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Mater ecclesia

La scelta della verginità della Madre di Gesù

Redazione · 12 anni fa

Giovanni Paolo II nella catechesi mariana del 25 luglio 1996 intitolata “Il proposito di verginità” ha affermato che Maria, già prima dell’annunciazione, «per scelta volontaria intende restare vergine»1. Infatti, riportando la domanda che Maria rivolge all'angelo: «Come avverrà questo? Non conosco uomo» (Lc 1,34), il Papa spiega che tali parole mettono in evidenza l’attuale verginità di Maria e il suo proposito di rimanere vergine. Il tempo presente (“non conosco”) «lascia trasparire la permanenza e la continuità del suo stato»2. Il termine biblico “conoscere” si riferisce ai rapporti coniugali. Se in Maria non ci fosse stata una volontà di donazione esclusiva a Dio, questa domanda sarebbe superflua: una donna sposata, a cui viene annunciato che avrà un figlio, non ha bisogno di chiedere come ciò avverrà. Maria invece, stante il suo proposito (ed è solo così che questa domanda ha una spiegazione soddisfacente), pone la questione per sapere come debba comportarsi con Giuseppe.

Maria è pronta a tutto ciò che Dio vuole da lei; non vuole opporsi al progetto divino ma manifesta l’intenzione di conoscerlo per adeguarvisi totalmente. Infatti nell'annunciazione «Maria si è abbandonata a Dio completamente, manifestando l'obbedienza della fede a colui che le parlava mediante il suo messaggero e prestando il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà. Ha risposto, dunque, con tutto il suo “io” umano, femminile, ed in tale risposta di fede erano contenute una perfetta cooperazione con la grazia di Dio che previene e soccorre ed una perfetta disponibilità all'azione dello Spirito Santo, il quale perfeziona continuamente la fede mediante i suoi doni»3.

La risposta dell’angelo: “lo Spirito santo scenderà su di te …” (Lc 1,35) acquista un doppio valore per Maria. Da una parte le rivela che quel suo figlio sarà lo stesso Figlio di Dio, concepito ad opera dello Spirito Santo. D’altra parte le conferma che quella donazione totale a Dio è stata gradita dal Signore e verrà salvaguardata anche nel suo stato di matrimonio.

Il desiderio di verginità di Maria e la volontà di Dio manifestata attraverso l’angelo si incontrano nell’evento dell’Incarnazione. Dio ha voluto per madre una Vergine, che Lui stesso ha preparato in vista della sua incarnazione.

Prima che una questione mariologica, la verginità di Maria è un tema cristologico, che risponde all’interrogativo evangelico sull’identità di Cristo: a partire dalla persona divina di Gesù si comprende l’esigenza e il dono della verginità per la Madre. Maternità divina e verginità in Maria sono strettamente correlate. “La Vergine” è il nome di Maria che rimanda direttamente alla divinità di Gesù4.

Maria conosceva il comandamento “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt 6,5), e aveva deciso in cuor suo di appartenere esclusivamente a Dio attraverso una vita verginale. E’fuori dubbio che sia intervenuto un suggerimento interiore dello Spirito Santo, che essa ha liberamente seguito. San Luca in modo chiaro afferma che l’angelo Gabriele è inviato a una vergine e questa vergine si chiama Maria (cfr. Lc 1,26-27; Is 7,14). Maria è la sempre vergine, la beata Vergine5.

Paolo VI, nella Marialis Cultus, riflettendo sulla decisione di Maria, ci dice che lei non ha rinnegato nessun valore umano e non ha avuto la benché minima disistima verso il matrimonio. Infatti «la scelta dello stato verginale da parte di Maria, che nel disegno di Dio la disponeva al mistero dell’incarnazione, non fu atto di chiusura ad alcuno dei valori dello stato matrimoniale, ma costituì una scelta coraggiosa, compiuta per consacrarsi totalmente all’amore di Dio»6.

