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Liturgia

Commento al Vangelo

Rosario Dara · 11 anni fa

Oggi, Isaia ci dice che la missione del Servo del Signore non è a favore del solo Israele; essa è per tutte le genti; ogni uomo deve poter conoscere la salvezza; deve poter varcare la soglia della giustizia. è compito specifico della Radice di Iesse portare la luce di Dio ad ogni uomo: "Io ti renderò luce della nazioni perché tu porti la mia salvezza fino all'estremità della terra" (Is 49). Dio e l'uomo operano sempre insieme. Il Messia, oltre che Figlio di Davide, è anche Figlio di Abramo ed è proprio della discendenza di questi essere fonte e principio di benedizione per tutto il mondo, per tutte le nazioni. I figli di Israele, però, questo sovente lo hanno dimenticato e si sono rinserrati in se stessi, nel loro piccolo regno, pensando che esso fosse il tutto, il mondo, il cielo, la terra. Dio, invece, vuole la salvezza di ogni uomo e attraverso i profeti lo ricorda: Egli è il Signore e il Dio di tutti.

è Cristo Gesù il Servo del Signore, il Missionario divino, l'Inviato del Padre, il suo Apostolo, il Salvatore dell'uomo. Egli libera e salva offrendo se stesso in riscatto per i molti.

Con Gesù, il Messia atteso dal popolo eletto, avviene il passaggio definitivo dall’Antico al Nuovo Testamento e Giovanni Battista ne è l’austero e l’illuminato testimone.

Nel Vangelo dell’odierna liturgia, Giovanni Battista rende pubblica testimonianza a Gesù. Lo indica, tra l’altro, come l’Agnello di Dio, come Colui che toglie il peccato del mondo.

L’agnello, fino ad Isaia, era solo quello pasquale. Con Isaia, invece, l’agnello è il Servo di Dio che mansueto e mite compie l’espiazione vicaria. Addossandosi i peccati del mondo, Egli li porta sulle sue spalle e con la sua sofferenza li toglie espiandoli.

In questa presentazione di Giovanni già si intravede tutto il mistero della passione, della morte e della risurrezione di Gesù. Il mistero della risurrezione è contenuto nel mistero della passione e della morte anche perché il canto di Isaia (Is 52,13-53,12) vede espressamente il trionfo del Servo dopo la sua espiazione vicaria.

Gli uomini di Dio, difatti, vedono il mistero che avvolge una persona, lo vedono non per le loro particolari attitudini, bensì perché il Signore lo rivela loro. Sono amici di Dio e quindi anche suoi confidenti. Essi sanno per grazia e per dono dall’Alto, non sanno per cause umane o per fenomeni riconducibili alla natura e solamente ad essa.

Giovanni, difatti, sa che Gesù è prima di lui in quanto Egli è il Verbo di Dio: “Ecco Colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me”. Il “prima” che Giovanni intende è la Figliolanza divina di Gesù: Lui è si il Messia, ma è Figlio Unigenito che è nel seno del Padre: temporalmente è dopo Giovanni perché nato sei mesi dopo e perché ha iniziato la sua missione dopo quella di Giovanni, ma è “prima”, anche perché la Sua è missione di salvezza, tutte le altre - compresa quella di Giovanni - sono solo in funzione ed in vista di quella di Gesù.

La missione del Messia è battezzare in Spirito Santo per "divinizzare" l’uomo, rendendolo partecipe della "divina natura", attraverso la grazia e la verità che è Lui stesso.

Questa la missione di Gesù: immergere nello Spirito quanti avrebbero creduto nel suo nome, quanti avrebbero un giorno accolto la sua Parola di vita eterna e avrebbero aderito ad essa, lasciando la via del male imboccata a causa del peccato.

Oggi, il peccato non è più visto nella sua gravità. Appena appena lo si considera nei suoi effetti sociali e non in tutti, solo in quelli più appariscenti. Difficilmente lo si coglie nel suo aspetto di morte. Il peccato è morte dell'uomo, rottura di comunione e di immagine. Il peccato toglie Dio e il suo Spirito dal cuore dell'uomo e questi, abbandonato a se stesso, si riduce a brandelli, si frantuma nei suoi elementi costitutivi, non è più lo stesso uomo, non è più capace di relazioni giuste e sante, non è più soggetto di carità e di comunione.

Cristo è necessario alla salvezza dell'uomo, poiché solo Lui toglie il peccato, perché è il Solo che può liberare dalla morte, ricomporre e ricostituire l’essere dell’uomo restituendogli la vita.

Urge, perciò, invitare ogni uomo a stabilire con il suo Signore un legame di amore, di amicizia, di obbedienza, di pace. D’altronde, lo esige l'universalità della salvezza che è il dato fondamentale della rivelazione biblica.

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La Chiesa santa di Dio è cattolica, perciò, deve abbracciare ogni uomo di ogni tempo, di ogni cultura, di ogni razza, abbattendo chiusure e false certezze di una salvezza già acquisita per tutti, mentre la salvezza non solo è per Cristo e con Cristo, è in Cristo e avviene per l’inserimento nel suo Corpo; questo compimento deve essere esplicito, formalizzato attraverso il sacramento del battesimo cristiano.

Occorre per questo riprendere la missionarietà, annunziare il Vangelo ad ogni uomo per renderlo partecipe della vita di Cristo, attraverso la fonte dai sette canali di vita eterna che sono i sacramenti.