·

Vita diocesana

Celebrati i trenta anni di ordinazione di don Pino Angotti

Antonio Cataudo · 4 anni fa

“Monsignor Rimedio il 28 Ottobre di 30 anni fa ha imposto le mani a don Pino e lo ha inserito in un presbiterio, per cui don Pino sa benissimo che essere presbitero significa essere presbitero insieme ad altri presbiteri, con altri presbiteri. Nessuno di noi è presbitero da solo, come nessuno di noi è cristiano, discepolo da solo. Siamo discepoli insieme con gli altri. Quindi, vogliamo vivere questo momento in questa dimensione dell'essere con, tutti in comunione nella Chiesa. Ecco perché riceviamo questo dono, questo saluto, che speriamo di fare fruttificare in tutta la nostra vita, nella vita di Sua Eccellenza monsignor Rimedio, nella vita di don Pino, nella vita di ciascuno di noi, delle nostre famiglie”.
Così nella serata del 28 ottobre 2020 si è espresso monsignor Giuseppe Schillaci, vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, nel suo saluto introduttivo nel corso di una Concelebrazione eucaristica presieduta nella chiesa di Santa Maria Goretti, costruita grazie anche ai contributi dell'8xmille, da monsignor Vincenzo Rimedio, vescovo emerito di Lamezia, per la ricorrenza del 30esimo anniversario di Ordinazione presbiterale di don Pino Angotti, parroco del sacro tempio di località Savutano e di recente nominato dal pastore della Chiesa lametina Vicario generale della Diocesi. Schillaci ha rivolto anche il suo augurio a monsignor Rimedio nella ricorrenza dei suoi 38 anni di Ordinazione episcopale.
All'omelia monsignor Rimedio ha ricordato i momenti della sua Ordinazione episcopale, avvenuta nella Cattedrale dell'allora Nicastro (ora Lamezia Terme) il 28 Ottobre di 38 anni addietro: “La nomina a Vescovo del Santo Padre Giovanni Paolo II mi giunse tramite il Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Domenico Cortese, quando ero parroco a Vibo e Vicario generale della Diocesi di Mileto. Avvertii delle emozioni certamente, poi prevalse subito il pensiero che avrei potuto servire il più ampio territorio della Chiesa, sposa di Cristo e animata dallo Spirito Santo”.
Soffermandosi su don Pino Angotti, monsignor Rimedio si è lasciato andare ad alcuni ricordi: “Da giovane, militante nell'Azione Cattolica, don Pino frequentava la parrocchia di Santa Maria Maggiore; era parroco don Antonio Pileggi. Di tanto in tanto venivo invitato in questa Parrocchia ed entravo dalla parte laterale della chiesa, incontrando il coro. In prima fila, a sinistra per me, vi era il giovane Pino Angotti che suonava la chitarra e cantava. Di quel canto, mi sono rimaste queste parole: 'era un giorno come tanti altri, ma quel giorno mi chiamò'. Dopo qualche tempo, don Pino venne in episcopio per comunicarmi il proposito di entrare nel Seminario maggiore di Catanzaro. Ed io rimasi contento di quella scelta. Don Pino è un sacerdote e parroco zelante, è stato ed è un formatore delle comunità parrocchiali che gli sono state affidate: San Raffaele, Santa Maria Goretti. Ricordo il suo impegno all'ultimo Sinodo dei giovani. Insomma, le premesse perché diventasse un buon Vicario generale della Diocesi lametina c'erano”.
Un pensiero Rimedio lo ha rivolto “al vescovo Giuseppe”: “fin dal primo momento ho definito monsignor Schillaci dono del Signore. Si comporterà come fratello e padre con il clero e il popolo di Dio, secondo le circostanze. Certamente, ha bisogno di collaborazione, ha bisogno di corresponsabilità. E con la sua spiritualità e preghiera e cultura, il vescovo Giuseppe porterà la Diocesi ad una fede più matura, ad una Chiesa lametina rinnovata, come io gli auguro e anche voi gli augurate”.
Prima della benedizione finale, l'intervento di don Pino Angotti, con il suo “Grazie al Signore per questo dono grande, incommensurabile che è il sacerdozio. Rivedere qui, accanto a me, monsignor Rimedio, che mi ha Ordinato, è come se mi avesse riportato a quel giorno, a quel 28 ottobre del 1990. Sono passati 30 anni, e voltandomi indietro, mi sembra che siano volati”.
Rivolgendosi a monsignor Giuseppe Schillaci, lo ha ridefinito “l'uomo della Provvidenza, è l'uomo giusto al posto giusto e al momento giusto. Ci avete riacceso la voglia di camminare insieme”.
Don Pino ha, infine, ringraziato, oltre ai due Vescovi, i familiari, presenti, e il papà che lo vede dal cielo, le suore che ha incontrato nel suo cammino sacerdotale e i fedeli tutti. E ha così concluso: “Quante cose belle ha fatto Dio, servendosi anche di me. Ogni sera posso dire: 'Grazie o Signore perché anche oggi ho cercato di fare la Tua volontà'. Mi affido alla vostra preghiera e continuiamo a camminare, quanto vorrà il Signore”.
La nuova “missione” di don Pino, quale Vicario generale della Diocesi, è solo all'inizio. Ad maiora semper! Auguri don Pino.