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Cultura e Società

Francesco: il "miracolo" della semplicità e del sorriso

Paolo Emanuele · 12 anni fa

Ha scelto di chiamarsi Francesco. Un nome che richiama l'esemplare santità del "poverello d'Assisi": un santo dedito agli umili ed agli ultimi, un riformatore che amava la Chiesa e la considerava come Madre. Un nome, Francesco che evoca «semplicità e testimonianza evangelica». Una semplicità disarmante che si svela nella richiesta di preghiere al suo popolo («pregate il Signore perché mi benedica»), che si rivela nell'assordante silenzio del raccoglimento e nell'esplosione di gaudio collettivo. «Incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi.

Preghiamo sempre per noi, l'uno per l'altro, perché vi sia una grande fratellanza». Un abbraccio ecumenico, quello di Jorge Mario Bergoglio: un messaggio paterno, pregno di dirompente umanità che riconcilia i nostri tempi ed il mondo d'oggi con l'Evangelo.

Papa Francesco, da Pastore "generoso e saggio", ha già compiuto i primi "miracoli": richiamare la Chiesa alla sinodalità, riaccendere nei fedeli lo spirito e la tensione all'unità, riavvicinare i cuori freddi e lontani alla Parola, alla Verità ed all'attualità di Cristo.

Nelle sue prime parole, nei suoi primi gesti da Vescovo di Roma, traspare "la tenerezza di una Chiesa madre, riflesso della tenerezza di Dio", per mutuare un'espressione di Monsignor Bregantini.

Con Francesco I, la Chiesa, guidata dal "lumen Christi" dell'incipiente Pasqua, intraprende un cammino «fruttuoso per l'evangelizzazione». Quell'evangelizzazione che è foriera del messaggio salvifico di Cristo risorto.