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La parola del Vescovo

Giornata del Migrante. L'omelia del Vescovo

redazione · 12 anni fa

Messa Vespertina nel Battesimo del Signore, Giornata del migrante e del rifugiato Cattedrale - 12 Gennaio 2013

(Is 40,1-5.9-11; Sal 103;Tit 2,11-14;3,4-7; Lc 3,15-16.21-22)

1.Carissimi fratelli e sorelle, vi do il benvenuto nella Chiesa Cattedrale, che è madre delle chiese della Diocesi e per questo titolo così speciale, vi accoglie tutti nel nome del Signore.Ricorre oggi, infatti nella Festa del Battesimo del Signore, la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

Carissimi, che provenite da diverse parti del mondo e siete qui a pieno titolo, membri di questa comunità ecclesiale e civile, ricordate che «la Chiesa cammina insieme con l’umanità tutta» (Gaudium et Spes, n. 40) e la sua presenza vi accompagna e precede sempre.

2. Penso che la liturgia della parola che abbiamo ascoltato, ci introduce pienamente nello spirito di questa celebrazione.

Luca, nell’introdurre il Vangelo del Battesimo del Signore, annota: «In quel tempo perché il popolo era in attesa».

Questa semplice precisazione dice dove siamo nella vita.

Noi siamo in attesa di quel grande compimento della storia, sia personale che del mondo intero, che Cristo realizzerà alla fine dei tempi.

La gioia del Natale, ha reso la nostra attesa non vuota e infondata, ma reale e sicura. Cristo venuto nell’umiltà della natura umana, ritornerà nella gloria.

Oggi lo contempliamo in fila tra i peccatori, «Egli che non conobbe peccato»!

La prima uscita pubblica del Signore, se possiamo esprimerci così, è questa: Gesù in fila, confuso tra i peccatori, per ricevere un battesimo che non era necessario a una sua “conversione” ma da lui voluto per rivelare vicinanza e condivisione col “suo” popolo.

è come se il Signore volesse mostrare fin da subito, qual è il motivo della venuta nel mondo, salvare gli uomini, raggiungerli nelle loro strade tortuose, restituirli alla pienezza della vita divina.

Gesù fin da subito rivela il vero volto di Dio, la vicinanza all’umanità intera e la misericordia per i peccatori.

E Cristo sarà fedele a questa prima immagine che lo ritrae tra i peccatori in fila al Giordano. Infatti nella sua vita sarà accusato di mangiare e bere con i peccatori e sulla croce sarà innalzato tra due peccatori.

Il tempo del Natale che con questa festa volge al termine, ci offre la possibilità di contemplare Cristo, come Colui che è capace di portare tra gli uomini l’amore e la comunione con Dio.

Con questa icona del Battesimo di Gesù, noi celebriamo la Giornata Mondiale del Migrante.

2. Il tema scelto dal Santo Padre per questa Giornata è «Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza», questo a motivo delle celebrazioni per il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.

In effetti, fede e speranza sono presenti nel cuore di tantissimi migranti. In ogni migrante è vivo il desiderio di una vita migliore, numerose volte unito alla volontà di lasciarsi alle spalle la «disperazione» di un futuro impossibile da costruire (cfr. Benedetto XVI, Messaggio).

Ma cosa rende possibile un viaggio in cerca di una terra migliore?

Ogni uomo quando migra, parte con la profonda fiducia che Dio non abbandona mai la sua creatura.

«Fede e speranza, dunque, riempiono spesso il bagaglio di coloro che emigrano, consapevoli che con esse “noi possiamo affrontare il nostro presente.”» (Spe salvi, 1).

Questa fiducia, che può essere intesa come una professione di fede nella provvidenza di Dio, può rendere anche più tollerabili le ferite del distacco e della miseria.

Certo, fratelli, diverse sono le questioni che preoccupano la Chiesa. Ogni persona, in quanto tale, ha diritto a vivere dignitosamente nella propria patria, ma ha anche il diritto di migrare e di essere accolta.

In una terra come la Calabria, che conosce l’immigrazione e l’emigrazione, questa giornata assume un significato del tutto particolare.

Noi vi accogliamo e salutiamo, ma allo stesso tempo sappiamo anche di dover salutare tanti nostri giovani e tante nostre famiglie che non trovano qui a Lamezia, possibilità per il loro futuro. A tutti, come Chiesa siamo vicini!

Una piaga ci preoccupa grandemente, in quanto è fonte di pericolosa ingiustizia, ovvero lo sfruttamento dell’immigrazione irregolare.

Sento di dover ricordare con forza che il lavoro degli immigrati ha la stessa nobiltà e dignità del lavoro di ognuno, e deve essere valorizzato, salvaguardato e difeso.

Lo sfruttamento della manodopera immigrata è una grave offesa a Dio e all’uomo.

La pace sociale, tanto desiderata in questa città, e il conseguimento del bene comune, non possono prescindere dalla sincera accoglienza dei tanti nostri fratelli, che approdano in questa terra, la abitano e la lavorano.

La Chiesa di Lamezia Terme sa di essere chiamata ad annunciare Cristo in un territorio che per vocazione e natura, è crocevia di popoli e di persone.

Nel Progetto Pastorale Diocesano per il quinquennio 2013-2018, che sarà consegnato alla Diocesi alla fine di febbraio, è dedicato un grande interesse all’annuncio evangelico per i migranti.

So per certo, che tutti voi, in particolare la Fondazione Migrantes, che saluto nella persona del Diacono don Andrea Taiani, saprete trovare validi spunti e aiuti.

Anche la presenza delle suore Scalabriniane, Suor Emanuela e Suor Fatima, con il dono del loro carisma, aiuterà la nostra Chiesa Diocesana, ad essere Chiesa che accoglie, accompagna e fa crescere.

4. Carissimi, per la Chiesa, come ci ammoniva il Servo di Dio Paolo VI, «nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano», perché, in essa, ci ricorda san Paolo, «non vi sono stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,19).

Con questa fede, celebriamo i Divini Misteri, per voi e per chiunque arriva o parte dalla Calabria, perché la benedizione del Signore e la sua giustizia accompagnino sempre il cammino degli uomini.

Il Signore che si è fatto viandante e via, e che precede e apre la strada, vegli sul cammino di tutti e guidi i nostri passi sulla via della pace.