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Chiesa

Due Nuovi Santi

Antonio Pittella · 10 anni fa

Due grandi Papi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II arricchiscono la “Madre dei Santi, immagine della Città Superna del sangue incorruttibile dispensatrice eterna”: la Chiesa.

Due Papi Benedetto XVI (emerito) e Francesco(regnante) celebrano questo evento, probabilmente, unico nella storia del cristianesimo. Milioni di persone venute da ogni parte del globo terrestre invadono Roma: città veramente eterna, perché in essa risiede l’apostolo delle genti, il pastore inviato da Gesù Cristo col compito di edificare, ingrandire, estendere in tutto il mondo la Sua Chiesa. Gesù disse agli apostoli: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura ”(Luc.) Giovani, adulti, anziani, affrontando non pochi disagi, occupano le vie della Città e con religioso comportamento, innalzando osanna al Signore, si dirigono verso via della Conciliazione per raggiungere Piazza S. Pietro, dove, a centinaia di migliaia, alloggiarono tutta la notte aspettando la maestosa cerimonia della canonizzazione dei due Papi. Sono presenti centinaia di Cardinali e Vescovi, Capi di Stato e di Governo, Re e Regine, uomini ricchi e potenti, poveri e umili, tutti, comunque, in unione di fede e di meraviglia per tanta grandiosità spirituale. Il ministero Petrino dei due Papi si è caratterizzato con molti atteggiamenti comuni: l’umiltà, la spiritualità, l’umanesimo pastorale, la volontà di cambiamento di alcuni canoni dottrinali, il superamento di una catechesi per certi aspetti obsoleta. Certo ognuno ha dato la sua impronta, ma comunque lo spirito missionario ha avuto lo stesso obiettivo: rinnovare la Chiesa, renderla sempre più vicina ai popoli e alle persone bisognose, diffondere la cultura cristiana: evangelizzare l’umanità. Papa Francesco nell’omelia proclamata nella messa, nel tratteggiare la figura e l’opera dei due nuovi Santi dice: “Sono stati veramente due grandi uomini del Novecento”. Effettivamente sia Papa Roncalli che Papa Wojtyla hanno contrassegnato un’epoca portando con la loro azione, con i loro scritti e, soprattutto con le loro opere, vasti campi di rinnovamento sia all’interno della Chiesa e dell’apparato Vaticano, sia sul versante politico-sociale, influenzando, spesso con i loro interventi, gli stati e i governi del mondo. L’apertura del Concilio Vaticano II da parte di Giovanni XXIII e, la straordinaria azione missionaria di Giovanni Paolo II, che ha sempre coinvolto uomini politici di ogni nazione, richiamandoli al sacrosanto dovere di orientare la loro politica verso il bene comune, nel rispetto della personalità e della dignità dei popoli, sono passi emblematici del loro comune sentire. Papa Roncalli, detto il Papa Buono, successore di Pio XII è stato eletto, dopo tre giorni di Conclave, il 28 ottobre 1958. Proveniente da una famiglia di contadini del bergamasco molto modesta, con grandi disagi e sacrifici entra in seminario e compie gli studi necessari per conseguire l’ordinazione sacerdotale il 10 agosto 1904. Da subito inizia la sua missione con particolare attenzione nei riguardi dei poveri, degli ammalati, degli umili, dei sofferenti, dei carcerati e con attività concreta da aiuto e incoraggiamento a tutti. Viene ordinato cardinale nel Concistoro del 12 gennaio del 1953. In un Conclave protrattosi per tre giorni il 28 ottobre del 1958 il Cardinale-Patriarca di Venezia Angelo Giuseppe Roncalli viene eletto Vescovo di Roma e Papa della Chiesa Universale. L’azione pontificia di Papa Roncalli si è mostrata subito disponibile alla riforma di alcuni canoni dottrinali, ad alcune regole riguardanti la posizione del clero, alla liturgia, alla propaganda della fede e, più in generale, a passaggi nuovi riguardanti l’evangelizzazione. Queste questioni hanno dato l’avvio ad un dibattito nella gerarchia ecclesiastica tanto da sollecitarlo ad assumere la determinazione di convocare il Concilio Vaticano II, aperto con l’allocuzione programmatica Gaudet MaterEcclesiae. Papa Roncalli vuole una Chiesa Nuova, più vicina al popolo di Dio, più semplice e capace di trasmettere la parola di fede e di salvezza, una chiesa che usi un linguaggio, anche nelle celebrazioni, comprensibile