Lamezia Terme - L�articolo di Nelida Ancora, �La speranza del futuro: l�economia di Pace�, non poteva lasciare indifferente un teologo sociale di ispirazione francescana, come sono solito definirmi. D�altra parte, il richiamo al Messaggio di Capodanno di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace, rafforza la mia idea che l�economia di pace, come l�ha caratterizzata Nelida Ancora, aprendo il dibattito sull�argomento, � una proposta che riassume molti valori universali e di sempre: la pace, un bene irrinunciabile che si innesta nell�uomo e nella societ�, creando un legame tra natura e cultura.
�Pace e Bene�: il saluto francescano, che in un momento cos� difficile per l�Italia e per il mondo pu� darci lo spirito e l�opportunit� di ricostruire una societ� pi� umana, pi� autentica e costruttiva. Per riproporci quella sobriet� nel vivere, quello spirito della fraternit� e della reciprocit�, che donano la vera felicit�, educando tutto l�uomo � corpo ed anima � ad uno stile di vita in armonia con il nostro essere e con l�universo. Per ricordarci che il superfluo � il �dispendio� come lo definisce il sociologo francese Bataille � � un falso benessere che induce a consumare e poi ancora a consumare incessantemente, immergendoci in inutili possessi che ci tolgono la libert�, la bellezza e la gioia dell�esistere: i tre concetti che costituiscono, per S. Francesco, la �perfetta letizia�, e che noi abbiamo perso per strada. A ben guardare, quattro sono le modernit� fondamentali insite nell�economia di pace e che S. Francesco, il santo globale, pi� d�ogni altro, ci suggerisce. La prima � quella di avere dato l�avvio ad un linguaggio d�impegno socio-economico, che poi i suoi frati hanno portato avanti, contribuendo alla nascita di un modello sociale fondato sulla dignit� della persona, sulla sussidiariet�, sulla solidariet� e il bene comune (comunione, condivisione, uguaglianza nella diversit�). Un tale sistema di organizzazione sociale fu favorito, oltre che dall�azione teorico-pratica dei francescani, anche dal momento storico, con l�emergere delle citt�-stato e l�imporsi della vita comunitaria nei territori come centri del �bene vivere� e della �civitas christiana�.
La seconda modernit� � l�amore di S. Francesco che abbraccia tutto il Creato. Ne � testimonianza suprema il Cantico delle Creature che, tra l�altro costituisce una delle primissime e pi� importanti espressioni letterarie della nascente lingua italiana. Va subito precisato, per�, che S. Francesco non corrisponde al sempliciotto di turno che rincorre i passerotti e le farfalle, che tanta aneddotica fanciullesca corrente tende a presentare. E non � nemmeno un �ecologista� moderno. I problemi ambientali, oggi drammatici, allora non si ponevano. Le scelte ecologiche di oggi non sono dettate tanto dall�amore e dal rispetto della natura, quanto piuttosto da un ineludibile forza maggiore che riguarda la sopravvivenza stessa dell�uomo. Per S. Francesco non era cos�. Il segreto del suo rapporto con il Creato, che dobbiamo recuperare, sta nel suo senso teologico. Per lui le creature rispondono a quel giudizio primordiale e definitivo espresso da Dio al momento della creazione: �E Dio vide ci� che aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona� (Gen 1,31). Le realt� create contengono un �riflesso� di Dio, e Francesco le sente e le vive � scriver� S. Bonaventura da Bagnoregio � come �vestigia Dei�, come �impronte�, come �archetipi�, come �immagini� e �similitudini� di Dio; e quindi gli rendono presente Lui, la Sua bellezza, la Sua bont�, la Sua tenerezza per gli uomini, Sue creature. Si delinea cos� la visione di un mondo come una grande famiglia, dove ogni realt�, ogni singola presenza � un dono scambiato. Dal Cantico delle Creature erompe uno slancio di comunione e di fraternit� universale, dove la deturpazione dell�ambiente, le ingiustizie, l�odio, le guerre costituiscono lacerazioni, violenze e morte. Da questa dimensione profetica di S. Francesco si colgono i presupposti per la terza modernit�, che riguarda l�agire imprenditoriale. Nella visione francescana, per l�imprenditore non ha senso chiedersi fino a che punto, producendo e commerciando, pu� rompere, inquinare e trasgredire, mentre la sua funzione di concreare gli impone piuttosto di corrispondere al comando di Dio di custodire, animare e perfezionare il creato per il bene di tutti. Il biblico �soggiogate e dominate la terra� (Gen 1,28), infatti, va letto alla luce dell�altra espressione: �Dio pose l�uomo nel giardino di Eden perch� lo lavorasse e lo custodisse� (Gen. 2,15). Quella dell�uomo sulla terra non deve essere, quindi, una presenza individuale, egoistica, predatoria, ma di ammirazione e di rispetto, servendosene secondo la propria creativit� e i propri talenti per il progresso umano, culturale, civile e socio-economico dell�umanit� (Enciclica di Paolo VI Populorum progressio, 1967).
La quarta, e forse oggi la pi� importante modernit�, riguarda la multiculturalit�. C�� un episodio nella vita di S. Francesco che ha una portata straordinaria. Nel 1219 egli, presente tra i Crociati accampati a Damietta in Egitto, di fronte all�esercito musulmano, va a incontrare, a suo rischio e pericolo, il sultano Malik al-Kamil, che lo accolse e lo ascolt� e lo fece poi riaccompagnare nel campo crociato, perfino con dei doni. Ci� che colpisce in questo avvenimento � il suo atteggiamento umile, privo di qualsiasi pregiudizio e tatticismo, l�irremovibile fiducia nell�uomo, nella sua capacit� di aprirsi al bene, alla luce e all�amore di Dio. In conclusione, questo pensare francescano lo potremmo indicare anche � come gi� abbiamo analizzato e dibattuto all�incontro dell�UCID di Lamezia Terme il 30 novembre scorso, ispirandoci alla parabola evangelica (Lc 10,25-32) �come la �Teoria del Samaritano o economia di condivisione�, che, poi, � solo un modo diverso di esprimere l�Economia di Pace, perch� le parole-chiave che richiamano entrambe sono le stesse: reciprocit�, prossimit�, gratuit�, dono, giustizia, fraternit�, che, unite ai principi permanenti della dottrina sociale della Chiesa (dignit� della persona, sussidiariet�, solidariet� e bene comune), costituiscono il metodo per oltrepassare il limite � di cui parla Nelida Ancora nel suo articolo - delle divisioni e degli interessi egoistici del mercato tout court, nella consapevolezza che il nostro futuro risiede nell�interdipendenza.
Oreste Bazzichi - Docente di filosofia sociale ed etica economica alla Pontificia Facolt� Teologica S. Bonaventura-Seraphicum (Roma)