·

Vita diocesana

L'unione dei Comuni del Monte Contessa offre l'olio votivo alla Vergine di Visora

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Nell’ambito delle iniziative per il mese mariano in Cattedrale -dove giovedì sera è giunta proveniente da Conflenti la statua della Madonna del Santuario della Querciuola-, nella serata di ieri, lunedì 5 maggio, si è vissuto un momento importante, tradizionale per il mese di maggio: alle 18 durante la Celebrazione dei Vespri, presieduta dal Signor cardinale Elio Sgreccia, Presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita, c’è stata l’offerta dell’olio votivo alla Vergine da parte dell’Unione dei Comuni “Monte Contessa”,alla presenza dei sindaci di Maida, Cortale, Curinga, Jacurso, San Pietro a Maida (con la partecipazione anche del sindaco di Lamezia Terme). All’atto dell’offerta dell’olio, che ogni Primo cittadino ha versato nell’ampolla, ha fatto seguito l’accensione della lampada che arderà dinanzi alla Vergine. “La lampada accesa –ha detto il cardinale emerito Sgreccia- assume un duplice significato: innanzitutto dice la presenza di Maria ed è collegata al simbolo dell’accensione del cero pasquale. Maria è l’estensione della luce –ha aggiunto Sgreccia- che fa brillare notte e giorno questa lampada; Maria ci ama e veglia sempre su di noi”. In secondo luogo “quella luce –ancora il cardinale emerito- vuol dire anche simbolo, segno di un’altra luce, la luce della fede, che è stata consegnata a noi nel Battesimo. Fede, che non si deve spegnere mai. E la nostra fede significa avere fiducia; significa sentire lo sguardo misericordioso e lo sguardo tenero di speranza, che non ci deve abbandonare; significa affidare noi stessi a Maria, nostra Madre”.

Il cardinale emerito Sgreccia ha voluto ancora porre all’attenzione dei presenti il significato della

lampada accesa: “questa lampada accesa significa che noi ci siamo, ci vogliamo essere e vogliamo rimanere con Maria. Ecco allora –ha concluso Elio Sgreccia- il duplice significato della lampada: la presenza di Maria e il Suo amore per noi; la nostra fede viva”. Sgreccia ha poi concluso così: “che questa luce non si spenga, e si alimenti ogni anno per rinnovare questa fedeltà. La luce viene da Dio, e questa luce non ha tramonto. E anche per la nostra vita non c’è tramonto. Auguro una grande benedizione da parte del Signore per intercessione di Maria, affinché questa comunità sia unita e sia riflesso della luce di Gesù Risorto”. All’inizio della celebrazione dei Vespri, il vescovo della diocesi Luigi Cantafora aveva porto il suo saluto al cardinale emerito Sgreccia. Il presule nel suo intervento si era soffermato sulla “cultura della morte che si diffonde, specie per quei bambini a cui viene impedito di nascere. E siamo qui, dinanzi alla Vergine di Visora, alla Quale affidiamo la cultura della vita. La lampada possa illuminare la via che conduce alla pace”.

Il canto del Magnificat (cantico della Beata Vergine) e la benedizione hanno concluso i Vespri e

dato inizio, sempre nel Duomo lametino, al secondo momento programmato: la presentazione del libro “Charitas Christi urget nos”, in occasione del decimo anniversario di episcopato del vescovo. Curato da don Giuseppe Montano, presidente della Fondazione del Centro culturale , il testo “è la raccolta –come ha spiegato lo stesso Montano- di alcuni dei testi dell’episcopato del vescovo lametino, che vede la prefazione del Cardinale Julián Herranz e tre saggi introduttivi che sottolineano alcuni nodi nevralgici del ministero di monsignor Cantafora”. Un testo, che ha tra le finalità quella di “mantenere viva la memoria per ricordare –ha aggiunto Montano- quanto il Signore ha operato nei primi dieci anni di episcopato di monsignor Cantafora. Oltre alla Lettere pastorali, il libro –ha proseguito don Giuseppe Montano- contiene una serie di omelie e di alcuni scritti programmatici, in occasioni di particolare rilevanza della vita diocesana”, come il saluto del vescovo in occasione della Visita di Benedetto XVI del 9 ottobre 2011, l’omelia di monsignor Cantafora alla esequie dei ciclisti lametini (7 dicembre 2010), periti nella strage del 5 dicembre, etc. Questo e altro ancora è documentato in 16 scatti fotografici, che riassumono le fasi salienti del ministero di monsignor Cantafora.

E’poi intervenuto il cardinale emerito Elio Sgreccia, il quale ha elencato alcuni fattori che hanno attirato interesse e consenso del libro di monsignor Cantafora, indicando quale primo punto “l’idea teologica forte di pastorale”, dove si tratta di “svelare –ha spiegato Sgreccia- il mistero della vita umana con la vita divina, e aiutare la gente ad incontrarlo”. Il libro impianta tutta la pastorale “nella presenza viva e costante del Cristo Risorto”; bene “la prassi e la metodologia”. “Da qui –ancora il cardinale emerito- ne derivano alcune scelte, e al primo punto va la scelta prioritaria del presbiterio”. Il cardinale si è poi detto contento per via del “clero giovane, che avete nella vostra diocesi” e, quale altra scelta, ha elencato “la formazione dei di laici maturi, responsabili, capaci di essere testimoni nelle cose difficili; senza i laici, una chiesa non è piena”.

Per il cardinale emerito Sgreccia “presbiterio, vocazioni, laici sono la forza della Chiesa”… per una “pastorale della vita”. Sgreccia ha concluso il suo intervento riportando un pensiero di San Bernardo, a proposito di “tre categorie che fanno male alla Chiesa: i persecutori, quelli che creano le divisioni e coloro che stanno senza far niente”. Con una esortazione finale ai laici: “per voi laici adesso è il tempo della scelta. Ora!”. I ringraziamenti finali del vescovo Cantafora e la benedizione a due impartita ai presenti hanno chiuso la serata in Cattedrale.