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La parola del Vescovo

Intervista di S.E.il Vescovo a Radio Maria

Paolo Emanuele · 10 anni fa

INTERVISTA DEL VESCOVO A RADIO MARIA COLOMBIA

1. Quale significato per la Chiesa ha la canonizzazione dei due papi?

Ogni canonizzazione è motivo di grande gioia per la Chiesa, perché nei santi possiamo vedere la bellezza della Chiesa che crediamo Santa. Questa gioia diventa ancora più grande quando siamo stati umanamente vicini alla storia e alla figura dei nuovi Santi. In tal senso si è testimoni non solo di una celebrazione, ma anche e soprattutto della vita, i teologi direbbero della fama di santità dei nuovi santi. Mi riferisco chiaramente ai frutti della vita dedita a Dio e alla Chiesa che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II ci hanno lasciato; frutti di cui noi stessi siamo stati destinatari e protagonisti. Al Beato Giovanni XXIII dobbiamo riconoscere la grande intuizione ad aprire la stagione del Concilio Vaticano II e a spingere la Chiesa a rinnovarsi nel suo modo di essere presente e di annunciare il Vangelo. Per il Beato Giovanni Paolo II invece, siamo stati tutti in qualche modo vicini alla sua figura di Pastore veramente universale che ha sentito le prove e le vicende dell’intera umanità, facendosene interprete e dando voce a tanti sofferenti. Ma è stato anche il Papa che ci ha consegnato un modello di servizio e di generosità sino alla fine, insegnandoci che si può servire il Signore anche con la sofferenza e la malattia.

2. Perché è importante per la Chiesa in questo momento?

Il momento che stiamo vivendo è un momento bello per la vita della Chiesa. Spesso si pensa che le strutture, i vertici della Chiesa non siano sempre di buon esempio. Invece in quest’ultima parte della vita della Chiesa, abbiamo avuto grandi Papi come non capitava da tempo, nella storia della Chiesa. è bello appartenere a una Chiesa che è guidata da uomini santi, peccatori, fragili ma che hanno cercato di servire veramente il Signore e i fratelli. E ci rassicura che, nonostante tutto, la Chiesa ancora oggi, porta frutti di santità, riconoscibili non solo dai credenti, ma dal mondo intero.

3. Come possiamo descrivere il pontificato di Papa Francesco?

Tanto è stato detto e tanto si dirà su questo argomento! Sono certo che una miniera dove cercare le parole e le immagini per questa risposta è l’esortazione Evangelii Gaudium insieme a tutto il suo magistero. Una Chiesa in uscita, aperta, missionaria, gioiosa, in ascolto del Signore che la invita a purificarsi, ma anche a non restare piegata sui propri mali, ma a cercare ovunque di portare la pace e la consolazione del Vangelo.

Restano scolpite alcune sue immagini, come Chiesa ospedale da campo, Chiesa in uscita, forse tutte accomunate dall’immagine di Cristo come il Buon Samaritano, che resta anche per noi credenti, l’icona più bella per dire il servizio dei cristiani al mondo.

4. C’è continuità con i papati passati?

Il pontificato di Papa Francesco è un pontificato di grande continuità e di grande innovazione allo stesso tempo. La continuità si vede nell’accogliere tutte le istanze che ha ereditato da Papa Benedetto XVI, il quale non era solito tacere sulla spazzatura nella Chiesa e nel mondo. Da qui tante sue scelte che sui giornali hanno suscitato novità e scalpore, ma che concretizzano una volontà di rinnovamento a più livelli, che non contraddicono la natura della Chiesa, ma anzi attuano, secondo me, quanto il Concilio Vaticano II ha indicato. C’è un comune filo rosso tra gli ultimi tre papi ed è quello di dare concretezza alla Chiesa del Concilio.

5. Come si colloca la Chiesa nel panorama internazionale oggi?

La Chiesa nel panorama internazionale si colloca come una grande comunità di persone di lingue, razze e nazionalità diverse. Una comunità che non ha pretese politiche, ma solo una notizia da dare: Cristo luce delle genti e un servizio da offrire: la carità, l’amore per ogni uomo e per ogni donna.

Annunciare il Vangelo, da sempre questo è il compito della Chiesa, e lo è anche oggi! E la Chiesa annuncia il Vangelo con la testimonianza e cercando di lenire ogni forma di povertà sia spirituale che materiali. L’impegno in questi campi è davvero grande e la prova è il crescente numero di martiri in tutto il mondo.

6. Quali sono le sfide della Chiesa oggi?

Le sfide e le priorità, insieme alle urgenze non mancano mai. La Chiesa, ovunque è presente conosce le sue sfide. Ma penso che ci sia un’unica grande sfida: quella di saper ascoltare il Signore e la voce dei poveri. Il Signore e i poveri, ci riportano alla realtà e ci dicono cosa fare, dove intervenire, cosa cambiare. Essere attenti e vivere un preciso discernimento per compiere la volontà di Dio. Certo questo poi si declina in tanti ambiti e il Papa non manca di suggerimenti: l’adesione a Cristo, la gioia della fede e dell’essere Chiesa, come anche la famiglia, il lavoro, la lotta alla povertà. Sono sfide che appaiono ovunque, l’importante è saper discernere ed essere in ascolto del Signore e dei poveri!