Chiesa che vuole essere missionaria”.

Innanzitutto, ha egli rimarcato, “bisogna dare risposte concrete ai nostri ragazzi. Basta chiacchiere, promesse mancate: servono i fatti. Bisogna ritornare alle radici della nostra fede e rivedere contemporaneamente i nostri stili di vita. Queste radici le si trovano nel contesto del cammino della Chiesa; ognuno di noi deve sentirsi aperto all’altro; all’altro che è anche il mondo. Quindi, come effetto immediato, vivere la carità nella nostra realtà sociale, nella storia del nostro tempo”.

E, con la giusta razione della carità, “riscoprire anche la dimensione del perdono, cominciando da capo a recuperare il bene: cioè ricostruirci come uomini, come cristiani, riscoprendo a vivere il bene comune”.

Il passaggio sul dibattuto tema della sfida educativa lanciata dalla Chiesa italiana non poteva decisamente far rimanere il cardinale in silenzio, tanto che il concetto lo ha così ripreso e rimarcato: “la conclamata sfida educativa è un chiamare a raccolta ciò che può servire all’uomo per affrontare la sfida della contemporaneità.; serve allora una svolta al nostro vivere cristiani. Educare alla buona vita del Vangelo, chiamando in causa la comunità ecclesiale in quanto essa è il primo soggetto della formazione educativa”.

Basta anche a fare deleghe, in quanto, ha così concluso l’Arcivescovo di Napoli, “ognuno di noi ha il dovere di far crescere la comunità contribuendo alla costruzione del bene comune, favorendo un cammino di autentica promozione della speranza su quella roccia che è Cristo”.

Prima del convegno in Cattedrale, il Cardinale Sepe ha benedetto i nuovi locali dell’Ufficio diocesano di Pastorale Familiare, al pian terreno del palazzo vescovile. Don Pino Angotti, direttore dell’Ufficio, ha illustrato che le attività diocesane di pastorale familiare, che saranno avviate al più presto, comprendono tra l’altro:

un itinerario permanente di formazione per il matrimonio e la famiglia; - Un Centro di mediazione familiare; e un Centro di aiuto e sostegno alla vita.

Giovanni Maria Cataldi