Si è svolto dal 9 al 16 Novembre un pellegrinaggio Diocesano in terra Santa che ha visto coinvolti 100 pellegrini della Diocesi di Lamezia Terme guidati dal Vescovo Monsignor Luigi Antonio Cantafora.Tra i pellegrini diversi sacerdoti della Diocesi che hanno guidato alcuni loro parrocchiani per le bellissime strade di fede e meditazione percorse da Gesù.
Nel viaggio in Terra Santa arrivati a Tel Aviv i pellegrini hanno preso posto su due pullmann e sono stati accolti da due bravissime guide Padre Cristian Vacaru e Don Serafino Parisi che fin dal primo istante hanno loro spiegato con cura e preparazione ciò che avrebbero visto e che avrebbero vissuto. La prima esperienza in assoluto è stata al Monte Carmelo,una collina che sovrasta la bellissima città marittima di Haifa e che ha segnato il via al raccoglimento profondo che iniziava nei luoghi di Gesù.Come se fosse una profezia,nel luogo del profeta Elia abbiamo avuto la sensazione che l’emozione che stava nascendo in noi,ma che in fondo era già nata a Lamezia,si stesse iniziando a concretizzare. Ed è proprio qui che il nostro Vescovo ha dato inizio alle nostre emozioni di fede e qui le due guide hanno iniziato il loro bellissimo racconto spirituale e culturale. Terminata la Santa Messa raggiungiamo Nazareth,e solo a sentire il nome della città ti vengono i brividi. Nazareth il paese di Gesù,di Maria,di Giuseppe il falegname,il luogo dove l’Arcangelo Gabriele apparve a Maria annunciandole la nascita del Re del Mondo. Pellegrini in terra Santa abbiamo pernottato per tre notti in questa cittadina che ha dato inizio ad un mondo nuovo. La Basilica dell’Annunciazione ha dato a noi la prima emozione: lì è iniziato tutto,lì Maria e Giuseppe hanno detto si. Bellissima la Basilica,toccante il luogo dell’apparizione;da qui inizia il cammino vero dei pellegrini della Diocesi che come tenendosi per mano raggiungono un luogo meraviglioso posto su una collina perfetta, nelle dimensioni contenute, come se fosse stata disegnata da Dio stesso:il Monte Tabor. Qui avvenne il miracolo della trasfigurazione,Mosè ed Elia si mostrarono ai discepoli di Gesù accanto al Maestro e qui avviene la trasfigurazione del pellegrino che inizia a ricevere nel proprio cuore il calore dell’amore di Dio. Sotto le stelle di Israele e della Galilea rientriamo a Nazareth. Il giorno seguente ci aspettano con una emozionante accoglienza “le vie delle predicazioni di Gesù” .Ed eccoci sul lago di Tiberiade,da sempre ascoltato ed immaginato nelle Sante Messe e nei Vangeli. Ora il lago lo vediamo,lo ascoltiamo,lo tocchiamo e ci colpisce subito la bellezza e delicatezza dei luoghi con queste collinette armoniche che scendono in riva al miracoloso mare di Galilea. Il Monte delle Beatitudini si immerge nel proprio nome;qui vivi con il cuore che batte il capitolo 5 di Matteo e la dolcezza delle parole di Gesù si lega con la bellezza dei luoghi. Un contesto che ti affascina e quasi non vorresti mai andar via ma qui vicino Gesù,a pochi chilometri di distanza,ha moltiplicato i pani e i pesci,presenti cinquemila persone venuti da tutta la Galilea e oltre per ascoltarlo. Poco più in là c’è Cafarnao e Tagba dove Gesù raccoglie i suoi discepoli ad iniziare da Pietro;da pescatori nel mare di Galilea li farà diventare pescatori di uomini. La Santa Messa celebrata dal nostro Vescovo sulle rive del lago ti fa sentire un discepolo di Gesù,ti fa respirare l’aria delle Sue predicazioni,ti fa sentire il Suo respiro,ti fa cogliere le emozioni del lago quelle emozioni che vivremo nel pomeriggio quando sul battello rileggiamo mentalmente gli episodi del Vangelo avvenuti qui con Gesù che cammina sulle acque,appare agli apostoli,placa il lago in tempesta,invita Pietro a venirgli incontro,invita i discepoli a pescare perché le reti si riempiranno; noi sul battello e li Gesù seduto in fondo a pregare in un raccoglimento che invita alla quiete. Emozionati più che mai raggiungiamo Cana di Galilea dove marito e moglie rinnoviamo davanti al Vescovo le nostre promesse di Matrimonio in quel luogo dove Maria invitò Gesù a tramutare l’acqua in vino perché i commensali delle Nozze potessero attingervi. Nel quarto giorno del pellegrinaggio il Monte delle Tentazioni che si affaccia sul deserto di Giuda andando verso il mar Morto ci dà il sapore della Quaresima di Gesù.Quaranta giorni passati nel deserto e su un Monte indescrivibile nella sua bellezza la tentazione in cui non cadrà mai. Sotto il monte Gerico ci immerge nel buon samaritano ed in Zaccheo,ci incuriosisce l’albero del sicomoro,ci affascina poco più in la il fiume Giordano,il luogo del Battesimo di Gesù e noi con Lui a rinnovare le promesse battesimali. Sentiamo forte le emozioni di questi luoghi Santi e ci immergiamo nel silenzio dell’affascinante Qumra li,tra quelle montagne desertiche e brulle, ai tempi di Gesù e di Giovanni il Battista,si ritiravano in meditazione e preghiera diversi uomini creando comunità quasi eremitiche,lì sono stati rinvenuti i rotoli di Isaia.