Fin dall’uso della ragione Maria ha desiderato essere tutta di Dio; poi, col passare degli anni, lo ha sempre riconfermato con quella maggiore consapevolezza che le proveniva dall’età. Prima dell’annunciazione forse avrà pensato: “Se il Signore gradisce questo mio proposito, mi darà la grazia di poterlo osservare. Se no, sia fatta la sua volontà”. Questo desiderio della verginità era stato posto in lei dallo Spirito Santo in vista della divina maternità. Ancora meno poteva indovinare che essa stava seguendo, sotto la luce preventiva dello Spirito, una via nuova, che Gesù avrebbe poi insegnato col suo esempio. Nei secoli seguenti un grande numero di uomini e di donne avrebbe abbracciato la stessa scelta. Maria nell’annunciazione era già la Vergine per eccellenza7.

Oggi la verginità è bistrattata. Anche la verginità di Maria in certi ambienti è attaccata, misconosciuta e derisa. Tutto questo dipende dalla corruzione, dalla perversione di valori per cui si cerca di screditare anche le realtà più sublimi. La nostra società è immersa in modo esasperato nel sesso, nel consumismo e nel materialismo. Da molti, il valore della verginità è misconosciuto a motivo del clima di vizio in cui vivono e a cui si da tanto spazio (propagato dalla televisione e da internet). Oggi il vizio viene propagato e cammina a testa alta e sembra quasi che sia la virtù a doversi nascondere e vergognare.

Nei testi biblici l’impurità è costantemente indicata con la parola greca porneia. Tale parola deriva da un verbo che significa “vendersi”. Perciò il contrario della purezza, nella Bibbia, è vendersi. Per cadere nell’impurità, non è necessario vendersi per danaro, come avviene nella prostituzione. Ci si può vendere per vizio, per capriccio, per curiosità, per debolezza etc. San Paolo afferma che non è lecito darsi all’impurità perché apparteniamo a Cristo e siamo tempio dello Spirito Santo (cfr. 1 Cor 6,15-20).

La scelta operata da Maria è d’aiuto a quanti vogliono consacrarsi al Signore attraverso una vita sacerdotale o religiosa. Lei, pur essendo una fanciulla, ha avuto il coraggio di intraprendere una via nuova, contro la mentalità del suo tempo (anche oggi una ragazza che si fa suora deve superare i pregiudizi del suo ambiente). Per darsi interamente a Dio ha dimostrato fortezza e fiducia, disponibilità all’azione dello Spirito Santo e generosità totale. Da qui è venuto il suo fiat, senza condizioni.

[1] La catechesi mariana di Giovanni Paolo II, Quaderni de L’Osservatore Romano, n. 39, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1998, p. 103.

[2] Ibidem.

[3] Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 13.

[4] cfr. Perrella S. M, Maria Vergine e Madre. La verginità feconda di Maria tra fede, storia e teologia, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2003, pp. 5-21.

[5] Sant’Agostino riguardo alla verginità di Maria afferma: «Sposa di un uomo ma madre senza la partecipazione dello sposo; vergine prima delle nozze; vergine quando è incinta, vergine quando allatta. Il Figlio onnipotente nel nascere non tolse alla sua santa madre la verginità, che s’era scelta per nascere» (S. Agostino, Il maestro interiore. Testi scelti introduzione e commenti a cura di padre Agostino Trapè, Edizioni Paoline, Milano 1987, pp. 139-140). Maria è rimasta vergine anche durante il parto del suo Figlio primogenito. Il Concilio di Costantinopoli II del 553 attribuì a Maria il titolo di Madre di Dio Sempre Vergine; il Concilio Lateranense del 694 difese la maternità divina e la verginità di Maria. La dottrina della verginità perpetua in forza dell’autorità pontificia viene ritenuta verità di fede definita (cfr. ibidem, pp. 193-212).

[6] Paolo VI, Marialis Cultus, 37.

[7] Cfr. Amorth G., Dialoghi su Maria, Edizioni Messaggero Padova, 1987, pp. 29-38. «La verginità di Maria è profondamente legata alla maternità divina, da essa dipende e da essa è strutturata. In forza del riferimento materno, oltre a distinguere i diversi aspetti della verginità ante partum, in partu, post partum, la verginità va compresa in modo unitario, come dedizione totale al Figlio» (De Fiores S.- Ferrari Schieffer V.- Perrella S.M. (Edd), Mariologia. I Dizionari, San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2009, p. 1263).