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La parola del Vescovo

Intervista del Vescovo a Radioinblu

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Nella mattina di oggi 12 dicembre, Sua Eccellenza Monsignor Cantafora intervistato ai microfoni di Radioinblu, la Radio dei Vescovi d’Italia, ha rilasciato la seguente intervista. Pubblichiamo di seguito il testo. 1) Raccontare la realtà della Diocesi a chi non la conosce? Lamezia Terme è una diocesi del centro della Calabria, dalle origini antiche. Storicamente è sempre stato un punto di incontro tra le diverse civiltà del mediterraneo, romani, greci, arabi, normanni.

Ognuno di questi popoli ha lasciato un segno, una traccia per cui il volto della Diocesi di Lamezia Terme ha i colori di ciascuno dei popoli che ha accolto e ospitato. Lamezia si trova in un punto centrale, nevralgico della regione, è il suo portale d’ingresso. Per questo motivo ha la grande caratteristiche di essere una città aperta, accogliente per vocazione. Certo nella storia di Lamezia resta un momento cruciale la visita del Santo Padre Benedetto XVI, il 9 ottobre 2011 che ha avuto per Lamezia delle parole stupende.

La sua visita si collocava quasi al termine del cammino del primo progetto pastorale. Dopo la visita del Papa abbiamo già redatto il secondo che ci vedrà impegnati fino al 2017. Il Papa si era unito a noi e diceva: “Desidero ringraziare con voi il Signore per il proficuo cammino percorso e per i tanti germi di bene seminati, che lasciano ben sperare per il futuro. Per fare fronte alla nuova realtà sociale e religiosa, diversa dal passato, forse più carica di difficoltà, ma anche più ricca di potenzialità, è necessario un lavoro pastorale moderno e organico che impegni attorno al Vescovo tutte le forze cristiane: sacerdoti, religiosi e laici, animati dal comune impegno di evangelizzazione.” Cerchiamo di vivere proprio questo!

Tra le caratteristiche della nostra Chiesa innanzitutto c’è da segnalare un clero giovane che serve con gioia il popolo di Dio, (la media è di 38 anni); poi una importante presenza di religiose che servono in ogni Parrocchia della Diocesi. Il laicato sente molto viva l’appartenenza alla Chiesa e ha desiderio di crescere veramente, sono diffusione le Aggregazioni Laicali e movimenti, il cui contributo è davvero notevole. Nell’Anno della Fede ad esempio, abbiamo attivato un Laboratorio di Formazione per i Laici con corsi di teologia a cui hanno partecipato 500 iscritti. Sono segni che ci fanno comprendere quanto desiderio ci sia di crescere e di formarsi.

Quest’anno poi inauguriamo l’ottavo anno della Scuola di Dottrina Sociale. L’impegno e la presenza della Chiesa nella società tramite la diffusione della Dottrina Sociale corrisponde ad un’urgenza, direi profetica, della nostra comunità. Non mancano i problemi sociali, si sa la delinquenza è diffusa, ma sono ancora più numerosi i segni di bene e di speranza che cerchiamo di far crescere attraverso un lavoro di promozione delle risorse buone del nostro territorio, ovvero i cristiani che sanno di essere cittadini al servizio del bene comune.

2) Quali sono le sfide che la Chiesa affronta?

Beh le nostre sfide sono quella della Chiesa intera. In particolare la necessità di essere testimoni della vita buona e nuova del Vangelo, in un contesto in cui possono prevalere modelli di vita ispirati al più forte, al vincitore, al violento. In questo senso la necessità di recuperare una spinta missionaria che attraversi tutto il popolo di Dio, in cerca dei lontani. Il mio invito è sempre quello di uscire da una pastorale di conservazione a una pastorale di missione. Nella lettera pastorale che ho scritto a conclusione dell’Anno della Fede, Cristo si tocca con la fede, Cristo viene visto con la fede ho invitato proprio le parrocchie a cambiare la modalità di presenza sul territorio e essere capaci di andare verso le periferie, animate da quella “pace dell’inquietudine di cui ci parla Papa Francesco che ci porta non a conservare le cose, ma ad annunciare alla società di oggi Cristo morto e risorto.

3) Augurio per la Diocesi.

L’augurio alla mia Chiesa è quella di seguire e di vivere quanto Papa Francesco ci indica. Per questo in una società ferita e dilaniata dalla crisi, dalle divisioni e dalla sofferenza come può sembrare quella di Lamezia, la nostra Chiesa deve essere un segno e uno strumento di riconciliazione e di pace. è quello che ho chiesto al Signore e che chiedo ai miei fedeli, dopo aver concluso l’Anno della Fede.