Don Fabio Stanizzo: "Livello povertà nella nostra Diocesi sta aumentando"
Sono oltre 50 le richieste di aiuto che fino al 15 aprile scorso sono giunte al centro di ascolto della Caritas diocesana di Lamezia Terme. Per la maggior parte, si tratta di istanze di tipo economico. Ad esempio, per l'affitto sono state aiutate cinque famiglie, mentre per i viveri, attraverso l'emporio della solidarietà, sono stati soccorsi 87 nuclei familiari che non accedono ad altri tipi di sostegno economico. Per le utenze domestiche, invece, sono stati sostenuti sei nuclei familiari. "Il livello di povertà nella nostra Diocesi sta aumentando - dichiara don Fabio Stanizzo, direttore della Caritas - coinvolgendo fasce di popolazione che fino allo scorso anno riuscivano ad avere un reddito medio e che, a causa della pandemia e dei ritardi burocratici amministrativi, si trovano a vivere una situazione di forte disagio economico e sociale". Dallo scorso anno, sono aumentate anche le tipologie di richieste di intervento: dai beni di prima necessità, al sostegno delle utenze domestiche, al vestiario, al servizio docce, ai senza fissa dimora. L'identikit di chi si rivolge alla Caritas è cambiato: persone in cassa integrazione in quanto, "per lungaggini burocratiche, questa arriva dopo mesi"; precari; nuclei monoparentali con un solo reddito; ex titolari di piccole imprese e/o piccole aziende; professionisti. Inoltre, sono aumentate, le richieste di aiuto di donne che, con figli, vivono da sole e si sono ritrovate senza reddito. Tra di esse si è registrato anche un aumento di violenza domestica con relativi abbandoni. La Caritas, tramite l'Osp, ha anche provveduto ad indirizzare gli immigrati nel disbrigo delle pratiche relative ai permessi di soggiorno. Fino a prima della pandemia, infatti, molti di loro si rivolgevano direttamente agli uffici preposti. Nel corso del periodo di chiusura, invece, hanno avuto difficoltà ad accedere agli uffici pubblici, anche per la scarsa conoscenza della lingua, e si sono rivolti agli sportelli della Caritas che, telefonicamente, li hanno aiutati, ad esempio, nella scelta del medico di base (116 utenti) che deve essere rinnovato ogni sei mesi; nel rilascio della tessera sanitaria (105) ed in quello del codice fiscale alternativo (11). Documenti tutti collegati alla residenza. Ragione per cui, molti di loro hanno utilizzato il dormitorio della Caritas per indicarla. Inoltre, sono stati aiutati anche per poter effettuare i tamponi. Il tutto per un totale di 668 "passaggi". Analizzando i dati relativi al periodo della pandemia, nel 2020, complessivamente, i bisogni legati all'occupazione ed al lavoro, hanno rappresentato il 21,1% delle richieste, seguiti da quelli derivanti dai problemi economici attestati al 17,9%. Le richieste riguardanti, invece, il settore dell'immigrazione sono state il 34,9%. Dati che, rispetto al 2019, registrano un incremento e che per il 2021 sono destinati ad aumentare. Una situazione di enorme disagio, quindi, non solo per gli stranieri, ma anche per gli italiani, cui la Caritas, oltre al servizio mensa, sta cercando di dare risposte riaprendo anche il centro docce e vestiario e fornendo un servizio parrucchieria grazie a professionisti che si sono messi a disposizione gratuitamente. Nel Centro, che è fornito di fasciatoi per i bambini, chi usufruisce delle docce può anche lavare i vestiti e prenderne nuovi, puliti e sanificati. A breve, infine, l'apertura del laboratorio solidale nato da un accordo tra Caritas e "Ambulatorio solidale prima gli ultimi" che prevede che la Caritas, tramite i centri di ascolto, raccoglie le esigenze di tipo sanitario dell'utenza, dall'altro l'associazione mette a disposizione, al momento 25 medici (tra cui primari e ospedalieri andati in pensione), specializzati in varie branche, che, gratuitamente, offriranno prestazioni specialistiche nei locali che la Caritas, nel complesso interparrocchiale San Benedetto, ha messo a disposizione per il laboratorio.