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La parola del Vescovo

Cantafora: Che ci piaccia o no, non tutti in questa città conducono una vita umana e degna dell’uomo.

Paolo Emanuele · 11 anni fa

“Ci chiediamo qual è la qualità umana della vita nostra e dei nostri fratelli?Questa città è bella, ha monumenti, Chiese insigni, strade grandi, palazzi antichi, ma qui accanto a queste bellezze, ci sono tanti poveri, tanti che soffrono e che sono bisognosi del necessario. Che ci piaccia o no, non tutti in questa città conducono una vita umana e degna dell’uomo”. Queste alcune parole pronunciate dal Vescovo Monsignor Cantafora, sabato 8 gennaio nel corso dell’incontro dibattito “Il Servizio dell’uomo nella città degli uomini” presso la Sala Riunioni del mercato coperto in Piazza Botticelli a Sambiase, organizzato dal Movimento Vivere IN. Monsignor Cantafora vi ha preso parte, anche a motivo del legame con il movimento VIVERE IN, da lui promosso e portato in Diocesi con il suo arrivo. Il tema del dibattito è centrale per la vita e la missione della Chiesa, soprattutto in un tempo, in cui avanzano e prendono spazio visioni e concezioni dell’uomo ridotte e non aperte alla trascendenza. Dal discorso antropologico, sul tipo di uomo che si vuole servire, il Vescovo ha poi spostato l’accento invece sulla dignità dell’uomo, concretamente qui a Lamezia Terme. Un discorso, quello del Vescovo che ha riscontrato un grande interesse. Di seguito il testo dell’intervento.

Sono molto lieto di prendere parte a questo incontro dibattito promosso dal Movimento VIVERE IN, che pone come oggetto di confronto “Il servizio dell’uomo nella città degli uomini”. In tal senso, cari amici, un Vescovo ha una parola, piena di rispetto, ma ricca di significato, per questo incontro. Infatti la Chiesa ha proprio questa vocazione: il servizio dell’uomo nella città degli uomini. Infatti, come affermava il Beato Giovanni Paolo II, la missione della Chiesa sta nel raggiungere ogni uomo. E, guardate bene, non si tratta dell’uomo «astratto», ma reale, dell’uomo «concreto», «storico». Si tratta di «ciascun» uomo, quindi ciascuno di noi.

«Essendo quindi quest’uomo la via della Chiesa, via della quotidiana sua vita ed esperienza, della sua missione e fatica, la Chiesa del nostro tempo deve essere, in modo sempre nuovo, consapevole della di lui «situazione» (Redemptor Hominis, 4).

Per questo motivo, alla Chiesa interessa l’uomo e tutto l’uomo, senza riduzionismi materialisti o spiritualisti. E in questa visione dell’uomo, che comprende in sé tutta la ricchezza della sua esistenza, si gioca la verità di qualsiasi servizio che gli si vuole rendere.

è tutto l’uomo con i suoi bisogni materiali e spirituali che deve essere servito, valorizzato, amato e proposto come modello per ogni reale crescita e sviluppo della civile società.

Se volessimo servire un uomo che dovrebbe solo pregare, allora lo lasceremmo morire di fame! Ma, se volessimo servire un uomo che ha solo fame, precludendogli qualsiasi risposta alle domande più vere del suo cuore, allora lo lasceremmo morire di disperazione. Non è un caso che il Beato Giovanni Paolo II, nella sua prima Enciclica da Papa nel lontano 1978, affermasse che ciò di cui l'uomo ha maggiormente paura è il risultato delle sue stesse creazioni:

il disastro ecologico conseguenza dello sfruttamento incondizionato delle risorse naturali e la paura causata dal crescente potere militare, che implica la minaccia della distruzione totale, una inimmaginabile autodistruzione, di fronte alla quale tutti i cataclismi e le catastrofi della storia, che noi conosciamo, sembrano impallidire. Il Beato Woytila mette in evidenza che, sebbene lo sviluppo tecnologico e materiale rappresenti un autentico segno della grandezza dell'uomo, esso suggerisce una domanda inquietante: questo progresso, il cui autore e fautore è l'uomo, rende la vita umana sulla terra, in ogni suo aspetto, «più umana»? La rende più «degna dell'uomo»? Questa precisazione è doverosa sia per comprendere il tipo di presenza e di azione della Chiesa, ma anche per avvicinarci a quella forma di carità alta, che è la politica, come servizio del bene comune.

Essere al servizio dell’uomo è pertanto, impegnarsi concretamente per una vita più umana e più degna dell’uomo in ogni suo aspetto e anche in suo momento.

Ci chiediamo qual è la qualità umana della vita nostra e dei nostri fratelli?Questa città è bella, ha monumenti, Chiese insigni, strade grandi, palazzi antichi, ma qui accanto a queste bellezze, ci sono tanti poveri, tanti che soffrono e che sono bisognosi del necessario. Che ci piaccia o no, non tutti conducono una vita umana e degna dell’uomo.

Se vogliamo essere veramente a servizio dell’uomo, ognuno per la sua parte e le sue possibilità, cominciamo a prenderci cura gli uni degli altri. L’indifferenza per l’altro e l’assopimento di fronte al male, sono i nemici di qualsiasi vita umana.

Ringrazio il MOVIMENTO VIVERE IN per aver organizzato questo importante e bell’incontro. Come noto a tutti, il movimento promuove e anima la cultura cristiana sulla base dell’uomo nuovo, il Cristo. Per questo appartiene al loro specifico carisma, testimoniare la verità evangelica negli ambiti vitali della storia umana: la famiglia, la scuola, la politica e la società.

Sono certo e fiducioso che la loro presenza sarà di grande aiuto a quanti vorranno con giustizia, verità e onestà servire l’uomo e la nostra città. Ancora grazie e il Signore vi benedica.