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Vita diocesana

Si concludono a Soveria le presentazioni del Progetto Pastorale

Armido Cario · 12 anni fa

da Gazzetta del Sud del 28feb2013 Stasera alle 18.30, nel salone parrocchia di San Bernardo a Soveria Mannelli, il vescovo Luigi Cantafora concluderà le celebrazioni di consegna del nuovo Progetto pastorale diocesano “Indossiamo e custodiamo l’abito nuziale della carità”. La presentazione del progetto è iniziata il 3 febbraio scorso dalla parrocchia di San Giovanni Calabria a Lamezia. Poi è stata la volta della parrocchia di San Pancrazio a Sambiase, San Tommaso d’Aquino a Pianopoli, Santa Maria Cattolica a Maida, Santa Maria Assunta a Marcellinara e Santa Maria Regina della famiglia a Nocera Terinese.

Si è trattato di un viaggio nelle vicarie diocesane per una presentazione itnerante che, per ogni incontro, ha acquistato tutte le caratteristiche di una catechesi vera e propria. Stasera, dunque, ci sarà l’ultima consegna di un documento molto articolato che si divide in due parti: nella prima, in riferimento alla parabola del banchetto nuziale che è il testo evangelico proclamato da Benedetto XVI nella messa presieduta a Lamezia il 9 ottobre 2011, si offrono le chiavi di lettura della realtà ecclesiale e sociale lametina. Ciò, insieme ad un’attenta verifica del cammino svolto dalla comunità ecclesiale locale. Nella seconda parte sono indicate le linee progettuali diocesane con gli obiettivi preposti, riguardanti un impegno rinnovato per una più mirata formazione umana e cristiana dei giovani e degli adulti, in particolare delle famiglie. Nel Progetto emergono tre criteri essenziali che fanno da ‘filo conduttore’nell’ampio e approfondito documento. La Chiesa lametina indica tra le sue finalità prioritarie la centralità dell’impegno educativo, inteso come annuncio integrale della fede in Cristo.

Vi è poi la necessità di una pastorale estroversa, lanciata, diretta agli uomini del nostro tempo. Fondamentale per portare avanti un progetto pastorale è la conversione che deve accrescere lo spirito di comunione. Cantafora ribadisce che “Il Progetto non presenta un programma scadenzato, non riguarda tanto il ‘cosa fare’ma consegna, con realismo e lucidità, un richiamo alla nostra missione di Chiesa. Per questo motivo – rimarca con decisione il presule - è forte l’esortazione a guarire da quella diffusa tentazione alla mediocrità nella pastorale, in cui ci si accontenta di quanto si è già raggiunto”.

Quello del vescovo diocesano è un ‘no’deciso alla missione dei laici, ridotta a una pura assegnazione di “cose da fare”, senza la ricerca di una vera conversione. “Tale parvenza di vita cristiana – commenta Cantafora - è la causa di quella triste dissociazione tra la vita e l’impegno cristiano. Il momento presente chiede di evitare la tendenza del navigare a vista, senza una vera rotta e con lo ‘strafare’dei nocchieri solitari. Siamo chiamati – esorta il pastore della Chiesa lametina - ad una fatica grande. Viene richiesto che laici e presbiteri sappiano collaborare insieme per proporre e vivere un’esperienza di fede meno cultuale, magica o addirittura folclorica e più ancorata, invece, ai fondamenti della fede”. Cantafora incalza: “L’Evangelo ci impone di saper dare risposte appropriate e non ricette preconfezionate ormai desuete. Anche l’emergenza umanitaria, con la quale ci confrontiamo, in seguito all’arrivo di numerosi emigrati di diverse razze e nazionalità, chiama la nostra Chiesa a una presenza e un’azione profetica e coraggiosa”. Il vescovo conclude: “La missione pastorale della comunità ecclesiale lametina, non potrà mai essere efficace fin quando non troverà spazio nelle parrocchie, nei movimenti e nelle associazioni. Una catechesi forte, appropriata, integrale e in linea con gli insegnamenti del magistero della Chiesa”.

Oggi è anche l’ultimo giorno di pontificato di Benedetto XVI, “un Papa che ha donato molto a questa Chiesa diocesana – sottolinea Roberto Tomaino, segretario particolare del vescovo – la grande eredità di questo pontificato per la diocesi lametina è contenuta proprio nel Progetto pastorale che oggi finiamo di presentare. La parola e la presenza del Santo Padre – spiega Tomaino - sono come un sigillo su questo progetto. La Chiesa locale lametina, ora sa di camminare ricca di memoria per l’avvenire, attenta a scorgere i segni nuovi che si stanno preparando lungo il suo cammino”.