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Spiritualità

Diario di un'esperienza: il post-cresima

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Dal 4 al 8 luglio ho partecipato con la parrocchia San Benedetto Giuseppe Labre (RM) al nono campo estivo del post-cresima, a Campitello Matese. Il tema del campo che ha ispirato i momenti di preghiera e le catechesi è stato: “Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita” ( Is 43, 4). Il post-cresima è una realtà vissuta dai ragazzi che frequentano le scuole superiori ed ha come finalità quella di accompagnarli nella fede e aiutarli nelle dinamiche complesse e delicate dell’adolescenza, alla luce del fatto che tante sono oggi le sfide da accogliere per formare uomini e donne “esperti in umanità” e adulti nella fede.

Ad accompagnare il cammino di questi giovani oltre alla guida del presbitero ci sono venti coppie di padrini, cioè famiglie cristiane che si mettono in gioco per accogliere l’urgente sfida educativa e offrono la loro testimonianza di comunione. Ci si incontra settimanalmente e il percorso formativo a seconda dei vari anni, è strutturato sui dieci comandamenti, sui vizi capitali e sulle virtù. Tre incontri si svolgono nelle case, ciascun gruppo con i suoi padrini, mentre l’ultimo incontro di ogni mese si tiene in chiesa per vivere tutti insieme una lectio divina ed una penitenziale. A conclusione di ogni anno si vive il campo estivo, che quest’anno ha avuto la partecipazione di circa duecento giovani.

04 luglio: in serata arrivo a Campitello Matese, liturgia penitenziale, cena, dopo cena presentazione del campo e formazione di 12 squadre, protagoniste dei giochi e delle attività formative. Il primo passo che apre un cammino è fare esperienza della misericordia di Dio e riconoscere la propria debolezza. Si cambia solo per ciò che si ama e se si sperimenta un amore gratuito e fino in fondo.

05 luglio: Colazione e scalata in montagna per raggiungere dopo 2 ore di cammino uno spiazzo pianeggiante dove abbiamo pregato le lodi guidate da don Pierangelo e siamo stati aiutati a riflettere sulla realtà della sessualità e del corpo come tesoro prezioso da custodire, perché dono di Dio. La montagna è metafora della vita, tante volte è dura la salita però è anche l’unica possibilità per contemplare dall’alto un orizzonte più lontano che sazia il vuoto che ci abita. Dopo aver vissuto la lectio divina sul vangelo della liturgia del giorno, siamo andati a giocare, dopo cena c’è stato un’incontro centrato sulla preziosità della vita che va sempre promossa, amata, difesa e accolta. Uno dei testimoni più luminosi che ci è stato presentato è Chiara Corbella Petrillo, una mamma che rimasta incinta scopre di avere anche un tumore, un carcinoma, rifiuta la chemio per far nascere il suo bambino dicendo che “chi nasce una volta non muore più”. La speranza cristiana ci dà la certezza della vita per sempre.

06 luglio: Colazione, lodi nel campo sportivo e catechesi sull’importanza della lotta spirituale per essere realmente felici. Tanti sono gli inganni del demonio per rubarci ciò che abbiamo di più prezioso pensando che il peccato sia innocuo mentre è il vero ostacolo verso una vita vissuta in pienezza. Nel pomeriggio è stato molto divertente ascoltare da parte di ogni squadra la composizione di una canzone animata e in serata abbiamo visto il film Facing the Giants (Affrontando i giganti), nel quale emerge con chiarezza che si vince nella vita non se si confida solo in se stessi ma se si ha l’alleato più forte. Per noi l’alleato fedele è il Signore. Un uomo di preghiera in questo film dà una vera definizione di fede quando dice che due contadini gridano a Dio il dono della pioggia ma solo uno prepara il terreno per accoglierla. La fede è credere che il Signore provvede perché è solo in Lui che l’impossibile diventa possibile.

07 luglio: ore 3:45 sveglia, messa all’alba presieduta da don Michelangel, colazione in albergo, mattinata libera. L’alba è speranza di un nuovo giorno per chi sceglie di passare dalle tenebre alla luce con occhi nuovi. C’è speranza per tutti, l’inganno più catastrofico è pensare di essere un caso perso mentre invece la molla che permette di rinnovare e ritrovare se stessi è sentirsi amati per chi e come si è. Nel pomeriggio le squadre hanno costruito l’arca dell’Alleanza e le tavole della legge. In serata falò e pizza sotto le stelle nella pineta vicino l’hotel. Inizio delle risonanze.

08 luglio: ore 9 celebrazione dell’eucarestia, risonanze, pranzo e ritorno a Roma. Questo campo è stato un’esperienza di comunione profonda. La comunione è dono di Dio ma anche impegno nostro perché dipende da quanto siamo disposti a condividere la vita. Dalle condivisioni concrete ed esistenziali è emerso che in fondo siamo vicini nelle fatiche che ogni giorno incontriamo ed ancor di più possiamo camminare insieme e sostenerci a vicenda perché ciascuno di noi è prezioso agli occhi di Dio.

DON ANTONIO PASCALE