Il saluto del vicario generale ad inizio della concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, in occasione della Messa Crismale
Gesù si alzò, depose le vesti e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto
Reverendissimo Padre! In questi pochi versetti del vangelo di Giovanni è sinteticamente racchiuso il senso profondo del Giovedì Santo: ognuno di noi in queste parole, in questi gesti è oggi chiamato a ritrovare sè stesso.
Stiamo celebrando per la prima volta con Lei la Messa Crismale, la “nostra Messa”: nostra perché in essa ci è dato di riandare alle radici e alla sorgente della personale e originale chiamata di ciascuno di noi… E lo facciamo, in sacramentale comunione con Lei, “dentro” la Chiesa per la quale siamo stati costituiti “pastori”: quella Chiesa concreta che vive e opera dentro la nostra Diocesi e qui oggi significativamente rappresentata, per via delle vigenti restrizioni necessarie per contenere il contagio da Covid 19, da alcune Religiose, Religiosi, Diaconi, Seminaristi e Fedeli laici attraverso i quali, però, è presente tutto il Popolo Santo di Dio…
Siamo diversi! Eppure tutti chiamati simultaneamente a volgere lo sguardo della fede e della vita a Gesù, il Maestro e il Signore, che in una predica senza parole ci ricorda perché ci ha chiamati indicandoci nella via dell'amore/carità il senso stesso in cui ogni giorno poter concretizzare il nostro SI.
E' questo il senso primo e ultimo di ogni vocazione sacerdotale: amare di un amore grande, gratuito, appassionato e appassionante proprio come ha fatto il Maestro che ci mostra che amare è servire e che servire è regnare!
Non importa dove o come il Signore chi chiama a servirlo: ciò che importa è amare come Lui ha amato ovunque Egli ci ponga!
Oggi siamo chiamati a rinnovare davanti a Lei e con Lei, nostro padre nella fede e pastore, le nostre promesse sacerdotali: abbiamo cioè la possibilità di ridare freschezza e vigore al nostro desiderio di seguirlo, di non riprenderci la vita che gli abbiamo donato scadendo in logiche troppo umane che ci farebbero perdere di vista il senso del nostro essere preti e a decidere, qualora questo ci fosse accaduto, di riorientare lo sguardo dritto su Gesù che depone le sue vesti e ci lava i piedi …e così ricominciare.
A lei, oggi, Eccellenza la nostra gratitudine, tra le altre cose, per l'impegno con il quale ogni giorno ci aiuta e ci incoraggia a seguire il Signore indicandocene la strada anzitutto nel crescere come famiglia presbiterale gareggiando nello stimarci a vicenda, gioendo per il bene gli uni degli altri, perdonandoci l'un l'altro per il male che infliggiamo o che riceviamo.
Le assicuriamo la nostra filiale preghiera, la nostra fattiva collaborazione, il nostro disinteressato affetto affinché il Signore, per il Suo tramite apostolico, ci renda sempre più simili a Lui rendendolo così, a nostra volta presente nella vita dei nostri fratelli e delle nostre sorelle non solo con i Sacramenti che amministriamo ma con la vita nuova che ogni giorno scegliamo di vivere . Auguri Eccellenza! Auguri cari confratelli!