In occasione del XI Congresso regionale CISL Calabria, "La Cisl per una nuova Calabria", svoltosi a Campora San Giovanni il 27 aprile scorso, Sua Eccellenza Monsignor Luigi Cantafora è stato invitato a rivolgere un indirizzo di saluto ai partecipanti. Erano presenti Raffaele Bonanni, Segretario Generale CISL, Paolo Tramonti Segretario CISL Calabria e Luigi Sbarra. La condivisione ferma dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa, la necessità di ribadire la centralità della questione del lavoro e del Meridione, sono stati i punti forti toccari dal Vescovo nel suo intervento.
Di seguito il testo
Ringrazio di cuore per l’invito che avete voluto rivolgermi a prendere parte all’assemblea generale della CISL.Un deferente saluto al Dottor Raffaele Bonanni, Segretario Generale, al Dottor Paolo Tramonti Segretario CISL Calabria e al Dottor Luigi Sbarra. Devo confessare che sono rimasto molto colpito dalla bella associazione di parole che fanno da titolo al vostro convegno: lavoro, sviluppo, solidarietà.Da Vescovo di una Chiesa calabrese vorrei con discrezione e rispetto dire che queste parole ci appartengono, ci accomunano, ci permettono di camminare insieme.Come Chiesa annunciamo Cristo e la potenza liberante del Suo Vangelo, ma mentre predichiamo il Regno di Dio, promuoviamo lo sviluppo vero e autentico di un popolo. Diffusione della fede e promozione umana vanno sempre di pari passo.
2. Dicevo poc’anzi che lavoro, sviluppo e solidarietà sono parole che appartengono anche alla visione cristiana dell’uomo.Mi limiterò a dare un breve accenno ad ognuna delle tre. Cominciamo dal lavoro. Sono di particolare attualità le parole del Beato Giovanni Paolo II: «Il lavoro umano è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, di tutta la questione sociale» (Giovanni Paolo II, Laborem Exercens). La situazione di crisi in cui ci troviamo fa emergere con drammaticità quanto il problema lavoro, se così possiamo esprimerci, sia prioritario.
3. Giustamente al lavoro è legato il termine sviluppo. Il grande Paolo VI, nella memorabile Populorum progressio ha definito «lo sviluppo nuovo nome della pace» . Lo sviluppo è perciò come una sfida e un appello alla solidarietà universale, unica realtà capace di definire il progresso sulla base del valore della persona. La solidarietà è dunque una parola chiave dello sviluppo. Del resto è impossibile parlare di sviluppo in Italia senza affrontare, con senso di responsabilità, e in un modo nuovo la questione meridionale, risolvibile solo capendo che non ci può essere Nord senza Sud.Ma non possiamo avere un vero sviluppo, senza una visione integrale, autentica e non ideologizzata della persona umana.
4. Il sottosviluppo ha nella carenza di pensiero un alleato prezioso. Ma la causa più importante del sottosviluppo è la mancanza di fraternità, il prevalere dell’individualismo e degli interessi di parte a discapito del bene comune. Ed eccoci arrivati alla terza parola chiave del convegno: la solidarietà.«La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli» (Benedetto XVI, Caritas in Veritate, n. 19). Per questo motivo, l’invito di Papa Giovanni Paolo II alla promozione della cultura della solidarietà e dell’impegno effettivo al servizio del bene dell’intera comunità umana risuona ancora oggi, come un appello alla propria responsabilità sociale. Tenendo presenti questi principi, come Chiesa di Lamezia Terme, abbiamo cercato di promuovere una nuova cultura e formazione sociale e imprenditoriale sulla base della dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo intrapreso con determinazione un percorso per promuovere progettualità e innovazione sociale. L’intento è di poter coniugare le potenzialità del territorio con le direttive e le risorse sia nazionali che europee, promuovendo tra i giovani, l’iniziativa personale.
Abbiamo avviato il progetto Scuola Euro-mediterranea, con la collaborazione dell’UCID Nazionale, l’associazione Cavalieri del lavoro, Confcooperative. Questa nostra azione soprattutto culturale ha già prodotto alcuni buoni germogli tra cui il progetto “Relazioni” che per iniziativa di alcuni giovani riesce a usare le tecnologie per innovare i servizi di cura agli anziani. Vorrei concludere questo saluto, facendo mie, le conclusioni dell’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI: «Lo sviluppo ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che l’amore pieno di verità, caritas in veritate, da cui procede l’autentico sviluppo, non è da noi prodotto ma ci viene donato» . Grazie e buon lavoro!