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Cultura e Società

Gioia Tauro, un'occasione di pace

Antonio Cataudo · 11 anni fa

Le armi chimiche provenienti dalla Siria saranno trasbordate da una nave all'altra, prima della loro disattivazione tramite il procedimento chimico dell'idrolisi, nel porto di Gioia Tauro. Un'operazione di cui la Calabria potrebbe essere orgogliosa, sfruttandola come immagine e ponendosi per qualche giorno al centro dell'attenzione mediatica mondiale.

Invece assistiamo alle lacrime dei sindaci, alle minacce di chiusura del porto, ad una versione gigantesca ed ancora più ridicola del "Not in my back yard", no nel giardino di casa mia.

Sarebbe stata l'occasione utile per chiedere al ministro Lupi un sostegno nella valorizzazione del porto, soprattutto nel campo dell'intermodalità e del rapporto con il territorio.

Ma sarebbe stata soprattutto l'occasione di proporre e porre qualche iniziativa seria nello scacchiere della pace internazionale nel Mediterraneo, proponendo la Calabria come luogo di incontro e di dialogo. Questo avremmo chiesto al ministro Emma Bonino e allo stesso premier Letta al posto dei sindaci della Piana di Gioia Tauro.

Ma questo, purtroppo, non è nelle corde di tanti calabresi