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La parola del Vescovo

Dio non rimane fuori dalla cella

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Lamezia Terme 24 dicembre ore 17.00. La prima Messa di Natale del Vescovo di Lamezia Terme è in carcere con i detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria. Nell’omelia pronunciata da Sua Eccellenza, con parole forti e piene di speranza, il Vescovo ha detto di essere venuto in carcere per portare la “visita del Signore” e ha ricordato che Dio non rimane fuori dalla cella dei detenuti.

Di seguito il testo dell’omelia.

Carissimi fratelli, sono veramente contento di celebrare questa Eucaristia con voi nella Vigilia del Natale e di vivere con voi l’attesa della nascita del Salvatore. Saluto le autorità presenti, il Sindaco, il prof. Gianni Speranza, il Direttore…, il personale e tutti voi. Viviamo questa celebrazione in spirito di fede. Chiediamo al Signore che ci riempia della Sua Presenza e della Sua Pace.

Per questo ci lasciamo illuminare dalla Parola di Dio, l’unica parola capace di dire la verità al cuore dell’uomo! Il versetto dell’Alleluja ci riempie di speranza: «Domani sarà distrutto il peccato della terra e regnerà su di noi il Salvatore del mondo».

Domani sarà distrutto il peccato della terra. è un’espressione forte! Come è possibile? Noi siamo qui tra queste mura, voi siete qui per scontare una pena o in attesa di un giudizio e la parola ci parla di un peccato redento, distrutto, grazie alla nascita del Figlio di Dio, di un Bambino!

Carissimi, proprio qui è il Mistero della vita. Gli errori commessi, il peccato compiuto, tutto viene raccolto nel vagito di un neonato!Il Signore del mondo si fa uomo, assume la nostra carne mortale facendosi bambino!

Papa Francesco ha detto che Dio non rimane fuori dalla cella, non rimane fuori dalle carceri ma è dentro, è qui con voi (discorso ai Cappellani delle carceri, 23 ottobre 2013).Dio nasce qui. Anche lui è un carcerato, anche lui, pur essendo l’innocente per eccellenza, è stato giudicato e condannato da un tribunale umano. Noi no. Nessuno di noi può dirsi giusto, ma il Signore ha raccolto in sé ogni peccato, tutto il peccato dell’umanità: l’ha tolto perché Lui l’ha preso su di sé e si è lasciato inchiodare sulla croce per salvarci.

La liturgia di oggi ci parla di giustizia: «Per amore di Sion non tacerò… finché non sorga come aurora la sua giustizia», così la prima lettura tratta dal profeta Isaia. Anche Giuseppe, lo sposo di Maria viene definito giusto. In che senso dobbiamo intendere questa giustizia?

Il Signore è giusto non perché dà a ciascuno ciò che si merita, ma è giusto perché è misericordioso, perché ama con l’unico interesse di salvarci, rialzarci, redimerci, di “amarci gratuitamente”! La sua giustizia è l’amore. Anche Giuseppe è giusto perché accetta di prendere Maria e suo Figlio anche se Lui non c’entra “quasi” nulla! Egli è giusto perché accetta di custodire il dono di Dio.

Carissimi fratelli, voi non siete abbandonati. Il Signore Gesù, volendo nascere qui con voi, vi prende sulle palme delle sue mani. Io immagino i sentimenti che albergano nel vostro cuore: quando le feste si avvicinano si fa più acuto il senso di sofferenza per la lontananza dai propri cari, per la solitudine, per la sofferenza.

Ecco il Signore è con voi: questo è l’annuncio del Natale, è l’Emmanuele.

E io sono venuto per dirvi questo.

«Dovunque c’è un affamato, uno straniero, un ammalato, un carcerato, lì c’è Cristo stesso che attende la nostra visita e il nostro aiuto», aveva detto Papa Benedetto XVI al carcere di Rebibbia (18 ottobre 2011).

Sono venuto per portarvi la “visita del Signore” e per augurarvi di vivere questo Natale accogliendo il Signore Gesù nel vostro cuore. Se lo accogliamo, cambia la vita, perché cambiamo noi interiormente. Non siamo soli e la vita ha un’altra prospettiva!

Accoglietelo nel cuore, nella vostra cella!

Ancora Papa Francesco ha detto che nessuna cella è così isolata da escludere il Signore, nessuna. Lui è lì, piange con voi, lavora con voi, spera con voi; il suo amore paterno e materno arriva dappertutto (cfr. Ibid.).

Preghiamo dunque per ciascuno di voi, perché possiate essere raggiunti dalla grazia del Natale: una luce che splende nelle tenebre, una consolazione che attraversa la nostra vita in mezzo alle prove, la presenza di Dio in mezzo a noi!

Buon Natale!