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Cultura e Società

Notizie alla velocità di un tweet, ma è vero giornalismo?

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Il giornalista del Tg1 Enrico Castelli ospite al Liceo Campanella L’informazione nell’era digitale: notizie a ritmo di un post o di un tweet, comunicazione immediata, in tempo reale attraverso un telefonino o un tablet. In una parola: citizen journalism, il nuovo giornalismo del cittadino comune, che da semplice fruitore si trasforma egli stesso in produttore di notizie. Ma quanto di tutto questo può essere considerata vera informazione giornalistica?

Di questo e di molto altro si è discusso venerdì scorso nell’incontro organizzato nell’Auditorium del Liceo Campanella di Lamezia Terme tra gli studenti e l’ospite d’onore dell’evento, il giornalista del Tg1 Enrico Castelli. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione culturale “InOper@”, si è sviluppata come una vera e propria lezione interattiva con gli studenti dell’Istituto Superiore, nella quale il giornalista milanese ha presentato puntualmente la situazione dell’informazione postmoderna, non più tanto fruibile attraverso le fonti tradizionali come il cartaceo, bensì una comunicazione più veloce, on line, in cui ciò che accade viene subito riportato attraverso i social media quali Facebook e Twitter. Giornalista viene così a diventare il semplice cittadino comune, che armato di telefonino riporta, in quanto testimone oculare, i fatti prima ancora degli operatori dell’informazione istituzionalmente riconosciuta. Il quadro delineato da Castelli è una realtà con la quale bisogna confrontarsi e fare i conti, che è positiva sotto molti punti di vista, l’apice della democraticità dell’informazione, senza filtri e creata dal basso dallo stesso fruitore, ma che nasconde molti rischi da un punto di vista dell’attendibilità e della deontologia professionale. Sì perché fare giornalismo non significa semplicemente dare una notizia prima degli altri, ma è darla in un certo modo, cercando conferme o smentite, guardando oltre il fatto in quanto tale e cercando di interpretare il retroscena, il “dentro” e il “dietro” la notizia stessa. L’informazione virtuale, immediata e a forte impatto emozionale, non può essere esaustiva nel senso giornalistico del termine, in quanto la presentazione asettica di un fatto non può garantire per intero l’attendibilità di quella notizia. Per questo Castelli, pur apprezzando le innegabili migliorie che i social media e in generale l’informazione virtuale hanno saputo apportare al mondo dell’informazione, ci tiene a precisare che bisogna andarci con i piedi di piombo a considerarlo giornalismo. Può certamente essere un ottimo supporto al mondo della comunicazione, ma non può diventarne l’asset principale. Il tema è delicato e di difficile interpretazione: dove finisce il giornalismo e inizia qualcosa di diverso, che è informazione ma non giornalismo. Proprio questo sarà uno degli argomenti di cui si dibatterà nella II Conferenza Regionale sulla Comunicazione, in programma venerdì 25 e sabato 26 ottobre, nell'Auditorium "Nicola Calipari" di Palazzo Campanella e organizzata dal Corecom d'intesa con la Presidenza della Giunta. In un mondo radicalmente trasformato dalle nuove tecnologie il rispetto per la veridicità della notizia e per la deontologia resta un caposaldo fondamentale. Servono dunque regole precise per regolare un settore, quello dell’informazione, che rischia altrimenti di diventare troppo discrezionale.