“Quello che abbiamo udito, quello che abbiamo visto, quello che le nostre mani hanno toccato, l’esperienza che abbiamo fatto del Verbo della vita, tutto questo lo annunciamo anche a voi perché siate in comunione con noi e la nostra comunione è con il Cristo Gesù perché la nostra gioia sia piena”. Con le stesse parole della Prima lettera di Giovanni, Sua Eccellenza mons. Cantafora ha voluto congedare e ringraziare, dalla Grotta della Natività, quanti hanno preso parte con Lui al pellegrinaggio. 1. Carissimi siamo giunti alla conclusione del nostro pellegrinaggio. Tante sono state le tappe, forti le emozioni e grande lo stupore nel vedere i luoghi di Cristo. Sono certo che i frutti spirituali di questa esperienza non tarderanno a farsi vedere.
Certo tutta la fatica del pellegrinaggio deve aiutarci a vivere realmente il nostro incontro con Gesù giorno per giorno.
Ora che torniamo a casa, ci chiediamo come possiamo ancora incontrare il Signore? L’incontro con Cristo non avviene certamente attraverso le pietre o i luoghi della sua vita su questa terra; essi ci aiutano, sono importanti, ma non sono quelli che ci permettono di cogliere il mistero.
2. Il nostro vero approdo a Gesù avviene sempre attraverso quanto il Vangelo ci narra, a proposito degli incontri del Risorto con i suoi. Come si fa incontrare e riconoscere il Risorto? Attraverso l’ascolto della Parola, la celebrazione dell’Eucaristia, l’esperienza di una fraternità, la Chiesa.
In questi giorni, in ogni luogo che abbiamo visitato, sono stati riletti i testi della Scrittura e abbiamo colto come anche i luoghi ci aiutavano a comprendere quelle parole.
Ma il vero luogo in cui possiamo comprendere la Scrittura è la nostra vita, è il nostro cuore, il nostro stile di vita, la nostra storia. E’in noi che deve abitare, prendere carne, ogni Parola che abbiamo ascoltato in questo pellegrinaggio. Se questi luoghi ci hanno parlato di Dio, anche tanti luoghi esistenziali della nostra vita debbono e possono parlarci di Dio.
3. E questa parola che abbiamo ascoltato, cosa fa in noi? La Parola suscita la fede, aiuta nel cammino di fede e ci porta ad incontrare il Signore nell’Eucaristia che celebriamo. L’Eucaristia il luogo dove Cristo si presenta a noi vivo, risorto, in tutta la sua pienezza.
E poi l’ultimo luogo: la fraternità. Quando i due discepoli di Emmaus riconoscono il Signore ritornano a Gerusalemme, si incontrano con gli altri e qui scambiano con gli apostoli una testimonianza reciproca.
Infatti a Gerusalemme trovano riuniti gli undici e gli altri che erano con loro “i quali dicevano: davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Ma anche Cleopa e l’altro danno la loro testimonianza: anche noi lo abbiamo visto, anche noi lo abbiamo riconosciuto nello spezzare del pane.
4. Tra cristiani dobbiamo reimparare a scambiarci la testimonianza della fede. Non basta una fede vissuta individualmente; c’è bisogno di una fede condivisa, di una fede che alimenti il cammino di ciascuno.
L’esperienza del pellegrinaggio ci fa comprendere come dobbiamo sostenerci gli uni gli altri appunto per incontrare e riconoscere il Signore.
E’questo il compito che il Signore ci affida. “Quello che abbiamo udito, quello che abbiamo visto, quello che le nostre mani hanno toccato, l’esperienza che abbiamo fatto del Verbo della vita”, sono parole di Giovanni nella sua prima lettera, “tutto questo lo annunciamo anche a voi perché siate in comunione con noi e la nostra comunione è con il Cristo Gesù perché la nostra gioia sia piena”.
5. Dall’esperienza del pellegrinaggio nasce per noi l’impegno nelle nostre comunità a testimoniare ciò che abbiamo visto, ciò che abbiamo udito, quello che abbiamo toccato, come esperienza di Gesù Cristo, il Signore, il Vivente.
In questa Eucaristia al grazie di Gesù al Padre, vogliamo unire il nostro ringraziamento per questa esperienza che ci ha dato da vivere. Questo grazie diventi per noi benedizione, forza, gioia per poter testimoniare là dove normalmente viviamo la nostra esperienza di fede in Cristo Gesù Risorto e vivo in mezzo a noi.
16 novembre 2013