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Cultura e Società

Consiglio Comunale “aperto” a Lamezia: unità di intenti per la salvaguardia della città

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Carenza di organico del Tribunale, paventata soppressione del Carcere, nonché possibile chiusura della Facoltà di Agraria e ridimensionamento del centro meccanografico di San Pietro Lametino: questi i temi più urgenti e dibattuti nell’ordine del giorno presentato lunedì in Consiglio Comunale.

Si è trattata di un’assemblea consiliare straordinaria “aperta”, con possibilità per qualunque cittadino interessato di parteciparvi, e indetta su specifica richiesta del Comitato Civico “ SINTAL” (Salviamo il Nostro Territorio a Lamezia Terme), unitamente alla Camera Penale di Lamezia Terme, alla quale hanno presenziato a vario titolo, oltre ai rappresentanti istituzionali, anche sindacati di categoria e associazioni del territorio. L’urgenza di tale riunione congiunta è facilmente immaginabile visto il periodo di straordinaria emergenza in cui sta versando nell’ultimo periodo il comune di Lamezia Terme, che vede all’orizzonte il poco edificante scenario di una chiusura di alcune delle strutture e servizi più importanti e significativi sul territorio, con danni incalcolabili per la comunità lametina. Senza bisogno di aggiungere altri argomenti a latere dei temi all’ordine del giorno, come potrebbero essere il possibile declassamento dell’aeroporto e della stazione ferroviaria, sembra prospettarsi, parafrasando le parole del sindaco di Lamezia Gianni Speranza, anche lui presente naturalmente al Consiglio del 20 maggio, una lenta ma progressiva soppressione della città nella sua globalità. Giunti a questo punto diventa indispensabile muoversi con celerità per programmare, insieme ai rappresentanti istituzionali, un piano di risoluzione in cui il comune, e poi la regione, non si limitino solo a difendere ad oltranza le strutture a rischio chiusura, ma propongano una soluzione alternativa alle decisioni avanzate a livello di esecutivo nazionale. Sul rischio di una “retrocessione sul campo” di Lamezia Terme e sulla necessità di evitare che da centro nevralgico della regione possa trasformarsi in entità effimera spogliata di tutte le caratteristiche proprie di una città, c’è fortunatamente una consapevolezza trasversale e una altrettanto forte volontà di fare fronte comune per scongiurare un simile scenario. Le normali divergenze politiche e ideologiche, questo è emerso dall’incontro di lunedì, sembrano essere state messe giustamente da parte per mettere in cima l’interesse della città e dei suoi cittadini. Per farlo servono però iniziative concrete: nel caso del Tribunale, che rimane purtroppo argomento di stretta attualità dal momento che sopravvive in gravissime carenze d’organico tanto di magistrati quanto di dipendenti, la proposta sarebbe quella di richiedere per Lamezia Terme lo status di ”sede disagiata” (condizione che fu tolta nella precedente legislatura) affinché si possa finalmente ricomporre un organico in grado di smaltire la corposa mole di lavoro e i migliaia di procedimenti civili e penali ancora pendenti. Una soluzione, parziale, che potrebbe però salvare momentaneamente anche la casa circondariale di Lamezia Terme, sulla cui idoneità strutturale, ne abbiamo già diffusamente discusso in questa sede, rimangono molte perplessità. C’è da credere però che in una città in cui, si spera, il Tribunale torni ad operare a pieno regime, non si possa sopprimere così velocemente un istituto detentivo all’interno del territorio e si possa quindi quantomeno procrastinare il termine fino a quando non si troverà una soluzione definitiva.

Momenti delicati dunque per Lamezia Terme, che nell’immediato futuro dovrà fare i conti con se stessa e ridiscutere eventualmente la propria identità alla luce di quello che potrà succedere.