Affascinati da “tutto” scendiamo a Betlemme per vivere la seconda parte del viaggio, il campo dei pastori ci richiama verso la grotta che ci accoglie con il suo fascino,il suo silenzio,la sua stella:siamo nella Basilica della Natività ed in quella grotta il disegno di Dio su di noi si è concretizzato. Gesù si è fatto uomo. Baciamo il luogo della nascita,celebriamo la Santa Messa ed in processione assieme ai frati francescani cantando “Tu scendi dalle stelle” ritorniamo nella Grotta gustando la soavità della nascità di Gesù ed il nostro Natale. Betlemme ci accompagna verso Gerusalemme una città che ti affascina al primo impatto e che ti offre tante emozioni con la sua eccentricità. Tra tanti pellegrini di ogni religione e gli eterogenei abitanti di una città fantastica,camminiamo guidati nell’immaginario da Gesù che ci prende per mano. Il Cenacolo dove Gesù istituì il miracolo dell’Eucarestia,il Monte degli ulivi,l’orto del Getzemani, il luogo dove Gesù guarda Gerusalemme e piange,la pietra dove resta in raccoglimento e preghiera prima dell’arresto,”splendida reliquia”ora racchiusa in una imponente Basilica;la prigione anch’essa racchiusa con tutta la sua triste storia nella bellissima Chiesa di San Pietro in Gallicano. Le nostre brave guide ci spiegano storicamente e spiritualmente i luoghi,il nostro Vescovo ci offre continuamente parole di riflessione ma Gesù con la Sua Vita ed i segni del Suo Cammino, mostra ai nostri occhi,al nostro cuore,alla nostra fede i luoghi dove tutto si è compiuto in Lui. Vederlo nell’immaginario in tutti i luoghi della Sua storia ha dato a noi maggior vigore per “cercare” di amarLo e venerarLo ancora di più. Concludiamo il nostro pellegrinaggio con una emozionante via Crucis che attraverso una trafficatissima Via Dolorosa piena di folla e di tante botteghe caratteristiche ci spinge verso il Calvario e il Santo Sepolcro,noi con Lui nel rivivere nella Via Dolorosa di oggi,le quattordici stazioni,la salita,le scale,la folla che ti spinge,i rumori,la frenesia,l’eterogeneità degli uomini,tutto a guidarti sul Calvario,quelle scale ripide nella Basilica che ti portano ai piedi della Croce in ginocchio con Maria e i Discepoli;concludiamo il nostro cammino nel Santo Sepolcro pochi metri più in là dove si è concretizzata la Pasqua in quelle lunghissime ore che hanno resa buia la terra. Dal Sepolcro vuoto ed oggi Venerabile inizia la Pasqua di Gesù,la pasqua dell’umanità, la Pasqua di noi pellegrini che abbiamo conosciuto e vissuto immensamente,con tutte le nostre indegnità, i Suoi luoghi Santi. Ripartiamo per la nostra Lamezia non prima di aver vissuto altre emozioni come i luoghi di Santa Elisabetta e di Zaccaria,del Magnificat e del Benedictus,luoghi visitati da Maria che cammina per centinaia di chilometri pur di rendere visita alla cugina Elisabetta in “attesa” del Battista dopo l’apparizione dell’Arcangelo Gabriele. Il silenzio dei luoghi ci da tanta pace. Si riparte, sulla strada verso l’aeroporto visitiamo con le lacrime negli occhi “Creche bethlehem” una casa di accoglienza per bambini abbandonati in Betlemme e ci congederemo da questa bella “storia” nei luoghi di Emmaus. Con l’aereo che ci attende cantiamo “Resta qui con noi” ed il resta con noi è un’invocazione al Signore affinchè seguiamo il suggerimento che il nostro Vescovo ci ha dato a Betlemme ed ha ribadito ad Emmaus: raccontare a tutti la nostra bella storia vissuta qui e portare la nostra esperienza in tutte le case della nostra città ed anche oltre, come discepoli di Gesù pellegrini in Terra Santa. “Resta qui con noi Signore” affinchè dalle foto,dagli scritti,dalle testimonianze e dalle parole,suscitiamo in chi ci sta vicino le stesse emozioni che Tu ci hai fatto vivere “chiamandoci in Terra Santa”.