Con un forte invito alla conversione del cuore, anche nelle chiese parrocchiali della città della Piana è stata riproposta la Quaresima. Come era doveroso, si è iniziato con il segno delle ceneri benedette imposte sul capo dei fedeli presenti nelle diverse chiese, mercoledì scorso, nel corso di liturgie che hanno fatto registrare, come del resto negli anni passati, ampio richiamo ad una robusta tradizione che, questa volta, è parsa fortemente rafforzata, almeno qui da noi, da una sorta di viva e diffusa nostalgia dei valori dello spirito.
La pratica della Via Crucis che da sempre segna i venerdì di Quaresima, è molto e ovunque partecipata. Soprattutto quella che, voluta dal vescovo diocesano, mons. Luigi Antonio Cantafora, ha luogo in città nel contesto della processione del Venerdì Santo, la quale, a questo fine, fa sosta nel percorso che unisce il centrale corso Numistrano alla Cattedrale. La Via Crucis, dicevamo, che insieme con le buone opere tipiche della Quaresima di ogni tempo e con le molte altre iniziative proprie di questo periodo, offriranno, ancora una volta, altrettante concrete tappe per la conversione della vita che ogni cristiano è invitato a tracciare personalmente e con il dovuto impegno, in preparazione alla Pasqua. Così riscoprendo la solidarietà, quella che – per intenderci – con gesti individuali, sempre qualificanti, porta finalmente ad accorgersi del vicino di casa, del malato, del debole, dell’immigrato magari clandestino, secondo le insistenti parole di Papa Francesco, leggendo in trasparenza sulla passione dell’uomo, la storia infinita della Passione di Cristo. è stato questo, del resto, l’invito che, un po’ovunque, è stato fatto dai celebranti, commentando le Letture proposte per la circostanza: dare a tutte le iniziative, individuali o sociali che siano, in questo particolare tempo, non per nulla definito, il “più forte” di tutto l’anno liturgico, il valore che gli si deve per la conversione e il rinnovamento della spiritualità e dell’amore fraterno sul presupposto che “l’amore a Dio e l’amore all’uomo sono inseparabili” (Papa Francesco all’Angelus di domenica 2 Marzo). La Quaresima sarà allora non più una semplice parola che, forse per alcuni, ha evocato sinora solo ricordi d’infanzia di lunghe prediche e di esortazioni alla penitenza corporale.
Ugo Caravia