e facile. L’attività di rinnovamento di Papa Giovanni XXIII si è dispiegata anche nei confronti dell’azione mediatrice della politica, si ricorda, a tal proposito, il suo intervento veramente efficace presso N. Kruscev, presidente dell’Unione Sovietica e J. F. Kennedy, presidente degli Stati Uniti d’America, allorché, per la “crisi di Cuba” si stava rischiando un conflitto atomico. Papa Roncalli, con il suo linguaggio semplice denso di amore e carità, con i suoi comportamenti carichi di umiltà riusciva a conquistare la gente semplice e a smuovere il cuore dei potenti. Con l’Enciclica Pacem in terris, il Papa, con visione ampia e futurista, delinea i princìpi cardini che debbono sorreggere la politica, l’economia, la giustizia sociale, la diffusione dei beni, il rispetto della persona umana, gli interventi statali a livello mondiale, così da evitare guerre e controverse violente, perché affermava: “Le guerre si sa dove e quando iniziano, ma non si può sapere quando finiscono e, intanto, portano distruzione e morte”. Famoso, perché pregnante di tenerezza e umiltà, rimane l’invito “Cari fratelli tornando a casa date una carezza ai vostri bambini e dite questa è la carezza del Papa”. “Angelo di Dio tra fedeltà e rinnovamento” così titola il Messaggero del 27 aprile . Giovanni XXIII, si legge sul Messaggero citato, “ è entrato nella storia con l’appellativo di Papa della bontà, non a caso di lui Walter Lippman quattro giorni dopo la sua morte scrisse sul New York Herald: << Il regno di Papa Giovanni è stato una meraviglia, tanto più stupefacente ove si pensi come egli sia riuscito ad essere così profondamente amato in mezzo alle acri inimicizie del nostro tempo. E’un miracolo moderno che una persona abbia potuto superare tutte le barriere di classe, di casta, di colore, di razza per toccare i cuori di tutti i popoli. Nulla di simile si era mai avverato almeno nell’epoca moderna>>. Papa Giovanni ha mostrato con determinazione il coraggio della fede e la saggezza della carità. Giovanni Paolo II ha guidato la Chiesa e, quindi tutta la cristianità, per 27 anni, dal 22/10/1978 al 02/04/2005, un lungo pontificato, una straordinaria e intensa missione per il mondo: evangelizzatore di enorme spessore carismatico, personalità forte e trainante, comunicatore di grande visibilità. Karol Jòzef Wojtyla è nato il 18 maggio del 1920 in una cittadina della Polonia, Wadowice. Ha avuto una infanzia e una giovinezza veramente tristi e tormentate, vissute in periodi di grandi sconvolgimenti e per via della situazione familiare (ancora molto giovane muore la madre e a distanza di pochi anni perde il fratello e poi il padre) e per via della posizione politica nella quale versava la Polonia, occupata prima dal regime nazista e poi da quello sovietico. Durante l’invasione nazista, per evitare la deportazione riesce a trovare un posto, come operaio, in una industria chimica; intanto molteplici erano i suoi interessi culturali, tra cui anche il teatro, la poesia ecc. . Entrato nel seminario e, ultimati gli studi, il primo novembre 1946 viene ordinato sacerdote e inviato a Roma per approfondire gli studi in teologia. Nominato nel 1958 Vescovo ausiliare di Cracovia, nel 1962 ha partecipato al Concilio Vaticano II, dove si è distinto per i suoi interventi di alto spessore teologico e per le sue doti di ascolto e di puntuale e approfondita comunicazione sugli aspetti utili per il rinnovamento della dottrina cristiana e sulla nuova dimensione evangelizzatrice della Chiesa. Ordinato Cardinale da Papa Paolo VI il 28 giugno 1967. E’stato eletto al Soglio Pontificio il 22 ottobre del 1978. Il programma petrino di Papa Wojtyla si manifesta con chiarezza già dal suo primo affacciarsi alla finestra del palazzo apostolico: “Fratelli e sorelle non abbiate paura! Aprite , anzi, Spalancate le porte a Cristo. Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici, come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo”. E’questo ampio programma che il Papa polacco vuole realizzare. Fin da subito mostra una grande determinazione, con la Croce di Cristo vuole trasformare il mondo, vuole condurre sulla strada del Vangelo popoli e stati, rivoluzionare i sistemi economici basati sul profitto di pochi, intende cambiare la politica dell’affarismo, della disuguaglianza sociale e del non rispetto della dignità della persona umana, si adopera per conciliare culture e religioni. Si attiva per stabilire l’umanesimo della luce di Cristo e per questo si affida alla Vergine Santissima di cui la sua devozione era sublime. “Totus Tuus”. Diviene Missionario instancabile, percorre le strade di quasi tutte le nazioni del mondo, portando ovunque gioia e speranza, quella speranza che sgorga dall’amore e dalla misericordia di Cristo Signore. La prima lettera enciclica, Redemptor hominis del 15 marzo 1979, nel sottolineare l’attualità dell’esempio di Cristo, lascia capire la missione di Papa Wojtyla, egli vuole andare a incontrare le genti per portare la speranza del Signore, vuole essere il Pontefice itinerante. Nel libro pubblicato nel 1994, Varcare la soglia della Speranza affronta una serie di questioni, tra cui la convocazione di un nuovo Concilio, l’itinerario verso Cristo che conduce a non avere paura del mondo nel cammino della speranza e della verità: Encicliche “Veritatis Splendor”e “fides et Ratio” Il suo apostolato riesce ad affrontare questioni di grande rilievo dottrinale: riunisce ad Assisi i capi delle chiese cristiane e non: musulmani, ebrei, buddisti, ecc. con l’intento di trovare punti di incontro per valorizzare la missione salvifica nel credo di Dio Creatore e Signore della storia e dell’universo. La sua azione politica mina il sistema comunista- marxista, al punto da demolire non solo la teoria, ma anche la visione del materialismo storico: cade il muro di Berlino. Innumerevoli sono, inoltre, gli interventi a livello dei governi, soprattutto, quando è in gioco la pace nel mondo. Istituisce le giornate della gioventù, convocando ogni anno nelle diverse capitali dell’Europa e del mondo folle oceaniche di giovani, conquistandoli con il suo amore, con il suo sorriso e con i suoi abbracci. I Papa boys, presenti il giorno della commemorazione funebre in Piazza S. Pietro, in Via della Conciliazione, in tutte le strade e le piazze di Roma, a milioni, gridavano. “Santo Subito”. L’amore non avrà mai fine; nellibro pubblicato nel 2006 dalla Casa ed. Rizzoli si legge:-Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura-. Questo libro contiene una serie di riflessioni e di preghiere per l’uomo del nostro tempo. I giovani portatori della modernità e del futuro offrono una testimonianza sincera degli insegnamenti del Papa dei popoli. Il giorno della commemorazione funebre, mostrando la veridicità del titolo de libro del loro Papa: L’AMORE NON AVRA’MAI FINE. “Santo Subito” si legge su centinaia di striscioni innalzati in Piazza S. Pietro. La sua missione, spesso, si è svolta in uno stato di grande sofferenza, specie dopo l’attento in Piazza S. Pietro. Giovanni Paolo II, fedele fino in fondo, al ministero Petrino, nonostante le forze fisiche gli venivano meno e il suo corpo martoriato non gli consentiva più di stare in piedi e di parlare, egli, tetragono della fede e della speranza in Cristo Gesù abbracciato sempre alla croce, non provava timore e vergogna di mostrare al mondo intero il suo stato di prostrazione e di sofferenza sovrumana, lasciava questo mondo per salire nelle braccia del Padre, il 02/04/2005. Durante la messa celebrata dall’allora Cardinale Ratzinger, un alito di vento per tutto il tempo della celebrazione sfogliava il libro del Vangelo posato sulla tomba, lasciando stupiti e meravigliati non solo i presenti, ma tutta la gente del mondo che seguiva la cerimonia religiosa con la televisione. Oggi che è Santo, si può, verosimilmente, affermare che quel vento era l’alito dello Spirito Santo che mostrava all’umanità i prodigi di Dio. Volendo accostare Papa Francesco ai due Santi, possiamo dire che egli sintetizza la grande spiritualità, la semplicità bucolica e l’umiltà di Papa Roncalli; la visibilità, la determinazione, il coraggio e la carica apostolica di Papa Wojtyla. Mi piace concludere con la considerazione che, comunque, la santità è figlia del Vangelo di Cristo: credere fermamente nei suoi insegnamenti, testimoniarlo con i comportamenti, diffonderlo con amore e carità, praticarlo con opere di bontà e misericordia, si è, sicuramente, in cammino verso la luce della verità e della santità.