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Cultura e Società

Convegno sul Beato Padre Pino Puglisi

Paolo Emanuele · 11 anni fa

La figura del Beato Padre Pino Puglisi scandagliata a 360° nel corso di un convegno promosso dall’Associazione “Sinergie Culturali” di Lamezia Terme, coordinato da don Natale Colafati, e svoltosi presso la sala convegni del centro Pastorale, in via Leonardo Da Vinci, 2. La serata si è aperta con la proiezione di un breve video che ha ripercorso gli omicidi accaduti in Sicilia, dal generale Dalla Chiesa fino a Padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia la sera del 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno.

E’stato Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Postulatore della Causa di Beatificazione di Padre Puglisi, nonché autore del libro “Padre Pino Puglisi – Profeta e martire – Beato”, a tratteggiare la figura del sacerdote nato a Palermo, nel quartiere di Brancaccio, il 15 settembre 1937, dai coniugi Carmelo, umile calzolaio, e Giuseppina Fana, sarta; terzo di quattro figli, tutti maschi. “Puglisi è stato ucciso dalla mafia –ha detto Bertolone-, perché le toglieva la manovalanza, chiamando a sé i giovani e insegnando loro che la vita è di Dio e non del . Mons. Bertolone, dopo aver ricordato che il filmato visto “è stato realizzato da un seminarista, cui io ho dato solo delle indicazioni”, è partito da una domanda: “la figura di Puglisi mi scuote o mi lascia indifferente?”. Padre Puglisi “ci ha lasciato tre parole –ha evidenziato Bertolone- che iniziano per : credenti, coerenti (con la propria coscienza), credibili”. L’arcivescovo Metropolita ha, quindi, posto l’accento sul messaggio di Puglisi, “che parla ai nostri cuori, dicendo che dobbiamo formare coscienze. Se tutti facessimo qualcosa, l’insieme di questo fare produrrebbe cose positive”. Bertolone si è poi addentrato su alcuni particolari in relazione alla morte del sacerdote. “Se la mafia ha fatto ricorso alla violenza, è perché Puglisi –ha rimarcato Mons. Bertolone- era di una specchiata limpida”. E ha raccontato che il sacerdote “aveva nel suo portafoglio sempre 10.000 lire” e che “le scarpe trovate addosso la sera dell’omicidio erano consumate, praticamente bucate”. Ancora, Padre Puglisi era solito “mangiare quando rientrava a casa scatolette di tonno e carne in gelatina, accompagnandole con del pane duro… Padre Puglisi è vissuto povero, evangelicamente, come predica Papa Francesco, e pronto come ogni cristiano a spendere la propria vita per il Vangelo”. Bertolone ha poi svelato un altro tassello sull’omicidio di Puglisi: “dopo che egli hanno sparato, quando lo trovarono a terra, non fu trovato bocconi a terra, ma con la mani sul petto. Prima di essere sparato, disse sorridendo: me l’aspettavo. Era pronto, per amore di Cristo, a dare la vita. Il credente vero sa che la vita terrena non vale niente”. E ancora Mons. Bertolone: “scientificamente si sa che quando si spara una persona in viso, il proiettile ne sfigura il volto. Il volto di Puglisi era sorridente dopo la sparo, sorridente in ospedale, sorridente in obitorio, sorridente nella bara, sorridente dopo 20 anni quando è stata fatta la revisione del cadavere… E’la serenità di don Puglisi”. Ed ha concluso: “non basta denunciare, denunciare, denunciare. La denuncia diventa vera quando si dà la vita. Ed è quello che ha fatto Puglisi. Il sorriso di Puglisi è la . Nel giorno dei funerali c’erano anche tanti bambini dietro la bara di Padre Puglisi, perché avevano perso colui che li aveva formati”.

All’inizio dell’incontro, coordinato da don Natale Colafati, ha porto il saluto Mons. Luigi Antonio Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme, che ha ringraziato Mons. Bertolone che ha voluto mostrare, attraverso questa sua agiografia, l’identità del Beato Padre Puglisi… Abbiamo bisogno di preti come don Puglisi. Non dimentichiamo che un martire apre all’amore, al perdono”.

A seguire, il Prof. Alfredo Saladini (Dirigente scolastico in pensione) ha fatto un excursus del libro di Mons. Bertolone su don Puglisi; libro, articolato in 7 capitoli, “con ogni pagina –ha detto- tesa a stabilire verità incontrovertibili della figura di don Puglisi”, per poi soffermarsi sui due aspetti fondamentali trattati nel testo: quello della profezia e del martirio, che hanno reso Beato don Puglisi. “Profeta –ha spiegato Saladini-, perché ha spezzato il filo tra mafia e cristianesimo. E la beatificazione di P. Puglisi ha dato un contributo decisivo in questa direzione, come si evince dalle prese di posizione del Magistero della Chiesa. E martire per aver vissuto realmente il Vangelo. Padre Puglisi –ha detto ancora Saladini, riportando quanto scritto da Mons. Bertolone- è morto per aver fatto il prete, andando incontro ai bisogni della gente; non è stato un prete contro ma è stato un prete per”. Saladini ha chiuso il suo intervento, ricordando il messaggio lasciato da padre Puglisi: “vivere ogni giorno facendo il proprio dovere, guardando al volto di Cristo con amore, con umiltà semplice”.

L’incontro è stato concluso da don Natale Colafati, che ha evidenziato l’importanza di “incamminarci verso la retta via con umiltà, con fiducia, perché la meta… ne vale la pena”.