La figura del Beato Padre Pino Puglisi scandagliata a 360° nel corso di un convegno promosso dall’Associazione “Sinergie Culturali” di Lamezia Terme, coordinato da don Natale Colafati, e svoltosi presso la sala convegni del centro Pastorale, in via Leonardo Da Vinci, 2. La serata si è aperta con la proiezione di un breve video che ha ripercorso gli omicidi accaduti in Sicilia, dal generale Dalla Chiesa fino a Padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia la sera del 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno.
E’stato Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Postulatore della Causa di Beatificazione di Padre Puglisi, nonché autore del libro “Padre Pino Puglisi – Profeta e martire – Beato”, a tratteggiare la figura del sacerdote nato a Palermo, nel quartiere di Brancaccio, il 15 settembre 1937, dai coniugi Carmelo, umile calzolaio, e Giuseppina Fana, sarta; terzo di quattro figli, tutti maschi. “Puglisi è stato ucciso dalla mafia –ha detto Bertolone-, perché le toglieva la manovalanza, chiamando a sé i giovani e insegnando loro che la vita è di Dio e non del
All’inizio dell’incontro, coordinato da don Natale Colafati, ha porto il saluto Mons. Luigi Antonio Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme, che ha ringraziato Mons. Bertolone che ha voluto mostrare, attraverso questa sua agiografia, l’identità del Beato Padre Puglisi… Abbiamo bisogno di preti come don Puglisi. Non dimentichiamo che un martire apre all’amore, al perdono”.
A seguire, il Prof. Alfredo Saladini (Dirigente scolastico in pensione) ha fatto un excursus del libro di Mons. Bertolone su don Puglisi; libro, articolato in 7 capitoli, “con ogni pagina –ha detto- tesa a stabilire verità incontrovertibili della figura di don Puglisi”, per poi soffermarsi sui due aspetti fondamentali trattati nel testo: quello della profezia e del martirio, che hanno reso Beato don Puglisi. “Profeta –ha spiegato Saladini-, perché ha spezzato il filo tra mafia e cristianesimo. E la beatificazione di P. Puglisi ha dato un contributo decisivo in questa direzione, come si evince dalle prese di posizione del Magistero della Chiesa. E martire per aver vissuto realmente il Vangelo. Padre Puglisi –ha detto ancora Saladini, riportando quanto scritto da Mons. Bertolone- è morto per aver fatto il prete, andando incontro ai bisogni della gente; non è stato un prete contro ma è stato un prete per”. Saladini ha chiuso il suo intervento, ricordando il messaggio lasciato da padre Puglisi: “vivere ogni giorno facendo il proprio dovere, guardando al volto di Cristo con amore, con umiltà semplice”.
L’incontro è stato concluso da don Natale Colafati, che ha evidenziato l’importanza di “incamminarci verso la retta via con umiltà, con fiducia, perché la meta… ne vale la pena”.