Non vi è bisogno di soffermarci sulla realtà perché la viviamo giorno dopo giorno nella sofferenza, causata dalla pandemia.
I giorni scorrono, gli indici dei contagiati e dei morti per il “coronavirus” aumentano.
Si aspetterebbe con ansia che le restrizioni potessero alleggerirsi e così poter tornare ad un regime di iniziale libertà ma ancora non vi sono chiari indizi.
Vi è questa situazione ma è pure Pasqua con il suo valore storico e salvifico.
La storia è contenuta nei Vangeli che sono precisamente testimonianze storiche. Vanno menzionati almeno due nomi di testimoni della Risurrezione di Gesù: Tommaso l’apostolo e Maria Maddalena al seguito del Maestro con altre donne.
Tommaso, l’incredulo nella Risurrezione, si arrende alla verità quando Gesù stesso appare e lo invita a verificare le ferite dei chiodi ed egli esclama: “Mio Signore e mio Dio” e Gesù gli dice: “perché hai visto, hai creduto; beati quelli, che pur non avendo visto, crederanno”.
La Maddalena piangeva presso il sepolcro, vuoto, e non si dava pace: era scomparso il corpo del Maestro. Ma Gesù le va incontro chiamandola per nome “Maria” e lei Rabbunì (Maestro) e l’adora gettandosi ai suoi piedi.
Ma Gesù “non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre, ma va dai miei fratelli”.
Maria Maddalena andò subito ad annunziare ai discepoli: “Ho visto il Signore”.
Con Cristo Risorto ha inizio un mondo nuovo: si rafforza la fede in quanto la vittoria sulla morte è stata possibile perché ha operato una Potenza divina. La Risurrezione di Cristo è la rivelazione di Dio, l’Onnipotente, che opera meraviglie in quanto “nulla è impossibile a Dio”. Rafforza l’amore e la solidarietà: tutta l’opera divina, creazione, redenzione, è segno di un amore, la cui misura è di essere senza misura.
Cristo è il dono senza eguali datoci dal Padre celeste, ed è diventato il nostro modello del come solidarizzare con gli altri, nostri fratelli. “Amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi”.
Ancora la Risurrezione evidenzia il senso cristiano di questa nostra vita aperta alla speranza dell’immortalità beata che Cristo ci ha meritato.
Anche noi risorgeremo nella fase finale della storia umana.
Mi avvalgo della ricorrenza di Pasqua per augurare il rinnovamento-dopo la quarantena- alla città di Lamezia Terme e al suo comprensorio.
Come pure formulo il mio augurio di rinnovamento alla Diocesi lametina che ha già compiuto qualche passo in avanti con l’Eccellentissimo Vescovo Giuseppe. Il Suo messaggio rivolto alla Chiesa Diocesana per la Pasqua è notevole per contenuti di umanità e di considerazioni pastorali.
Vita diocesana
Pasqua: tra realtà e speranza
Vincenzo Rimedio, Vescovo Emerito · 5 anni fa