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Mons. Santo Marcianò è il nuovo Arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Santo Marcianò, già arcivescovo di Rossano-Cariati, è stato nominato Ordinario militare per l'Italia. Succede a Mons. Vincenzo Pelvi, che ha lasciato l'incarico nell'agosto scorso per raggiunti limiti d'età. La notizia è stata positivamente accolta dalla Conferenza Episcopale Calabra, di cui Marcianò è segretario. La nomina è giunta da Papa Francesco lo scorso 10 ottobre. Marcianò, 53 anni, guida la Diocesi rossanese dal 2006. Attualmente è il più giovane degli arcivescovi italiani.

L'Ordinariato è una Chiesa particolare che svolge il compito e la missione di fornire assistenza spirituale ai fedeli arruolati nelle forze armate. Ricadono nella giurisdizione dell'Ordinariato Militare tutti i cattolici, battezzati in Cristo che rientrano dell'ordinamento militare: coloro che prestano servizio permanente o temporaneo; i sacerdoti collaboratori, le religiose addette agli Ospedali militari e i membri dell'Associazione per l'assistenza spirituale alle forze armate; il Corpo militare della Croce Rossa Italiana e il Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana; il personale civile dipendente dall'Amministrazione militare; i componenti delle famiglie dei militari in servizio continuativo e del personale civile dipendente dall'Amministrazione militare (Papa Giovanni Paolo II, Spirituali militum curae, costituzione apostolica, 1986). I cappellani militari cattolici sono, quindi, incaricati di un ministero delicato: «sono chiamati a proporre una visione della persona non viziata da pregiudizi ideologici e culturali o da interessi politici ed economici e consapevoli che la questione militare è questione sociale e come tale diventa questione antropologica. La verità sulla persona non può perdere il suo valore universale».

«Nella storia del nostro tempo, leggo la missione che il Signore mi affida come un misterioso servizio alla pace», scrive Mons. Marcianò nella sua lettera di saluto. Pace «di cui l’umanità è assetata e che solo il Vangelo di Cristo può portare, insegnando l’amore fraterno e il rispetto incondizionato della vita di ogni creatura umana». La pace «è un cammino e i nostri passi devono essere guidati dal desiderio di fare la nostra parte per costruirla. Devono essere passi di dialogo con tutti, di rispetto reciproco e rispetto dei diritti umani; passi di ordine e libertà, di legalità e onestà, di giustizia e solidarietà, di lotta contro i soprusi e la corruzione, contro ogni forma di violenza o discriminazione; passi di protezione delle città dell’uomo, nella loro dimensione sociale e politica, nel loro patrimonio di storia e arte; passi di preservazione della natura e dell’ambiente, di custodia della straordinaria bellezza del Creato. Soprattutto, passi di difesa e promozione di ogni vita umana nella sua stupenda dignità: dei più deboli e poveri, dei piccoli e indifesi, dei carcerati e perseguitati, dei senzatetto e disperati, degli abbandonati ed esclusi, di coloro che vivono diverse forme di malattia o disabilità, dei tanti profughi e immigrati che continuano a sbarcare nelle nostre coste dopo viaggi in cui trovano anche la morte, continuando a sollecitare il nostro impegno e il nostro amore».

Parole, quelle di Monsignor Marcianò, che manifestano l'impegno e la presenza della Chiesa nella storia e nella società. Una Chiesa promotrice di pace, che dialoga col mondo e si fa carico delle angosce dell'uomo, offrendo all'umanità parole di speranza e di salvezza.