·

Cultura e Società

SUSSIDIARIETA' E RIORDINO DEGLI ENTI LOCALI

Antonio Cataudo · 10 anni fa

Appuntamento ormai mensile quello della Scuola di Dottrina Sociale, che fa tappa ad Amato nella sala del Consiglio Comunale per parlare di "Sussidiarietà e riordino degli enti locali" con il prof. Bruno Di Giacomo Russo. Ha ricordato il Vescovo -Mons. Cantafora- che la scuola è un laboratorio socio-politico ormai diffuso in tante realtà locali della diocesi e che è destinato a crescere per mettere in cantiere la politica del "bene comune". Sia il Vangelo che il Compendio di DSC sono gli strumenti necessari e ad hoc per un buon politico, che si lascia ammaestrare dalla Buona Notizia e guidare dal Magistero della Chiesa, madre e maestra.

Proprio in questi giorni è in discussione in Parlamento il DDL Del Rio, l'ennesimo tassello di riforma sugli enti locali, che ormai da quasi 20 anni fa capolino nel nostro ordinamento senza trovare il giusto e chiaro assetto nel Paese Italia dalle mille proroghe. Infatti, il provvedimento, che attende ancora di essere approvato alla Camera, proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2014 i presidenti-commissari in 73 province italiane, scongiurando forse il rischio -ad un passo dalla prossima tornata elettorale- di intervenire tempestivamente con un decreto legge per sopperire al deficit democratico in materia legislativa e amministrativa. Lo stesso costituzionalista, relatore dell'incontro, e consulente sui temi della sussidiarietà e della democrazia, ha sottolineato proprio l'importanza di certi principi che sono a fondamento non solo della DSC, ma del nostro ordinamento a carattere regionale. Elementi costituzionali del principio di sussidiarietà sono l'art. 118 Cost. e l'art. 114 Cost., che con L. 3/2001 definiscono un criterio di competenza e non più un criterio gerarchico, per cui la potestà legislativa spetta all'ente più vicino al cittadino. Dunque, occorre ridisegnare la funzione amministrativa sull'apporto significativo dell'interesse generale riferito alla comunità di competenza e non sul più ampio interesse pubblico, che non è territorialmente specifico. Lo Stato, che è -quindi- sussidiario attribuisce al territorio e alla comunità di appartenenza due funzioni specifiche: di differenziazione e adeguatezza, mantenendo sempre e comunque l'unità giuridica dell'ordinamento. In altre parole, i Comuni sono titolari di tutte le funzioni amministrative a meno che non ci sia bisogno di mantenere una funzione amministrativa più alta al livello gerarchicamente superiore. La democrazia esercitata secondo il principio di sussidiarietà, dal basso verso l'alto, permette l'introduzione di strumenti concreti di partecipazione per migliorare il rapporto tra pubblico e privato. La nostra democrazia ha proprio bisogno di quelle forme "sostanziali" di partecipazione, di cui parla Papa Francesco. Allo stato attuale, tra la sentenza di incostituzionalità dell'iter di soppressione delle province, lo svuotamento delle loro funzioni e l'introduzione di forme di Incorporazioni e Unioni dei Comuni, c'è il rischio di dare una lettura del provvedimento non del tutto riformatrice soprattutto per quanto riguarda la dimensione orizzontale del principio di sussidiarietà. Mancano, ad oggi, iniziative legislative di tipo costituzionale e primario, che vadano a garantire economicità ed efficacia al principio di sussidiarietà al fine di valorizzare forme significative di partecipazione a livello dei Comuni e migliorare il rapporto tra comunità politica e società civile.