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Cultura e Società

Il registro dei testamenti biologici: ennesima riprova di una difficoltà comunicativa

Antonio Cataudo · 11 anni fa

di Samuel Pisani - bioeticista Nell’art. 4 del “Regolamento comunale per il registro dei testamenti biologici” approvato dal comune di Lamezia Terme,

si asserisce che: «Il Registro deve riportare il numero progressivo delle dichiarazioni di avvenuta predisposizione del cosiddetto testamento biologico e l’elenco dei soggetti dichiaranti e dei depositari presso cui viene depositato una copia del testamento biologico».

Ora, la presenza di registri, procedure convenzionali e documentazioni, ci permette di comprendere, in modo più ampio, che tutta la questione delle dichiarazioni anticipate di trattamento è una critica all'insufficiente capacità di comunicazione. Il fine non è quello di suggerire o dispensare consigli di tipo politico, e neppure quello di imporre i tempi o marcare i passi della comunità civile, quanto piuttosto quello di tenere vivo un indeclinabile bisogno di partire dagli elementi della realtà in cui si esprime la dignità umana. Non quelli impacchettati nella magniloquenza propagandistica, bensì quelli chiari e palesi che anche da soli sono eloquenti. Certamente questo comporterebbe molta fatica, dal momento che occorrerebbe una buona dose di umiltà per poter davvero calarsi quanto serve nelle situazioni concrete.

E’quantomeno doverosa, pertanto una riflessione compartecipata e corresponsabile, specie in un ambito interdisciplinare quale quello relativo alle questioni bioetiche, biogiuridiche e biopolitiche. C’è bisogno, oggi più che mai, di una coscienziosa e profonda dialettica che ponga al centro la persona. Solo partendo da essa e dalla sua dignità, si può trovare un punto di ricongiunzione possibile e realizzabile.

Invece di imbattersi nella costituzione di provvedimenti che non erano presenti per far fronte a situazioni ancora sconosciute, sarebbe stato meglio piuttosto regolamentare le noncuranze già conosciute.

E’in situazioni incerte e poco stabili come quella presente che una comunità misura se stessa. Essa è chiamata a mostrare e a dimostrare la sua umanità per tutelare la vita non solo come un bene del singolo individuo ma anche come un bene che contribuisce al benessere comune. Solamente comportamenti come questo, permettono di raggiungere la preservazione del vicendevole riconoscimento degli esseri umani come uguali nei loro diritti.

In altre parole, l’aspetto necessario per intraprendere tale comunicazione in modo affidabile e autorevole è l’attenzione e la cura nei confronti dell’esistenza umana, la quale suppone il rispetto della vita, in modo tale che l’azione si coniughi con il pensiero, la libertà con la responsabilità, l’autonomia con la dignità.

Attualmente, non si può più fingere d’ignorare che esiste un nesso ragionevole ed esistenziale tra queste realtà.