Si è svolta il 1 aprile 2014, l’assemblea regionale di federazione Sanità, durante la quale i delegati hanno provveduto all’elezione dei nuovi organi sociali.L’assemblea, aveva anche lo scopo di presentare quanto fatto da federsanità in Calabria dal 2011 ad oggi. A coordinare i lavori è stato Camillo Nona che ha fatto anche da moderatore al dibattito. Santo Vazzano, presidente uscente, ha tenuto la sua relazione, seguita dall’intervento del presidente nazionale di federazione Sanità Giuseppe Milanese. Presente per l’occasione anche Silvia Frezza, direttore nazionale.
All’assemblea ha partecipato anche Sua Eccellenza Monsignor Luigi Cantafora che ha pronunciato il testo di seguito. Sono molto lieto di poter essere qui con voi e partecipare ai lavori di quest’Assemblea che rappresenta una tappa importante del vostro cammino e della vostra azione a sostegno dell’intera società civile. Saluto il Presidente dottor Santo Vazzano e quanti con lui collaborano per la vita di Confcooperative e FederazioneSanità Calabria. La vostra presenza arricchisce la nostra regione, con un rilevante apporto sociale ed economico. FederazioneSanità Calabria giunge al suo quarto anno di istituzione in Calabria, un primo quadriennio che inizia già a portare frutti. A nessuno sfugge la gravità e l’importanza della questione della sanità, una questione tipicamente calabrese per alcune sue pieghe. 2 In qualità di delegato della Pastorale sanitaria e della Caritas mi ritrovo ad essere attento e sensibile ai temi posti in oggetto da Confcooperative. Infatti la vicinanza di Confcooperative e anche di FederazioneSanità con il vissuto e l’insegnamento della Chiesa Cattolica, appartiene alla vostra stessa identità, come ha ricordato Papa Francesco nell’ultima udienza al mondo delle cooperative dello scorso 18 dicembre. Pur non entrando nello specifico, in questo mio breve intervento, vorrei richiamare alcuni punti della visione cattolica della salute umana, che possono essere di grande aiuto per la nostra riflessione. Nell’ambito della promozione della salute e di una qualità della vita giustamente intesa, due doveri meritano da parte del cristiano una particolare attenzione. Anzitutto la difesa della vita. Nel mondo contemporaneo molti uomini e donne si battono per una migliore qualità della vita nel rispetto della vita stessa e riflettono sull’etica della vita per dissipare la confusione dei valori, presente talora nella cultura odierna. è significativo e lodevole tutto il prezioso lavoro di ricerca nel mondo universitario e ospedaliero per migliorare le cure ai pazienti in particolare terminali e indagare sulle cause delle malattie. Ma ci chiediamo: il mondo sociale e politico dà la giusta rilevanza a questo importante compito? La ricerca rischia non soltanto di essere lasciata senza fondi, ma anche di essere lasciata “sola” senza il contributo di verità che può venire in un costante dialogo con realtà portatrici di una visione integrale della vita umana. In tal senso il vostro impegno non può venire meno. Questo apporto è oggi tanto necessario, a motivo della diffusione di una preoccupante cultura di morte che cerca di farsi strada guadagnando l’appoggio sociale e legale alla soppressione della vita. Come affermava il Beato Giovanni Paolo II “All’origine di questa cultura sta spesso un atteggiamento dell'uomo, che si illude di potersi impadronire della vita e della morte perché decide di esse” (Evangelium vitae, 15). Quando la scienza e l’arte medica e anche la legge rischiano di smarrire la loro vocazione a servizio di una vita degna, gli stessi uomini “possono essere talvolta fortemente tentati di trasformarsi in artefici di manipolazioni della vita o addirittura in operatori di morte” (ibidem, n. 89). è sempre il Beato Giovanni Paolo II che parla. Non nascondo che seguo con profonda preoccupazione quanto sta avvenendo anche a Lamezia Terme circa il recente dibattito sul testamento biologico, perché avverto posizioni confuse se non del tutto distorte. Noi non siamo i padroni della vita! I1 secondo dovere, al quale i cristiani non possono sottrarsi, riguarda la promozione di una salute degna dell'uomo. Nella nostra società vi è il rischio di fare della salute un idolo a cui viene asservito ogni altro valore. La salute non è vitalità fisica o pura bellezza corporea.La salute non si limita alla perfezione biologica. Un malato ha la sua dignità che deve essere ricercata come bene primario. è necessario allora sia per la Chiesa che per la società impegnarsi a creare, quella che Giovanni Paolo II, definiva un’ecologia degna dell’uomo. Ovvero ogni ambiente, anche quello ospedaliero, come quello familiare deve avere una relazione tale da aiutare la salute dell’uomo. Siamo rimasti tutti colpiti dalle gravi conseguenze dell’inquinamento in Campania, con la famosa inchiesta sulla terra dei fuochi. Purtroppo anche la nostra bella regione soffre per un inquinamento che rischia di essere la causa di molte malattie. Ritengo che ogni proposta sulla sanità sia per noi condivisibile e accettabile solo nella misura in cui si pone a difesa della vita, a promozione della salute degna dell’uomo e a favore dell’ecologia dell’uomo, ovvero a servizio di un ambiente che possa essere una casa per ognuno di noi, dove nascere, crescere, vivere e anche morire con dignità e rispetto. A tale scopo occorre un’educazione “civica” per aiutare ogni cittadino a prendersi cura dell’ambiente ritenendolo “casa” propria.Credo che molto possiate fare voi e vi lancio un appello per promuovere una cultura e iniziative che favoriscano la vita.